L’incontro impossibile? Con questo titolo si aprono gli approfondimenti inseriti all’interno de La scure e il fulmine, il numero zero di un fumetto che, onestamente, in pochi avrebbero mai immaginato qualche anno fa. Zagor, storico personaggio di Sergio Bonelli Editore, incrocia il cammino di Flash, il Velocista Scarlatto di DC Comics. Eppure, La scure e il fulmine ha preso vita. Seguendo un precedente illustre, Relazioni pericolose, il numero zero di un altro incredibile incontro tra personaggi delle due case editrici, Dylan Dog e Batman.
L’accordo
Relazioni pericolose e La scure e il fulmine rientrano all’interno di un progetto più ampio, reso possibile da un accordo tra Sergio Bonelli Editore e DC Comics. Una comunione d’intenti che consente a eroi apparentemente inconciliabili di entrare in contatto. Quando questo progetto venne annunciato, la comunità dei lettori di fumetti, specialmente gli irriducibili bonelliani, è stata attraversata da una preventiva sfiducia, motivata principalmente da preconcetti.
Come fare incontrare Zagor e Flash?
Un interrogativo a cui si sono dedicati gli autori della casa editrice milanese. Che devono trovare un tratto comune tra questi pantheon moderni per creare avventure che siano rispettose delle diverse realtà editoriali. E al contempo siano una lettura intrigante e che spinga i lettori ad avvicinarsi ad altri eroi, portandoli fuori dalla loro comfort zone.
La scure e il fulmine: un incontro incredibile
Lavorare su due personaggi come Zagor e Flash, renderli protagonisti di una storia comune non era una sfida semplice. Stiamo alle prese con due eroi che hanno un passato importante alle spalle. Che, seppure in modo di diverso, hanno influenzato in modo evidente l’immaginario dei lettori.
Flash
Se parliamo di Flash, parliamo della storia dei comics. E’ grazie alla seconda incarnazione del Velocista Scarlatto realizzata nel 1956 da Gardner Fox e Carmine Infantino, che esordì in Showcase #4, che i comics supereroistici uscirono dall’epoca buia caratterizzata dalla fine della Golden Age. Dando nuova linfa vitale a questo genere e aprendo una nuova età di gloria, la Silver Age.
Sul fronte italiano, si dovette aspettare il 1961, quando per la prima volta echeggiò il grido dello Spirito con la Scure nelle foreste di Darkwood. A suo modo, anche Zagor ebbe un ruolo rivoluzionario nella concezione del fumetto nostrano. La fervida immaginazione di Sergio Bonelli, sotto lo pseudonimo di Guido Nolitta, e il tratto di Gallieno Ferri divennero le fondamenta di un nuovo modo di intendere il fumetto avventuroso. Aprendosi a una narrazione che non fosse monolitica, ma che accogliesse diverse suggestioni, come fantasy, fantascienza e horror.
Zagor e Flash hanno quindi entrambi caratterizzato una rivoluzione nei rispettivi ambiti, e già questo sarebbe un motivo sufficiente per vedere in loro una similarità. A questo di potrebbe aggiungere come Zagor, nel panorama bonelliano fatto di figure poco super e molto umane, sia forse il personaggio che più si avvicina al concetto di supereroe tradizionale. Ma c’è un altro tratto che unisce i due personaggi: una forte sete di giustizia.
Il passato che unisce la Scure e il Fulmine
Nata da un tragico passato, la volontà di portare giustizia dove spesso viene meno è un trait d’union tra Barry Allen e Patrick Wilding, che si adoperano in ogni modo affinché i soprusi vengano puniti. Intento lodevole e che si vede anche in altri personaggi, ma che in loro viene arricchito da una spiccata sensibilità nei confronti delle vittime. Un lato umano che spesso diventa la loro forza principale. Il comune tragico passato li ha resi particolarmente sensibili all’emotività degli altri. Ma in un modo più umano e accogliente rispetto al distacco spesso esercitato da altre figure, come il Cavaliere Oscuro.
Il lato umano
Questo lato umano e il loro spirito puro, da veri eroi, è il punto di contatto su cui hanno lavorato in modo impeccabile Giovanni Masi e Mauro Uzzeo, per realizzare La scure e il fulmine. Sarebbe stato si troppo semplice realizzare una storia delle origini in cui i due personaggi avessero un punto di contatto, invece i due autori hanno colto l’essenza dei personaggi e la hanno resa il fulcro emotivo e narrativo di questo racconto. E non hanno creato artifici impensabili, hanno inserito un elemento a cui un vero eroe non potrebbe mai rimaner sordo: una richiesta di aiuto.
Masi e Uzzeo, dimostrando una profonda conoscenza dei personaggi, hanno lasciato che i Zagor e Flash rimanessero, per il momento, nei rispettivi mondi, con un solo contatto che aiuta il lettore a comprendere come ci sia un’affinità di animo tra i due eroi, premessa di uno sviluppo futuro affascinante. Soprattutto, è ammirevole il modo in cui viene rispettato lo spirito autentico dei due personaggi, dando vita a un numero zero perfetto nella sua missione: essere un prologo che incuriosisca.
La Scure e il Fumine: due eroi autentici
Non è facile riuscire a realizzare lavori come La scure e il fulmine. Ci si deve addentare nella storia di due personaggi molto amati, sapendo che i fan più intransigenti sezioneranno ogni vignetta, ogni battuta sotto la lente della continuity dogmatica dei protagonisti. Uzzeo e Masi hanno compreso questo aspetto e ne hanno fatto tesoro, dando a questa prima incursione nell’incontro tra i due eroi la giusta connotazione.
L’identità dei due eroi viene preservata con rispetto e competenza, impostando di conseguenza anche la narrazione visiva. Davide Gianfelice, autore dei disegni, riesce a cogliere al meglio le caratteristiche di Zagor e Flash, che hanno due dinamicità completamente differenti.
Le tavole con protagonista Zagor sono sviluppate principalmente in verticale, in modo da valorizzare la sua cinetica all’interno di Darkwood, mantenendo un legame con la tradizione grafica originata con Ferri, ma spingendosi verso una composizione delle tavole moderna e dinamica, compresa una spettacolare splash page in cui compaiono tutte le storiche nemesi dello Spirito con la Scure.
La grafica della Scure e il Fulmine
Allo stesso modo, Gianfelice interpreta Flash magnificamente. La velocità di Barry viene impressa con uno sviluppo grafico principalmente orizzontale, in cui il tratto di Gianfelice diventa più ricco e dinamico per rispecchiare la Velocità del personaggio. La stessa composizione delle tavole muta, adeguandosi a un flusso narrativo più rapido, che incorpora scorci e vignette slegati da una rigida imposizione della gabbia per adeguarsi alla familiare rapidità di Flash.
È interessante notare come Gianfelice interpreti anche diversamente la muscolarità di Flash, cogliendo intelligentemente pose differenti di Flash rispetto alla controparte bonelliana. Quando si parlava di rispetto della tradizione di questi due personaggi, ci si riferiva anche a questo, al cogliere l’essenza dello spirito dei due eroi anche nella narrazione visiva, compito che Gianfelice ha svolto egregiamente cogliendo i giusti momenti muscolari, le pose tipiche e vivide dei due eroi., ulteriormente valorizzate dai colori di Luca Saponti.
Un ruolo svolto anche da Carmine di Giandomenico, autore della splendida copertina doppia di La scure e il fulmine. E qui, si apre un discorso quasi romantico, per un amante dei comics. Di Giandomenico realizza una tavola che omaggia la copertina dello storico Flash #123 (ottobre 1961), in cui il suo omonimo Carmine Infantino ritraeva Barry in compagina di Jay Garrick, il Flash della Golden Age, dando vita, in un certo senso, alla continuity DC con gli eroi dell’età aurea dei supereroi.