Non c’è ombra di dubbio: Tadej Pogačar vincerà il suo terzo Tour de France. Nato il 22 settembre, ha vinto le edizioni del 2020 e 2021. Ha messo la firma sul Plateau de Beille dove la prestazione non ha sorpreso più di tanto. Ha migliorato il record di Marco Pantani – considerato il miglior scalatore di sempre – di ben 3’45”. Da quel 1998 sono passati 26 anni e di cose ne sono cambiate tante.
Vingegaard (non per colpa sua) ed Evenepoel gli avversari un gradino più in basso
Il maggiore avversario, il danese Jonas Vingegaard, tre mesi fa era in terapia intensiva per le conseguenze della caduta nella quarta tappa al Giro dei Paesi Baschi. Tadej, come si dice in francese nel gergo delle montagne, era Horse Categorie: Vingegaard e Evenepoel, un gradino più indietro. Quasi come al Giro d’Italia e adesso preparerà le Olimpiadi e, di sicuro il Mondiale a Zurigo il 29 settembre dove il percorso è fatto proprio per lui.
Jonas Vingegaard, il re della sfortuna: ad aprile era in terapia intensiva
Soprannominato Vingo o Il Re pescatore, nella sua carriera ha vinto due Tour de France, nel 2022 e nel 2023, oltre a un Giro dei Paesi Baschi, un Giro del Delfinato e una Tirreno-Adriatico dopo il terribile ruzzolone, nel quale aveva riportato contusioni, fratture multiple oltre a uno pneumotorace. Ad un’altra persona minimo ci volevamo due anni prima di rimettersi in sesto. Invece il corridore danese è tornato in sella alla sua bicicletta a oltre un mese dal Giro dei Paesi Baschi e ha potuto pianificare la preparazione per il Tour.
Davide Cassani: “altri tempi del ciclismo”
“Negli anni ‘90 le strade pirenaiche avevano strade talmente ruvide che al termine delle tappe avevi male alle gambe certo – commenta Davide Cassani, ex professionista, commissario tecnico e ora opinionista della Rai – ma ancora di più alle mani, per le vibrazioni. E poi l’alimentazione, ora tutto è curato, arrivano ad assumere 120 grammi di zuccheri ogni ora quando al tempo non arrivavano a 60”.
Le crisi di fame? È quasi impossibile
Quasi impossibile vedere ora le classiche crisi di fame di un tempo. Per non parlare delle biciclette, molto più leggere, più rigide, con delle ruote che nulla hanno a che fare con quelle usate un tempo.
Adesso anche la preparazione si fa in maniera diversa
E la preparazione? “La tecnologia ha permesso ai corridori di oggi di capire cosa fare per migliorarsi – spiega Davide Cassani – la cadenza di pedalata è un esempio, aumentata per essere più veloci quindi rapporti più agili di un tempo. Poi tutti gli allenamenti vengono studiati, personalizzati, analizzati e corretti, giorno dopo giorno.
Tadej è un vero fenomeno: è la massima espressione del ciclismo mondiale anche per simpatia
Tadej Pogacar è un vero fenomeno che riesce a staccarne altri come Vingegaard ed Evenepoel. Oggi Tadej Pogacar è la massima espressione del ciclismo mondiale, anche per simpatia, ha un motore super e si avvale di tutto quello che la tecnologia e la conoscenza gli mette a disposizione. Tadej è sempre andato più forte degli altri: “Lo ricordo quando vinse il Tour de l’Avenir nel 2018. Ha sempre vinto e continuerà a farlo perché madre natura è stata generosa con lui” – taglia corto Davide Cassani – e quando perde non si abbatte”.
Nelle ultime edizioni ha trovato il danese che andava più forte di lui
Negli ultimi due anni il Tour de France lo ha perso, ha trovato giornate difficili, anche crisi clamorose per colpa di un corridore che andava più forte, Jonas Vingegaard. Ma proprio da quelle sconfitte ha costruito le successive vittorie. Lui è unico anche in questo perché quelle poche volte che trova qualcuno più forte di lui non le considera sconfitte ma lezioni. E perdendo si impara, anche a vincere.
La stagione del re Tadej Pogačar
Tadej Pogačar comincia la stagione il 2 marzo alle Strade Bianche: vince con 80 chilometri di fuga. 16 marzo: terzo alla Milano-Sanremo. Giro di Catalogna: quattro vittorie e successo in classifica Liegi-Bastogne-Liegi primo. Giro d’Italia: sei vittorie e primo in classifica.
Tadej Pogačar entra nella top ten giro-tour: l’ultima volta era riuscita a Marco Pantani nel 1998
Tadej Pogačar è entrato nella top ten della storica accoppiata Giro-Tour nello stesso anno, impresa che mancava dai tempi di Marco Pantani nel 1998. Da Coppi a Pogačar un club esclusivo di otto campioni. Fausto Coppi 1949-1952, Jacques Anquetil 1964, Eddy Merckx 1970.1972-1974 Bernard Hinault 1982-1985, Stephen Roche 1987, Miguel Indurain 1992- 1993 e Marco Pantani 1998.
109: Evenepoel entra nel club, la prima volta che partecipa al tour
Già vincitore di tappa al Giro e alla Vuelta, Remco Evenepoel va a segno nella sua prima partecipazione al Tour de France e diventa il 109° corridore capace di conquistare vittorie in tutti e tre i Grandi Giri. Il suo primo Grande Giro, il Giro 2021, è l’unico in cui non ha vinto una tappa. La metà delle sue vittorie (4/8) sono arrivate nelle cronometro individuali.
Mathieu Van Der Poel: il tour in sordina per preparare olimpiadi e mondiale?
La scintillante maglia di Campione del Mondo di ciclismo di Mathieu Van der Poel non è stata particolarmente in mostra in questo Tour de France. Il fuoriclasse olandese si è impegnato nel ruolo di apripista di Jasper Philipsen nelle volate, ma non è riuscito ad ottenere risultati personali di rilievo. Si è inserito in qualche fuga, ma spesso non ha trovato dei percorsi particolarmente adatti e in alcune situazioni è sembrato non ancora al massimo della forma. Van der Poel ha spiegato di essere concentrato sul grande obiettivo delle Olimpiadi di Parigi ed ha messo in dubbio l’utilità della partecipazione alle corse a tappe.
È stato grande protagonista al Tour De France del 2021
Mathieu Van der Poel è stato grande protagonista al Tour de France 2021, in cui vinse una tappa di forte impatto emotivo e vestì la maglia gialla, ma nelle edizioni successive ha faticato ad esprimersi al meglio nella corsa più prestigiosa del ciclismo mondiale. “Avevo già detto in precedenza che ci sono poche occasioni per un corridore come me. Così diventa difficile. Se continua ad evolversi in questo modo non ha più molto senso per corridori come me venire ad un grande giro. E’ un peccato. Ci sono tappe come quella di domenica scorsa in cui non puoi fare niente se non finire entro il tempo massimo” ha commentato Van der Poel, che sta interpretando questa corsa soprattutto come tappa di avvicinamento ad Olimpiadi e Mondiali, i veri obiettivi dopo la trionfale campagna di classiche primaverili.
Gli italiani? Non pervenuti, da 85 tappe non ne vinciamo una
Sono finiti i bei tempi di vedere un tricolore sul podio de L’Avenue des Champs-Élysées. E anche protagonisti di tappa. È un po’ come la nazionale di calcio. Non ci sono squadre World Tour in Italia, e coloro che hanno maggiori potenzialità vanno all’estero anche perché i team italiani “non denaro”. E allora i giovani promettenti vengono ingaggiati dalle squadre development nella speranza di passare nella squadra titolare, sennò il sogno di correre in bici s’infrange. L’unico italiano a mettersi in evidenza è stato l’abruzzese Giulio Ciccone, ex maglia a pois, che però deve decidere se fare classifiche o le tappe. Questo è il ciclismo italiano. Allo sbando, perché nessuno sponsor investe, ovvero investono nei grandi avvenimenti. La speranza è che il nostro ciclismo possa conquistare risultati migliori rispetto al recente passato. L’ultimo azzurro a lasciare il segno è stato infatti Vincenzo Nibali. Nel 2014 ha scritto il suo nome in un albo d’oro che poi non ha più visto primeggiare italiani e il 27 luglio del 2019 sul traguardo di Val Thorens ha siglato quella che ad oggi rimane l’ultima vittoria di tappa del nostro movimento. Da quel giorno 85 frazioni individuali di digiuno.
Quanto guadagna un vincitore di tappa al Tour De France
Il montepremi complessivo messo in palio dal Tour de France è di 2.308.200 di euro e al vincitore andranno 500 mila euro. Sorride anche il resto del futuro podio: al secondo classificato sono destinati 200 mila euro, mentre il terzo ne incasserà 100 mila. Queste sono le cifre della corsa più ricca che i singoli ciclisti dovranno dividere anche con il resto del proprio team, garantendo così un compenso anche ai gregari. Inoltre, il vincitore di ogni tappa ha un premio da 11 mila euro garantito, mentre tutti i ciclisti che chiuderanno il Tour dalla 20esima alla 160esima posizione della classifica finale riceveranno un gettone di presenza dal valore di mille euro ciascuno.
Premi del Tour De France
1° 500.000, 2° 200.000, 3° 100.00, 4° 70.000, 5° 50.000. 6° 23.000. 7° 11.500, 8° 7.600, 9° 4.500, 10° 3.800, 11° 3.000, 12° 2.700, 13° 2.500, 14° 2.100, 15° 2.000, 16° 1.500. 17° 1.300, 18° 1.200. 19° 1.100. Dal 20° al 160° 1.000.
I premi per tappa
1° 11.000, 2° 5500, 3° 2800, 4° 1500, 5° 830, 6° 780, 7° 730, 8° 670, 9° 650, 10° 600, 11° 540, 12° 470, 13° 440, 14° 340. Dal 15° al 20° 300.