Iniziamo così, con una semplice considerazione: in una normale giornata trascorriamo fino al 90% del nostro tempo in ambienti chiusi, sia in ufficio sia a casa. Ecco perché è importante migliorare la qualità della vita all’interno di questi ambienti, in modo che siano il più salutare possibile nei quali vivere, lavorare e, possibilmente, anche giocare.
L’importanza di una buona qualità
Con il passare degli anni l’abitazione sta assumendo un’importanza sempre più radicata e incisiva, soprattutto se prendiamo in considerazione le cinque dimensioni della qualità dell’abitare:
– Qualità fisica dell’alloggio: riguarda le caratteristiche strutturali dell’abitazione e la sua dotazione di servizi, che si misura tradizionalmente per mezzo di indicatori fisco-tecnici che servono a stabilire l’eventuale inidoneità abitativa dell’alloggio.
– Disponibilità di spazio abitativo: in questo caso la qualità abitativa è legata all’adeguatezza dell’alloggio rispetto alle esigenze di spazio di coloro che ci vivono. L’attenzione è nei riguardi delle situazioni di sovraffollamento rispetto a determinati standard, quasi sempre fissati nei loro minimi da Leggi e regolamenti.
– Qualità territoriale: ciò che si valuta non è l’abitazione in sé, ma la qualità del contesto nel quale è inserita. Secondo questo principio, la definizione della qualità abitativa non può prescindere da una valutazione di aspetti relativi al tessuto urbano o locale di riferimento; per esempio, la dotazione di servizi di prossimità, il livello accessibilità alle diverse opportunità urbane, la presenza di problemi ambientali, la percezione della sicurezza.
– Sicurezza di godimento: la casa, oltre a dare protezione fisica, rappresenta anche una fonte di sicurezza per l’essere umano in quanto tale, al di là delle sue manifestazioni uniche e particolari. Secondo questo principio, la qualità dell’abitare si determina anche in base alle modalità di occupazione dell’abitazione stessa. Se un contratto come la locazione o l’acquisto consente di disporre di un’abitazione in modo più o meno stabile, vi sono situazioni come le occupazioni senza titolo, gli affitti in nero, i casi di sfratto che mettono gli abitanti in condizioni di precarietà.
– Sostenibilità economica: all’interno delle società urbane contemporanee la spesa per la casa è l’esborso più “importante” da sostenere per chiunque. Spese abitative sproporzionate rispetto al reddito disponibile possono portare a una pesante riduzione del livello di vita familiare.
La città deve garantire la qualità della vita
A valle di queste considerazioni che ciascuno di noi, in maniera più o meno consapevole fa quasi quotidianamente, ci si può chiedere se non sia il caso di cambiare il luogo nel quale viviamo o, per lo meno, se non sia il caso di trasferirsi da qualche altra parte nel Mondo.
Quando una città garantisce una buona qualità della vita, significa che la maggioranza della sua popolazione può fruire di una serie di vantaggi politici, economici e sociali che le permettono di sviluppare con discreta facilità le proprie potenzialità umane e di condurre una vita relativamente serena e soddisfatta ma, attenzione: la casa non è solo limitata all’immobile in sé e per sé, ma è fatta anche di amore. Anche un bilocale può essere meraviglioso, se lo si vive nella giusta maniera!
In realtà, potendo scegliere e nei limiti di ciò che è appropriabile, nessuno di noi “sogna” di abitare in un ambiente angusto e poco accogliente. Quando torniamo a casa dopo una giornata di lavoro, vogliamo che quel luogo raccolga le fatiche della giornata e, messele da parte, ci regali quel relax indispensabile a liberarci dallo stress quotidiano. Ed ecco perché investire in un’abitazione bella e funzionale è importante per migliorare la propria qualità di vita.
La bioarchitettura
La bioarchitettura nasce come un (quasi) movimento filosofico che mette al centro del ragionamento il rispetto dell’ambiente e la valorizzazione del verde urbano, riflesso anche sulle costruzioni. Fino a qualche secolo fa, i materiali da costruzione erano tutti “naturali”: legno, pietra, terra cruda o cotta e mattoni. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la necessità di ricostruire il nostro Paese velocemente ha prodotto un’edificazione su larga scala.
Oggi, la massima espressione della bioarchitettura è la casa passiva: un ambiente energeticamente sostenibile che non utilizza energia prodotta da combustibili fossili ma che, invece, tende a autoprodurre ciò di cui necessita utilizzando fonti rinnovabili: il solare termico, il fotovoltaico, la geotermia, ecc..
Qualità della casa e della vita
Cercando di raggiungere obiettivo “Passivhaus”, dobbiamo non solo tendere a ridurre a zero le emissioni inquinanti ma, soprattutto, isolare l’edificio termicamente e realizzarlo costruendolo con i materiali più ecologici oggi a disposizione, senza dimenticarci di ricercare il miglior orientamento possibile. Questo significa che i vari locali che compongono l’abitazione devono essere disposti in modo da ricevere la luce naturale del sole per il maggior numero di ore al giorno; in particolare, è bene che guardino verso Sud tutti quegli ambienti nei quali trascorriamo la maggior parte del tempo in casa, mentre a Nord saranno disposte le camere da letto e i servizi.
Oltre alle caratteristiche proprie della casa, non bisogna dimenticare anche tutto ciò che non le appartiene direttamente ma che contribuisce a far sì che la qualità dell’abitare sia la più elevata possibile: l’inquinamento, l’assenza di traffico, la vicinanza al mare, alla collina o alla montagna, compatibilmente con le possibilità e le preferenze di ciascuno di noi. Ciò su cui gli scienziati sociali sono d’accordo è che la ricchezza materiale non è il fattore più importante nel valutare la qualità della vita!
La classifica
La classifica della qualità della vita si basa su una media ponderata di nove punteggi: convenienza, buon mercato del lavoro, stabilità economica, luogo adatto alle famiglie, uguaglianza dei redditi, politicamente stabile, sicuro, sistema di istruzione pubblica e sistema sanitario pubblico ben sviluppati. Beh, sappiate che in questa classifica mondiale, l’Italia vince l’oro a tavola: quanto a cibo e vino, non ci batte nessuno!
Il Paese con la migliore qualità della vita è il Canada, soprattutto per la sua stabilità politica ed economica e per la reputazione di Paese altamente tollerante con l’immigrazione. E il peggiore? È l’Iraq, a causa della mancanza di sicurezza personale e di opportunità economiche e anche perché è ritenuto “poco amichevole” con le famiglie.
Beh, sappiate che in questa classifica mondiale, l’Italia vince l’oro a tavola: quanto a cibo e vino, non ci batte nessuno!