Non si può non continuare ad affrontare le acque agitate che non hanno mai fine nel povero mare Mediterraneo. Un’ulteriore tegola cade sulla testa dell’Europa e dell’Italia sulla questione della Libia, Paese che si affaccia sul Mediterraneo e che ha allargato le braccia alla Turchia di Erdogan che ambisce a diventare superpotenza nell’area mediterranea e non solo.
Libia e il trattato
Alcune settimane fa, il Governo di Accordo Nazionale libico, guidato da Al-Sarraj, che controlla solo una parte del territorio libico e riconosciuto dalla comunità internazionale, mentre l’altra parte è sotto il controllo del suo nemico il generale Khalifa Belqasim Haftar, ha stipulato un Trattato, a livello marittimo, con il governo di Erdogan, concernente le operazioni di addestramento della marina e della guardia costiera libica. Tali operazioni rientrano da parte della Turchia nel novero delle attività di supporto, consultazione e addestramento militare e di sicurezza incluse nell’accordo raggiunto nel novembre 2019.
La provocazione della Turchia
Il tutto può essere considerato non solo un affondo, ma anche una provocazione della Turchia nei riguardi dei Paesi europei e dell’Italia. Quest’annuncio è stato una vera doccia fredda per il governo italiano, ma anche per l’UE che hanno investito tempo e danaro per ricostituire, supportare, addestrare ed equipaggiare le forze della marina e guardia costiera libica. Milioni di euro emessi dalla Commissione europea per favorire un programma gestito dal nostro Paese. Per il governo italiano è stato uno schiaffo per la ragione che il tema della guardia costiera libica è considerato una questione strategica. Dalle autorità italiane, nel 2018, vennero regalate alla Libia, grazie all’accordo, alcune navi militari che servivano per avviare una collaborazione con la guardia costiera libica per contrastare la tratta di esseri umani gestita da trafficanti criminali. Ora le navi donate dall’Italia saranno adoperate per l’addestramento dalla Turchia, Stato terzo. Una vera e propria presa in giro nei nostri riguardi, senza dimenticare la poca serietà dei libici.
Le polemiche
Le polemiche, purtroppo, non sono mancate da parte di alcune testate giornalistiche italiane sul patto tra Libia e Turchia a livello di assistenza reciproca di collaborazione marittima che hanno solo creato un polverone ingiustificato. Sono forse sfuggiti due elementi fondamentali: il primo rappresentato dalla cooperazione fra Ankara e Tripoli sul piano marittimo che ha la sua origine dagli accordi firmati, dando vita a veri e propri trattati internazionali; il secondo costituito dalla cooperazione tra la guardia costiera libica e gli europei che è stato sospeso.
Libia e Turchia, qualcosa che sa di paravento
Certamente, questa cooperazione libico-turca è solo un paravento dell’obiettivo militare di Ankara, ma dietro vi è uno scopo politico, con il rischio di osservare la Turchia che usa la guardia costiera libica come valvola per l’immigrazione nel vecchio continente europeo. In sostanza ci si trova dinanzi ad una specie di minaccia ibrida come strumento da usare contro l’Europa, affinché non continui ad adottare misure restringenti come, ad esempio, l’embargo di ogni genere nei confronti dello Stato turco.
Danno e beffa vanno a braccetto e vedere come la nostra diplomazia si è ridotta a divenire spaesata, impotente, anche poco adeguata.