“Primo, imparare delle poesie a memoria…Le poesie fanno compagnia, uno se le ripete mentalmente; e poi lo sviluppo della memoria è molto importante. Secondo, puntare solo sulle cose difficili eseguite alla perfezione. Terzo, sapere che tutto quello che abbiamo può esserci tolto da un momento all’altro.” Sintesi di un promemoria formulato durante un’intervista da Italo Calvino. Il grande scrittore nasceva esattamente cento anni fa, il 15 ottobre 1923 a Santiago de Las Vegas (Cuba). Tra i romanzieri più amati e importanti del Novecento, intellettuale e sperimentatore che ha influenzato cinema, teatro e arti figurative.
Con Calvino alla Lovat
Con lo stupore che ha saputo regalarci, entriamo nella nostra libreria preferita la Lovat, punta di diamante del nordest con le belli sedi a Villorba (Treviso) e Trieste. Sempre in primo piano nel mondo letterario grazie agli incontri con gli autori e agli spazi dedicati ai più piccoli.
Prima di leggere la classifica che ci ha preparato aggiungiamo un altro compleanno importante: il 10 ottobre 1921 a Pieve di Soligo nasceva l’indimenticabile Andrea Zanzotto. La sua poesia è una traccia indelebile nella cultura di tutti i tempi.
Ecco il medagliere di questa settimana:
- D’Avenia – Resisti, cuore. – Mondadori
- Murgia – Accabadora – Einaudi
- King – Holly – Sperling & Kupfer
- Giannone – La portalettere – Nord
- McCarthy – Stella Maris – Einaudi
- Malvaldi – La morra cinese – Sellerio
- Corona – Le altalene – Mondadori
- Rampini – La speranza africana – Mondadori
- Ardone – La grande meraviglia – Sellerio
- Allende – Il vento conosce il mio nome – Feltrinelli
Una novità in vetta
La novità in vetta alla classifica ci porta a navigare o naufragare con il poema epico più amato della nostra civiltà, l’Odissea. Così celebre che il termine è utilizzato sempre per definire un’esperienza travagliata e in certi casi, la vita. Resisti, cuore. L’Odissea e l’arte di essere mortali. (Mondadori) di Alessandro D’Avenia. Lo scrittore ripercorre i 24 canti del poema analizzandoli come un’arte di vivere. Nelle peripezie di Ulisse ritrova la propria esperienza e il percorso di ogni individuo. Opportunità per confrontarci con la “nostra Odissea” e con il tempo che abbiamo speso per fare ritorno a Itaca. Alessandro D’Avenia è dottore di ricerca in Lettere classiche, sceneggiatore e insegnante in un Liceo. Dal suo romanzo d’esordio “Bianca come il latte, rossa come il sangue” è stato tratto l’omonimo film. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo.
Murgia non scende
In seconda posizione un Premio Campiello targato 2010, a dimostrazione di un lascito letterario importante, quello della scrittrice Michela Murgia scomparsa lo scorso 10 agosto: Accabadora (Einaudi). “Acabar”, in spagnolo, significa finire. In sardo “accabadora” è colei che finisce. Cuore della vicenda ambientata negli anni ’50, il rapporto tra la protagonista e la sua “fill’e anima” una specie di figlia adottiva che le viene ceduta dalla madre biologica, una vedova troppo povera per poterla mantenere. “Figli d’elezione” un tema molto amato da Michela Murgia e che ha influenzato il suo percorso professionale ed emotivo. Narrazione che si apre con una dedica impossibile da dimenticare: “A mia madre. Tutt’e due”.
Il re dell’horror
“A volte l’universo ti lancia una fune” Che bella questa citazione! Noi che siamo ladri di aforismi l’abbiamo subito presa in prestito dall’ultimo romanzo di Stephen King: Holly (Sperling & Kupfer). Deliziosamente terrificante, lo scrittore non si smentisce mai. Da più di quarant’anni le sue storie sono bestseller da 500 milioni di copie nel mondo. Hanno ispirato registi del calibro di Stanley Kubrick, Brian De Palma, David Cronenberg. Per i suoi meriti artistici ha ricevuto dall’allora Presidente Barack Obama la National Medal of Arts. La sua abilità è nel costruire ansia e terrore da normali situazioni della vita. In questo caso il pericolo ha il volto di una impeccabile coppia di professori universitari con un terribile segreto.
McCarthy, un grande
Per il terzo classificato sul podio citiamo “The Boston Globe” perché autorevolmente sintetizza i talenti di un grande scrittore che ci ha lasciato lo scorso 13 giugno a 89 anni, Cormac McCarthy.
“È uscito di scena con un fremito poderoso. Nel Passeggero e in Stella Maris riecheggiano non solo i suoi più grandi successi, ma un intero pantheon della letteratura americana: il linguaggio barocco e il giro di frase di Faulkner; il dialogo conciso e laconico di Hemingway; la paranoia poetica di DeLillo”. La storia prende avvio nell’ottobre del 1972 in una struttura psichiatrica: Stella Maris. Un uomo e una donna tra le mura di una stanza si scambiano parole di matematica e desiderio, musica e visioni. Lei è Alicia, sta cercando di fuggire ai suoi demoni. Lui è lo psichiatra che vuole salvarle la vita. Falliranno entrambi, ma le parole che si scambiano in quella stanza daranno vita a qualcosa di importante.
Resiste Rampini
Sempre tra i magnifici dieci il nuovo saggio di Federico Rampini La speranza Africana (Mondadori). Il giornalista e scrittore da sempre sensibile e acuto testimone delle dinamiche internazionali ci racconta l’Africa in modo inusuale e illuminante, oltre gli stereotipi basati solo su sofferenza e grandi migrazioni. Descrive la straordinaria vitalità culturale di comunità africane a New York, Londra, Parigi. Secondo Rampini il nostro futuro si giocherà in Africa, baricentro demografico del pianeta.
Allende non si tocca
Scrittrice molto amata, ritroviamo nel medagliere Isabel Allende: Il vento conosce il mio nome (Feltrinelli). La scrittrice riesce a cogliere frammenti di magia anche quando la narrazione è avvolta da eventi tragici, come la storia dei due protagonisti separati in giovane età dalle loro famiglie: Samuel, bimbo ebreo (il padre scompare nel 1938 durante la Notte dei cristalli) e Anita che nel 2019 ha sette anni. Per sfuggire ad un pericolo imminente nella sua terra, il Salvador, cerca rifugio con la madre negli Stati Uniti, ma la nuova politica di separazione famigliare le divide e lei si trova sola in un centro di accoglienza.
Le altalene continuano a muoversi
Come spesso accade lasciamo in conclusione le cose importanti. Abbiamo citato più volte il libro di Mauro Corona da tempo in vetta alle classifiche: Le altalene (Mondadori). Questa settimana la narrazione dello scrittore alpinista ha una valenza emotiva più forte perché c’è una data che non possiamo dimenticare: 9 ottobre 1963, ore 22 e 39. Sono passati sessant’anni dalla tragedia del Vajont, momento di riflessione e vicinanza che sarà sottolineato quest’anno anche dalla visita del Presidente Sergio Mattarella.
Mauro Corona racconta quei momenti terribili quando è appena tredicenne: “Piovve terra sulla terra, e terra nell’acqua, e terra su duemila anime morte, di cui 487 bambini, a Erto il tempo ha continuato a oscillare tra dolore e speranza di rinascita, ricordi tragici e difficili presenti, memoria di una povertà aspra e dura ma viva e vitale che si riflette nel benessere vuoto e triste dell’oggi”. La tragedia del Vajont, più volte annunciata ma ignorata dall’avidità dell’uomo è una ferita aperta e lacerante. Per l’anniversario sono molti gli incontri organizzati in tutto il territorio.
Pensando al Vajont
All’Ateneo Veneto ho assistito in questi giorni allo spettacolo itinerante con Edoardo Pittalis, Gualtiero Bertelli, Cimo Nogarin. Tra cronaca e memoria, una pagina di grande emozione. La stessa emozione che provo quando guardo il film di Renzo Martinelli Vajont trasmesso in questi giorni su LA7. Il film è del 2001 e venne presentato in anteprima mondiale su un gigantesco schermo a ridosso della grande parete della diga. Nel cast anche Mauro Corona.
Buona lettura!
Dott.ssa Elisabetta, è bello ricordare Italo Calvino, cominciai a regalare il Barone rampante a mia figlia, quando ancora non era pronta per questa lettura, ma con il nostro aiuto abbiamo vissuto la storia strampalata di Cosimo e la sua vita sugli alberi con grande divertimento. Le tre regole pensieri di Calvino posti all’inizio dell’articolo li condivido pienamente. Vedo che la maggior parte dei lettori, che come me amano i classici rispetto ai testi più vicini al mercato, hanno premiato una lettura particolare delle vicende di Ulisse. Il nuovo libro di Alessandro D’Avenia, Resisti, cuore – L’Odissea e l’arte di essere mortali, ci propone un’altra lettura, una delle tante, intorno all’astuto e concreto eroe ellenico. L’Odissea è la metafora della vita, con le sue sofferenze, ma anche un invito a lottare per raggiungere la meta cercata con tanta tenacia. Non posso far meno di ricordare, quando sento parlare di Odisseo, dello spettacolo di Teresa Mannino, Sono nata il ventitré, anche qui c’è un’analisi dell’Odissea in forma paradossale. Credo che anche questa sia letteratura.