L’Italia è un luogo meraviglioso, ma non è sempre il più semplice in cui vivere. La vita sociale e politica del paese è lo specchio delle virtù e dei vizi individuali e collettivi. E così ci troviamo a vivere una crisi di governo al buio nel corso di una pandemia che, con sforzi incredibili, il mondo intero sta provando a domare. Si tratta di una condizione unica che comporta ricadute non soltanto economiche e politiche, ma effetti sulla psiche individuale e collettiva. Purtroppo alcuni di questi effetti non sono affatto positivi: rischiamo di avere un’amplificazione delle condizioni che hanno portato più del 65% della popolazione a dichiarare sintomi di disagio psicologico.
Questo articolo non è politico in sé: non si parla delle ragioni di alcuna parte nel togliere la fiducia all’esecutivo né di chi lo ha difeso. Non si commenta nemmeno la liceità della crisi né di tutte le possibili future opzioni. Ricordiamo che molti paesi hanno gestito processi elettorali durante questi mesi, ma si trattava di processi programmati e fisiologici: la pandemia non ha vinto sulla democrazia né mai ciò deve succedere. E questo vale anche per noi per cui, se la crisi di governo è prevista nel nostro ordinamento, si tratta di un’opzione sul tavolo.
Incertezza e paura: l’impatto della pandemia
Il fondamentale problema della pandemia riguardo all’impatto psicologico è di due fattori: paura e incertezza. La paura, principalmente, è legata al rischio di contagio per sé e i propri cari. L’incertezza riguarda tutto il resto: quando e come si potrà tornare ad una vita “normale”, come sarà la società del futuro, come sarà la situazione economica generale e individuale. Questi due problemi, inoltre, si appesantiscono man mano che passa il tempo. Una persona potrebbe sopportare con ragionevole agio delle limitazioni per un anno, anche due, se avesse la certezza di cosa l’aspetta nel mentre e alla fine: la pandemia ha portato via la possibilità di prevedere il futuro prossimo e quello remoto aprendo i cancelli all’ansia e allo stress.
La politica come la fabbrica dell’incertezza
Alla condizione di incertezza da pandemia aggiungiamo quella legata alla politica e otteniamo un cocktail estremamente pesante e indigesto. La politica rappresenta, nel bene e nel male, la testa del paese e tante persone la guardano ancora come una guida.
Il messaggio di incertezza che arriva da Roma in questo momento va ad acuire quello già in circolo nelle vene del paese aumentando gli effetti negativi. Come si può chiedere sacrificio, pazienza, comprensione e fiducia quando la nave è senza pilota? Questa è la legittima domanda che tanti si pongono. La sensazione che chi doveva comandare stia cercando di raggiungere le scialuppe può trovare come possibile, ma non tanto confortante, contrappeso soltanto la percezione di incapacità e inettitudine dei governanti.
In tutto questo, un’analisi psicologica non può prevedere troppi se né ma: la questione non è se il governo precedente avesse le capacità di traghettare il paese verso sponde sicure, ma l’incertezza generata dalla sua caduta. La classe dirigente non ha considerato prioritaria la salute psicologica della popolazione durante il corso di questa pandemia, e ha proseguito in tale disattenzione anche con la caduta del governo.
Costruire fiducia
Non è la prima volta che la classe dirigente lascia il paese a se stesso in situazioni difficili, ma questa volta si rischia uno strappo veramente difficile da ricucire. Eppure dobbiamo andare avanti, come società e come nazione. E dobbiamo tutelare quanto più possibile la salute di tutti, condizione senza la quale non potremo mai affermare di essere usciti dalla pandemia. Questo è il momento di tifare e di agire, ognuno ai livelli a cui ha accesso, affinché vi sia una soluzione in grado di dare stabilità e certezze per il tempo necessario a uscire dal guado. È il momento di mettere da parte le differenze e trovare gli elementi che ci possono unire. In questo modo potremo entrare in un era di poche certezze avendone almeno una: l’essere in grado di compattarci e mettere il bene degli altri al di sopra degli interessi personali.