Una delle misure contro il nuovo aumento dei contagi è il ritorno, sempre più sostenuto, alla Didattica A Distanza (DAD). In realtà si poteva immaginare già a fine estate che le scuole sarebbero state un luogo privilegiato per la diffusione del virus, ma non si poteva iniziare settembre con tutti i minorenni d’Italia a pieno carico delle famiglie, specie quelli sotto i 14 anni. Per introdurre la DAD c’è bisogno di restrizioni alla mobilità degli adulti: i più piccoli apprendono in cameretta mentre un genitore è in casa. L’Italia a tre colori fondamentalmente ripropone una forma “leggera” di lockdown, e quindi si può riprendere la DAD. Ma questo cosa comporta?
Prima domanda: ma questa DAD funziona?
La risposta non è semplicissima. Bisognerebbe dividere la domanda in: funziona per cosa? Con chi? In quale misura? Con quali caratteristiche?
In linea generale possiamo dire che, per quanto riguarda l’apprendimento di conoscenze e competenze, funziona. Certo, l’attenzione di bambini e ragazzi tende ad essere meno solida, per cui deve esserci qualcuno con loro, specie con i più piccoli. Già questo è un discrimine non da poco rispetto alla didattica in aula nella quale un docente vigila sul fatto che nessuno sia lasciato a se stesso. Le conoscenze e competenze che possono essere trasferite con la DAD tendono ad essere quelle “da programma”: Si possono imparare la storia e la geografia, si può anche imparare come utilizzare queste conoscenze in un ragionamento complesso, purtroppo si va a perdere una parte di competenze relazionali “in presenza” che la scuola ha da sempre fornito ai bambini e ai ragazzi. La socialità si può apprendere anche negli ambienti online, ma è una socialità diversa.
Se non si riprenderà ad avere una scuola in presenza, in breve tempo rischiamo di avere una generazione con gravi difficoltà nel vivere gli spazi concreti e la presenza di altre persone. C’è però un problema fondamentale: per fare sì che la DAD funzioni al meglio è necessario che sia progettata come tale, che sia un percorso multicanale e multimetodo. Un esempio potrebbe essere un corso di laurea telematico ben studiato ed eseguito: idealmente comprenderebbe lezioni registrate (con moduli da 15 minuti che tengono conto della soglia di attenzione online), seminari sincroni online, quiz dopo ogni 30 minuti di lezione per la verifica dell’apprendimento, ricevimento online con il docente per dubbi e problemi individuali, forum, esercitazioni, materiali multimediali, riferimenti bibliografici/sitografici con hyperlink, seminari dal vivo, esami in presenza.
Tutto questo definito ancora prima ancora di iniziare. Nelle nostre scuole la didattica a distanza, introdotta in piena emergenza e non pensata per rimanere nel futuro, sta venendo trattata come il tentativo di riproporre quello che si farebbe in un’aula all’interno di una piattaforma online. Con il docente che spiega per ore e i ragazzi che ascoltano e leggono sui libri di carta di fronte al computer. In questo modo l’efficacia della DAD si riduce drasticamente.
Che effetti ha la DAD sulla salute di bambini e ragazzi?
La DAD in sé non ha effetti negativi sulla salute: si tratta di un metodo didattico che, se fatto bene, permette un buon apprendimento. È la privazione del resto dell’esperienza scolastica a comportare un rischio. La salute è fisica, psicologica e relazionale. Quest’ultima deve essere anche nutrita con la prossimità fisica con un gruppo di pari, e questo è tanto importante negli anni della scuola primaria che nel periodo successivo della crescita. Un esclusivo utilizzo della DAD per troppo tempo può portare a fenomeni depressivi e di sviluppo di ansia sociale.
Tra le conseguenze possono esserci anche l’emergere di comportamenti aggressivi o antisociali sia online che negli ambienti reali. L’ansia può essere associata a sintomi fisici anche nei più giovani, come ad esempio l’emergere di fenomeni di difficoltà respiratoria e gastrointestinali. Quando le problematiche diventano sia psicologiche che sociali che fisiche il percorso per la riabilitazione è più complesso e può richiedere maggiore impegno.
Che effetti ha la DAD sulla famiglia?
La DAD in sé non ha effetti sulla famiglia. Il fatto che bambini e ragazzi passino molto tempo a casa e non abbiano vaste possibilità di confronto fuori dalla famiglia si. Il rischio fondamentale è lo sviluppo di una relazione eccessivamente dipendente dai propri adulti di riferimento. Oppure dell’insorgere di conflitti che non hanno una “valvola di sfogo” all’esterno. La famiglia, qualunque accezione si voglia dare a questa parola, è messa a dura prova dall’emergenza sanitaria e ne emergerà comunque cambiata.
Un rischio della DAD è quello di investire uno o entrambi i genitori (o chi per loro) del ruolo di “professore casalingo”. La famiglia è la famiglia, la scuola è la scuola. Non è consigliabile caricare bambini e ragazzi con un doppio carico didattico e creare la presenza di ulteriori figure docenti che possono eventualmente anche essere in disaccordo con quelle della scuola e creare confusione. In questo momento c’è bisogno del ruolo della famiglia e degli affetti. Ed è necessario che le diverse figure deputate al supporto dello sviluppo di bambini e ragazzi collaborino attivamente per aiutarli in ogni modo possibile.
Quindi cosa si può fare?
Il periodo è difficile per tutti, e dobbiamo renderci conto che non esistono soluzioni completamente indolore. La DAD, dove e quando viene introdotta, fa parte di pacchetti di misure a protezione della salute pubblica. Partiamo da questo presupposto per parlare con trasparenza ai più giovani di ciò che sta succedendo. Responsabilizziamoli facendo capire loro che il disagio di non poter stare fuori, con gli amici, nelle città, fa parte di un grande sforzo collettivo di cui loro sono parte integrante. Certamente è difficile ragionare in questi termini e fare o ascoltare discorsi di questo tipo. Sono circa 80 anni che nessuno si sognerebbe di pensare a idee come queste.
Un’altra cosa da fare è contestualizzare: non c’è giorno in cui non ci si debba ricordare che l’emergenza finirà, come ogni periodo nella storia umana. La DAD potrà andare a integrare una vita all’aria aperta e in compagnia, potremo tenere il buono e superare le limitazioni. Infine, avere grande pazienza e tolleranza. E ricordare che nei periodi difficili sono l’amore e l’affetto che tengono saldi i legami e permettono di guardare al futuro insieme.