Un tributo a Maria Mingati, negli spazi del palazzo della Provvederia a Mestre: da oggi fino a domani sera, una mostra rende omaggio alla pittrice padovana di nascita, ma mestrina di adozione in occasione dei suoi ottantanove anni. Si tratta di un’occasione unica, per gli occhi e per il cuore di tutti; per chi l’ha sempre seguita, di esposizione in esposizione, e per quanti ancora non hanno conosciuto la sua arte liberatoria, vibrante, in totale autonomia.
Chi è Maria Mingati
La voce di Maria al telefono è limpida e gentile, come la sua visione; un poco si commuove, per questa festa inattesa, ha l’eleganza di uno stupore incredulo. Il suo lavoro, tuttavia, nei decenni ha saputo mantenere una coerenza incrollabile e una cifra esclusiva: dipinti pulviscolari, in cui la cromìa assume una trasparenza vitrea; incredibili tagli di luce, in un universo altro per senso e sentimento delle cose.
Per quanto ci si eserciti ad indicare fili logici e ascendenze, è molto difficile identificare le matrici del suo agire, così libero e potente. Anche a cercarle sorelle, i dubbi restano: il tratto di Goncarova, il colore rutilante di Sonia Delaunay, la coscienza spaziale di Bice Lazzari. Una tendenza alla decostruzione della materia, ci fa tuffare invece in uno spazio-tempo affascinante, che ha i ritmi dell’incantamento.
C’è molto altro, tuttavia, al di là dell’aspetto estetico
L’impressione, nell’ammirare le opere di Maria Mingati, è quella di ricevere un dono. Un dono di sé, qualcosa di prezioso. Lieve, ma non facile; nulla di estetizzante, anzi. Nonostante la levità della materia, la proporzione lattescente, tutto – in queste opere di non grandi dimensioni – sa di approccio molecolare allo spazio. È allora, se potessimo isolarci dal rumore, che saremmo presi da meraviglia. Rispetto, e meraviglia.
Il rispetto è dovuto per quel punto oscuro da cui l’universo creativo di Maria promana, con intenti precisi, lucidi: una pervicace, decisa aspirazione all’essenza, nel nome di una volontà positiva, controcorrente, tutta spirituale. La meraviglia ne è la conseguenza diretta, quasi un farmaco salvavita per le nostre esistenze addolorate. Il gesto dell’artista ci offre, intatta, ma forte come un abbraccio risoluto, tutta la grazia del suo mondo interiore.
I lavori di Maria Mingati
È un dono importante, la grazia di questa pittrice; è un monito che ci spinge alla metamorfosi; è una speranza nell’oscurità che andiamo attraversando. Quasi a dirci che la materia che ci compone è buona, nonostante tutto. Che sarebbe possibile, persino oggi, vedere il bello nei nostri cuori esacerbati. Siamo, certo, della sostanza di cui sono fatti i sogni, ma quegli stessi sogni – rammenta Maria – hanno una consistenza fisica che i suoi lavori ci fanno intuire. Quella vibrazione, quel battito angelico, è per noi. Quella luce trasparente, che tanto ricorda certe albe in laguna, è sempre per noi. Quasi che l’artista ci passasse il testimone, qualcosa di aurorale, magico come sa essere solo la vita.
La mostra alla Provvederia
La mostra alla Provvederia di Mestre, voluta dal Comune di Venezia e dall’associazione culturale “Mestre Mia”, è un evento breve, ma destinato a lasciare una traccia nelle nostre coscienze. Anche perché le immagini delle opere in mostra corredano l’e-book del romanzo Palpiti d’ali di Nicoletta Benatelli, (scrittrice, giornalista, figlia di Maria) già apparso in versione cartacea per Supernova edizioni. Questo splendido lavoro a due mani è disponibile sulla piattaforma Amazon o direttamente ai link https://store.streetlib.com/fiction/palpiti-dali-814899/ e https://play.google.com/store/books/details/Nicoletta_Benatelli_palpiti_d_ali?id=_0QCEQAAQBAJ
Grazie di ❤️ a Francesca Brandes per questa splendida recensione che testimonia il suo approccio assolutamente unico all’arte e agli artisti, permeato di conoscenza, sensibilità e profondità molto rare