Ho pensato più volte che sarebbe meraviglioso, a Venezia, creare un itinerario (anche a pagamento), una specie di tour, in salita e discesa, a piedi, nei più alti campanili della città. L’idea mi frullò in testa dopo aver avuto il privilegio, grazie al priore della chiesa dei Frari, di salire sul campanile, oggi (come ieri) severamente proibito al pubblico.
Tra i campanili spicca quello dei Frari
La vista è sconvolgente. La città, dai suoi 60 metri d’altezza, appare in tutta la sua globalità. Non è una veduta aerea, come si ammira dai circa 100 metri d’altezza del campanile di San Marco. Lì sembra d’essere in elicottero. Ma la vista “a volo d’uccello”, come si diceva in gergo antico. Venezia appare tutta con la sua complessità, leggerezza e bellezza.
Gli altri campanili
Pensate, poi, essere in cima ai campanili di San Giovanni Elemosinario a Rialto (che vista!), San Cassiano, San Nicolò dei Mendicoli, San Marziale, San Sebastiano, Tolentini, San Pietro di Castello del Codussi, anche se il top viene raggiunto in laguna dai campanili di San Vitale a Poveglia, San Martino a Burano, Santa Caterina a Mazzorbo e Santa Maria Assunta a Torcello. Ecco, questo campanile l’ho potuto risalire tanti anni fa, grazie all’amicizia con il parroco di allora, don Ettore Fornezza. Un vero privilegio.
La città e i dintorni visti dai suoi millenari campanili é una esperienza fantastica
Temporale e assoluta. Si può iniziare dalla Torre di Tessera (IX secolo, e non a caso torre e non campanile…) fino al più modesto campanile novecentesco di S.Elena a Castello, costruito dall’ingegner Ferdinando Forlati nel 1930.
Tutto merito di un dentista
Tutta questa riflessione aerea è dovuta alla lettura del bellissimo libro scritto da un…dentista. “Campanili a Venezia” del dottor Fabio Rizzardi, Antiga Edizioni, 564 pagine, é una pubblicazione fantastica. Da cui l’idea e il progetto (da realizzare veramente) di un giro estemporaneo in cima ai campanili.
Rizzardi, nella sua meticolosa ricerca, impreziosita da stampe antiche e disegni attuali originali (opera dello stesso autore), censisce circa 117 campanili esistenti in città. Romanici, rinascimentali, barocchi, neo-classici, novecenteschi…
In origine erano circa 140, poi alcuni vennero distrutti o ridimensionati (come a Santa Margherita). Un vero record nella storia urbanistica europea. Quanti centri storici, Parigi e Londra compresi, posso vantare un numero del genere?
Si prendono in considerazione le cuspidi (cime…) veneziane. A forma conica, a bulbo, piramidale, a tetto piano, a vela, a capanna.
Nell’era tecnologica degli smartphone, vale la pena di fare una riflessione sui campanili
Si tratta di un primitivo mezzo di… comunicazione. Difensivo, comunicativo e di identità paesana. Dicevo prima, di Torre di Tessera, una delle più antiche. Perché nel medioevo lo scopo era esclusivamente difensivo, di avvistamento del nemico. Poi dopo l’uso delle meridiane per segnare il tempo, ecco la funzione delle torri campanarie. Suonano all’alba, a mezzogiorno, al vespero. Convocano per le messe, suonano a stormo per segnare il pericolo, oppure, più felicemente, per annunciare e festeggiare gli sposi.
Più lenta e triste la campana a morto, in caso di lutto e di funerale
Le campane di San Marco, sono vera letteratura. La “marangona” suona con la nota LA. Avvisava i lavoratori per l’inizio e la fine del lavoro. La “trottiera”, con la nota DO, avvisava i patrizi di sbrigarsi a raggiungere Palazzo Ducale per le riunioni istituzionali. La campana “pregadi” (o “mezza terza”. con la nota RE, annunciava le sedute del serenissimo Senato. La “renghiera” (o del Maleficio”), con la nota MI, suonava mestamente per le esecuzioni capitali.
Infine un’ultima curiosità. C’è una chiesa che ha due campanili a troncone che proprio non si vedono. È la chiesa della Fava (o Santa Maria della Consolazione). Purtroppo sempre chiusa.
Grazie per l’ottima recensione!