“Con questo pazzo tempo stravagante….. non è più finita”! Che la Terra stia soffrendo, e noi con Lei, è ormai una verità diffusa (ma c’è sempre qualcuno che non vuole saperlo). Una crisi ambientale planetaria sembra specchiarsi nel linguaggio quotidiano: La frase più corrente o banale è: “Il tempo si sta guastando, pioverà prima di sera”.
Ma diciamo anche: “Il tempo è impazzito, dove sono finite le stagioni regolari?”
“Ci rendiamo conto di cosa parliamo?”
“Non è possibile che un’astrazione si deteriori…”
“Va bene, c’è tempo e tempo, quello meteorologico e quello cronologico…”
E se…ci pensano Gianni Rodari e Salvador Dalì
A proposito, il grande Gianni Rodari si inserisce in questi discorsi più o meno da bar Italia quando insinua due parole che troviamo nel suo libro Grammatica della fantasia: “E se…” Si tratta di una formuletta che fa scattare l’immaginazione, un vero innesco della nostra creatività che apre scenari incredibili.
Per esempio, tornando al nostro argomento: E se si guastasse o impazzisse il tempo cronologico; quello, per dire, che misuriamo sull’orologio? Un famoso pittore, il surreale Salvador Dalì, aveva intuito a modo suo l’agonia del Tempo e l’aveva resa visibile con i suoi orologi liquefatti, flosci, inerti. Ma anche noi possiamo fantasticare su questa immaginabile “peste degli orologi” in cui le ore si dilatano o si restringono, le albe iniziano al tramonto, i giorni si sostituiscono alla notte, i treni si fermano a un chilometro dalla stazione, gli aerei cambiano rotta, ecc. ecc…..
Diciamo la verità: “E se…” può farci cadere dentro una fiaba tecnologica che, sullo sfondo dell’Intelligenza Artificiale, ci trasforma in tanti piccoli narratori in compagnia di Philip Dick. O, per chi ama il fantastico, ci fa smarrire nei labirinti dell’immaginario del nostro Dino Buzzati.
La febbre del replay
Ormai si sa, c’è un coordinamento fra i network, dalla Rai in giù, che riguarda il flusso pubblicitario in televisione: i programmi finiscono nello stesso momento, e partono agli spot commerciali: nessuno spreca tempo o favorisce la concorrenza. Quello, invece, che non si aspettano i più devoti telespettatori è la soppressione di programmi a cui ci si è affezionati appena si comincia a sentire odore d’estate: fine, si va (loro) in vacanza, arrivederci, se proprio vi piace il programma andate a guardarvi il replay (sì, perché il sostanzioso mercato delle repliche viene annunciato in inglese).
“La tv serve la solita minestra” ha detto Aldo Grasso parlando dei riempitivi più o meno banali che, – replicano replicando, – infestano i vari network da qui fino a settembre.
Il popolo dei tele-dipendenti, percentualmente dominato da persone agè, collocate in casa o in Rsa, è fatto di abitudini, di affezione o confidenza a un personaggio o ad un talk. La televisione come amica del tempo liberato (“anche massa” dicono certi nonni) crea dipendenza, dicono gli esperti, ma dovrebbero aggiungere che quell’aggeggio domestico è come un cane da compagnia, una presenza anche silenziosa che, però, mentre illumina il soggiorno o la cucina o il salotto, porta un po’ di luce anche nella giornata dell’utente fedele, anzi obbligato.
Certi programmi, con la loro cadenza oraria, con il loro ritorno a data fissa sullo schermo, danno sicurezza e chi li cancella dal programma quotidiano provoca un urto psicologico, un vuoto nelle persone più bisognose di quelle forme di intrattenimento che aiutano a “coprire” le ore vuote, che sono ahimè tante. La noia del replay non è la soluzione.
Noi Europa
(poesia)
Oggi le campane del mattino,
quelle proprie della nostra via,
hanno aperto il giorno di festa
con apparente più vigore, o sono io
forse più attento?
Ieri ho letto
che il paesaggio dell’Europa
è punteggiato da due “segni”
che ci distinguono nel concerto
delle nazioni: i “sacri bronzi”
che battono le ore, e le croci
ovunque diffuse.
“L’identità
di tanti popoli sta dunque
in questi due semplici oggetti
quotidiani?” ci domandiamo.
Così è: dentro i loro cuori
c’è la risposta, una sola:
“Nelle croci e nelle campane
batte i suoi ritmi l’eterno
genio del Tempo”.
Anonimo 2024
Il verso è tutto.Nelle imitazioni della Natura , nessun istrumento d’arte è più vivo, agile,acuto,vario,multiforme,plastico, obbediente,sensibile,fedele. Più compatto del marmo, più malleabile della cera, più sottile d’un fluido, più vibrazione di una corda, più luminoso d’una gemma, più fragrante d’un fiore, più tagliente d’una spada, più flessibile d’un virgulto, più carezzevole d’un murmure, più terribile d’un tuono, il verso è tutto e può tutto.
Gabriele D’ Annunzio.
È vero , è tutto vero !
Quando leggo ” Nelle croci e nelle campane batte i suoi ritmi l’ eterno Genio del Tempo ” associo il nostro Anonimo Poeta a Gabriele D’Annunzio.
Correggo: più VIBRANTE di una corda .
Grazie.
e se … due paroline che aprono mille mondi ! Una volta, tanto tempo fa, noi bimbi dicevamo:
Und wenn das Wörtchen WENN nicht wär’,
so wär’ mein Vater Millionär !
Quanti mondi fantastici che si aprono – e poi si chiudono ! È bello fantasticare.
Mai avrei pensato che, un giorno, avrei fatto parte del gruppo di persone che, pur di sentire (spesso senza ascoltare!) una voce, lasciano accesa la tv, anche non seguendola … eppure. I tempi cambiano, non solo quelli meteorologici !