“La forza creatrice della natura vince l’istinto distruttore dell’uomo”. Jules Verne. Da tempo gli oceani ospitano creature innaturali, non sono arrivate dallo spazio come gli ultracorpi in un film di fantascienza, ma sono state create dall’uomo. Il viaggio visionario negli abissi che stiamo per fare sembra uscito da un libro di Jules Verne, ma è tutto vero. Siamo nel mondo della plastica.
La plastica in mare. Quasi assurdo
È quasi incredibile, ma nei fondali navigano gigantesche sfere sottomarine aggrovigliate di corde di nylon, reti e altri detriti di plastica che possono pesare fino a una tonnellata. Immense discariche in movimento che rotolano con le correnti, spazzando e distruggendo le barriere coralline come giganteschi bulldozer.
Un’idea inglese
Un‘artista britannica pluripremiata e nota a livello internazionale descrive con le sue immagini questo mondo sottomarino allucinante nella mostra: NET | Mandy Barker & CNR – Institute of Marine Sciences, Venice. Le fotografie dell’artista, che lavora in sinergia con gli scienziati e le missioni negli oceani di tutto il mondo, sono ben visibili nello spazio D3082 Woman Art Venice della Domus Civica a Venezia.
Domus Civica e la plastica
Una vera “galleria su strada”, infatti le opere esposte si possono ammirare direttamente dalle vetrine del maestoso edificio novecentesco tra Piazzale Roma e San Rocco. La Domus Civica nasce come ostello, inizialmente gestito dalle suore. Da anni è un pensionato per studentesse universitarie di varie nazionalità dai molteplici contesti sociali e religiosi. Oggi è anche stupendo atelier di artiste da tutto il mondo che espongono i loro progetti nelle grandi vetrine del convitto universitario femminile. Luogo atipico e originale proprio perché le opere sono ben visibili dalla strada. Un focus sulla creatività femminile immerso nella città, aperto al mondo e ai suoi linguaggi contemporanei.
Il sito della Domus Civica D3082 è da tempo impegnato nella valorizzazione della ricerca e del lavoro delle artiste, un percorso sempre fruibile e aperto alla comunicazione sociale, soprattutto in questo momento di emergenza e isolamento.
Plastica e foto. Come impressionare
Può un’immagine affascinante evocare scenari di estremo pericolo e inquietudine? In questo caso certamente sì, dato che osservando le istantanee della Barker l’occhio rimane colpito dalla magia della composizione. Dalla sensazione di grande bellezza delle fotografie si passa alla consapevolezza della minaccia per la salute dei nostri mari.
Così quello che sembra un mandala, raffigura invece i detriti recuperati da sei diversi continenti e sei diversi oceani per rappresentare il mondo nascosto della plastica. Sostanze che spesso finiscono nel tratto digerente di pesci o uccelli acquatici con effetti devastanti.
C’è un’altra fotografia stupenda, ricorda Bleu de ciel di Kandinskij realizzato dal grande pittore nell’anno dell’occupazione nazista della Francia nel 1940, tela dove piccole amebe colorate si librano nell’azzurro del cielo.
Plastica, foto e pesca
Nell’opera di Mandy Barker il fondo è più oscuro, ci sono sempre piccoli organismi che fluttuano, ma la loro delicatezza è solo apparente, hanno la forza devastante del nylon, un materiale che può impigliarsi intorno al collo e al becco degli animali causandone la morte. Gli attrezzi da pesca rappresentano un’alta percentuale tra i detriti presenti nei fondali.
Così la bellezza diventa epifania di un progetto di denuncia molto importante, un invito all’azione contro l’inquinamento da plastica dei mari con un sistema coordinato dal CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, per mappare, rimuovere e riciclare le reti da pesca abbandonate o perse sui fondali. Progetto che nasce nella città del mare per eccellenza, Venezia. Incipit: trasformare i rifiuti in risorsa con la trasformazione dei materiali recuperati. In linea con gli intenti dell’esposizione l’allestimento è interamente realizzato con materiali ecosostenibili.
Il progetto marGnet
Un lavoro di forte impatto emotivo che amplifica il valore del progetto marGnet coordinato dall’istituto di ricerca CNR – Istituto di Scienze Marine di Venezia, e sviluppato in collaborazione con Laguna Project s.n.c, Blue World Institute, Sintol S.r.l., Techeprojects S.r.l.s., Il progetto è cofinanziato dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca.
In particolare, marGnet utilizza una metodologia veloce per il monitoraggio su larga scala del fondale marino mediante mappatura acustica, alla ricerca delle cosiddette “reti fantasma”. Dal 2019 sono stati monitorati due siti pilota nell’Adriatico settentrionale: nella Laguna di Venezia e nell’arcipelago di Cres e Lošinjin Croazia.
Grazie a queste splendide foto, arte e ricerca scientifica si uniscono condividendo un messaggio universale, una proposta di buone pratiche per un problema urgente e non più procrastinabile.
D3082 | WOMAN ART VENICE
NET
Mandy Barker
& CNR – Institute of Marine Sciences, Venice
27 novembre 2020 – 28 febbraio 2021
D3082, Domus Civica San Polo 3082, Venezia