Silenzio, parla il cuore. Due specialisti Patrizio Sarto, direttore della Medicina dello Sport dell’Usl 2 e la dottoressa Alessandra Patelli medico dello sport (ha fatto due Olimpiadi come atleta di canottaggio), hanno illuminato la riunione del Panathlon di Treviso presieduta dall’avvocato Massimo Sonego. L’incontro era incentrato sulle morti improvvise nello sport.
Sarto: “a Treviso parla il cuore. Un percorso clinico d’avanguardia sulle malattie cardiache degli sportivi”
“Prima il lavoro del medico finiva con la rivelazione della malattia genetica con arresto cardiaco, ora riusciamo a farlo accettare al paziente con consapevolezza ma anche a dargli delle altre chance” spiega il dottor Patrizio Sarto, che in questi anni ha permesso di realizzare un percorso clinico, psicologico e sportivo d’avanguardia per i ragazzi affetti da gravi patologie ereditarie cardiovascolari.
“In media a 5 atleti su 1.000, che vengono a fare la visita nella nostra struttura alla Madonnina a Treviso, viene diagnosticato il rischio di morte cardiaca improvvisa – spiega il dottor Patrizio Sarto – mi rendo conto che non è facile dirlo al paziente e per di più ai genitori. Specie agli atleti che sono asintomatici che fino al giorno prima hanno disputato gare e sostenuto allenamenti. È difficile spiegare che devono ricominciare a riprogrammare la vita”. I genitori e gli amici possono dare una svolta alla vita del paziente a rischio.
“Non è facile spiegare al ragazzo e ai genitori la patologia quando parla il cuore”
Il dottor Patrizio Sarto fa alcuni esempi: “Parlando con i familiare di un ragazzo a rischio di morte improvvisa, non è facile spiegare al genitore che il figlio ha ereditato da lui la malattia”. Una volta diagnosticata la patologia è risultata importante anche la presenza di persone vicine al cardiopatico. “Per un ragazzo il gioco preferito era nascondino, gli amici hanno “vietato” la corsa” racconta il dottor Sarto -. Altro caso di una compagnia che era in una gita a Gardaland ha eliminato le giostre più pericolose”.
La morte di Piermario Morosini ha segnato lo sport
Inevitabile non parlare della morte Piermario Morosini che ha segnato lo sport. Mentre il giocatore moriva durante la partita di calcio Pescara-Livorno: c’era il defibrillatore che non è stato nemmeno adoperato. Il dottor Sarto. “Ero medico del Padova Calcio, quel giorno mi sono sentito “morire” dentro”. Mentre in una piscina a Piacenza un nuotatore andato in arresto cardiaco veniva salvato con il defibrillatore”.
Il caso Eriksen ha segnato la svolta sullo studio di come parla il cuore
Quindi il caso Christian Dannemann Eriksen ha segnato una svolta. Senza un’idoneità sportiva in Italia non si può praticare sport, fino all’uso dei defibrillatori che per certe malattie ereditarie è obbligatorio. “Alla nostra struttura di Treviso che ha voluto l’Usl 2 – spiega il dottor Sarto – diamo una seconda opportunità di vita. Anche chi è cardiopatico può usare la bici assistita se vuol pedalare come fa l’ex campione Francesco Moser sano di costituzione, a 70 anni usa la bici elettrica a pedalata assistita. Noi la consigliamo ai nostri pazienti che vogliono andare fare ciclismo con le dovute cautele”.
La dottoressa Patelli: “la ricerca sulle morti improvvise nello sport è cominciata a Padova”
Ha cominciato la serata la dottoressa Alessandra Patelli (presente con il marito Simone Martini, anche lui ex canottiere) con le slide raccontando come lo studio delle morti improvvise sia stato avviato dai medici di Padova nei primi anni Duemila. “Infarto” si diceva chi moriva improvvisamente praticando attività sportiva. Dalle ricerche eseguite a Padova non è stato più così. “Per esempio, si è venuto a scoprire che l’arresto cardiaco era provocato da una fibrillazione causata da una cardiomiopatia o da altre malattie congenite”. Per curare le malattie elettrofisiologiche” ci vuole un cardiologo “elettricista”. “Fino a pochi anni fa c’erano più decessi in chi faceva sport che in quella sedentaria del 2,8% – sottolinea la dottoressa Patelli – . Dopo la visita per l’idoneità sportiva è stata resa obbligatoria.
Presenti alla serata il vicepresidente Tonino Tognana, il past governatore Giovanni Ottoni, il segretario-tesoriere Lucio Zampiero e il cerimoniere Giorgio Terrazzani e Bernardo Bernardini un uomo che dalla vita ha avuto una seconda opportunità di svolgere l’attività sportiva dopo un incidente.