“A fine maggio del 2029 nasco io, Andrea, in pieno boom economico, in un luogo apparentemente distaccato dagli eventi del resto del mondo, l’Australia”. Sembra un incipit radioso sbocciato con il sole primaverile, ma niente è come sembra. La protagonista di questo romanzo appartiene a una realtà post apocalittica. Si chiama Andrea Bartés ingegnere estetico che si occupa della tutela e del ripristino delle opere d’arte. Lavora in modo particolare nella laguna di Venezia, il suo è un compito ad alto rischio, esige abilità, intuito, sprezzo del pericolo. Andrea si muove tra fondali oscuri nelle acque melmose alla ricerca di reperti sommersi. Qualcosa di terribile è accaduto a Venezia in una calda estate di agosto nel 2032. Ci cattura all’istante il romanzo di Vanja A. Bertarello: “Venezia Profonda – Crimini in Laguna” (PAV edizioni).
Le prime pagine sembrano il preludio di un’avvincente sceneggiatura cinematografica. La città viene distrutta da una folle e terribile azione umana. Un atto di sabotaggio contro le estrazioni di gas metano nell’Alto Adriatico provoca la perforazione di un giacimento a quattromila metri di profondità con danni irreversibili, una tremenda reazione a catena. Il gas pressurizzato trova sfogo con un effetto “tappo di spumante”, una montagna di mare e metano devastante avvolta da un nome profetico: La Grande Onda. Ne abbiamo parlato con l’autore che il 30 ottobre presenterà il libro a Venezia allo Spazio Eventi della Libreria Toletta.
Il tuo romanzo sembra la sceneggiatura di un film post apocalittico. Il video che hai realizzato lo testimonia perfettamente. Le aule sommerse di Venezia, citate da Lord Byron, hanno sempre attratto poeti e scrittori, ma questa volta siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Quanto potrebbe essere reale una catastrofe simile?
Il video lo ha prodotto Francesco Nardo, mio caro amico, professionista della comunicazione e “cantattore” come lui ama definirsi. In merito alla catastrofe, ad un incontro dello scorso maggio ho detto che non è auspicabile, ma credo sia inevitabile che il mare prima o poi si riprenda i suoi spazi, credo dipenda solamente da “quando”. Questo non riguarderà soltanto Venezia.
L’autore sa cogliere alla perfezione le inquietudini di un mondo che muta velocemente costruendo una narrazione dal fascino distopico. Leggiamone un frammento “Un’enorme massa di metano eruttò in superficie a una pressione mostruosa, mescolandosi all’acqua di mare e creando contemporaneamente un cratere sommerso di trenta chilometri di diametro e quattro di profondità. Chi l’ha vista ed è riuscito a raccontarlo l’ha descritta come una colonna enorme, una montagna d’acqua. In seguito è stato stimato fosse alta almeno trecento metri”.
Tu sei veneziano e conosci bene questo fragile e splendido territorio, quali sono secondo te le insidie più grandi da arginare assolutamente: moto ondoso, overtourism, spopolamento…
Perdonami la licenza grammaticale: entrambe tre, ma sono riassumibili con una parola soltanto, il profitto. In una città fiorita con il commercio non è di certo il profitto da arginare, ma la spregiudicatezza con cui viene perseguito penso sia la principale causa della decadenza della città, che risulta in uno stato precario, ma che non credo poi così fragile. Probabilmente è ciclico, era decadente anche quando arrivò Napoleone.
Non sveliamo troppo del racconto perché la vicenda è anche un giallo avvincente, ma è interessante scoprire che a seguito della catastrofe si propaga un disastroso incendio in tutta la Laguna e nell’entroterra sino a Pordenone. Una catastrofe con centoventimila morti, l’annientamento di gran parte delle specie animali e vegetali. Acqua e fuoco, con l’arrivo della Grande Onda oltre al Mose c’è anche un altro acronimo biblico N.O.E. Di che cosa si tratta?
È l’acronimo di Nill Over the Edge: niente oltre il bordo. Ho immaginato una muraglia attorno alla laguna, dove tre enormi chiuse garantiscono lo scambio idrico programmato. In riferimento ai due acronimi, faccio un’autocitazione dal capitolo 2. L’andata: “Profetico! Uno doveva dividere le acque del mare da quelle della laguna, l’altro la preserva dopo la Grande Onda! Secondo me gli olandesi hanno avuto la loro rivincita e ci hanno anche presi per il culo con il nome della Barriera.»
Oltre al video di grande effetto, la nostra attrazione fatale per le copertine ci porta subito ad apprezzarne le suggestioni. La foto è di Engin Akyurt, con una tua elaborazione grafica. A chi ti sei ispirato per il personaggio della protagonista Andrea Bartés?
I tratti caratteriali sono quelli di mia figlia, a cui ho dedicato il romanzo. Il mestiere è stato ispirato da un’amica, tua omonima, a cui ho rubato anche il cognome e i tratti somatici, attribuendoli ad una delle altre due protagoniste. Tranne Isaac, i personaggi principali esistono realmente.
Acque pericolose, omicidi inquietanti, Andrea viaggia tra i fondali per recuperare opere d’arte. Nel tuo romanzo ne trova una di Anish Kapoor. Ti piace la sua potenza visionaria?
Amo tutta l’arte in generale, soprattutto quella moderna e contemporanea e sì, mi affascina la capacità di sintesi del messaggio di Kapoor; poi, il fatto che abbia brevettato il Vantablack, il nero più nero del mondo a suo uso esclusivo, ha scatenato fiumi di polemiche e lo ha reso ancora più un “personaggio”.
In “Venezia Profonda” a provocare il disastro irreversibile sarà un gruppo di integralisti ambientali con un’azione di sabotaggio. Una metafora sui pericoli di ogni estremismo?
Qui la risposta è sintetica: sì. Altra citazione, da una memorabile pubblicità di qualche anno fa: “La potenza è nulla senza controllo.”
Hai presentato il tuo lavoro al Salone del Libro di Torino
Sì, la PAV Edizioni aveva uno stand nel padiglione 3. Il romanzo è uscito in aprile e prima del Salone avevo fatto un paio di presentazioni in cui ho raccolto molti riscontri positivi, ma a Torino è stata un’esperienza folgorante: sono andato nei padiglioni principali e si faceva fatica a camminare. Ho incontrato anche un paio di giallisti che leggo abitualmente e con Diego Collaveri abbiamo fatto l’incrocio fotografico dei nostri libri.
Vanja A. Bertarello, classe 1965, ha vissuto fino a trent’anni nella città lagunare, in seguito si è trasferito in provincia di Treviso, tornando in qualche modo alle origini familiari. La grande predisposizione per l’espressione estetica è il motivo conduttore delle sue scelte culturali. Studi artistici e impegni professionali nel campo del design e della comunicazione associati alla passione per la pittura e la fotografia. Un potenziale che appartiene al suo DNA da più di un secolo. “Dipingo e fotografo per passione e memoria generazionale” ha confidato. I suoi lavori sono esposti in mostre personali, collettive e collezioni private. L’interesse per ogni forma espressiva nel corso degli anni lo ha portato ad ampliare il tipo di comunicazione attraverso il mezzo della scrittura.
Da queste potenzialità multiformi è nata “Venezia Profonda”. La bella protagonista del romanzo ha un carattere scontroso ma possiede talento e grande capacità analitica. Il suo viaggio d’esplorazione è anche il nostro. Scopriremo universi sconcertanti, intrecci tra storia antica e visioni apocalittiche di un prossimo futuro. Un’opera letteraria che vi sorprenderà.
VENEZIA PROFONDA
Crimini in Laguna
Vanja A. Bertarello
PAV EDIZIONI
Collana GiallOscuro