“Niente è reale, niente di cui preoccuparsi. / Campi di fragole per sempre”. Perché citare Strawberry Fields Forever dei Beatles in apertura? Ogni volta che preparo il testo sulla classifica c’è sempre un’atmosfera magica e ipnotica. Tra le novità della settimana noto l’ingresso di Federico Rampini e casualmente sulla pila di libri che ricopre la mia scrivania campeggia in cima a tutti gli altri un suo saggio che ho letto nel 2014 con grande piacere: “All you need is love – L’economia spiegata con le canzoni dei Beatles”. Anche questa volta Rampini ci sorprende e senza citare i Fab Four.
Con i Beatles alla Lovat
Andiamo allora a scoprire quali sono le novità del medagliere con i fantastici dieci titoli più letti e amati dal pubblico grazie alla classifica elaborata come sempre dalla Libreria Lovat punto d’incontro letterario del nordest con le belle sedi a Villorba (Treviso) e Trieste.
1- Tobagi, LA RESISTENZA DELLE DONNE, Einaudi
2- Rampini, LA SPERANZA AFRICANA, Mondadori
3- Murgia, ACCABADORA, Einaudi
4- Allende, IL VENTO CONOSCE IL MIO NOME, Feltrinelli
5- Giannone, LA PORTALETTERE, Nord
6- Ardone, GRANDE MERAVIGLIA, Einaudi
7- Corona, LE ALTALENE, Mondadori
8- Malvaldi, LA MORRA CINESE, Sellerio
9- Follett, LE ARMI DELLA LUCE, Mondadori
10- Galimberti, L’ETICA DEL VIANDANTE, Feltrinelli
L’Africa di Rampini
Partiamo subito dal giornalista e scrittore Federico Rampini celebre e attento osservatore delle dinamiche internazionali. Dopo aver analizzato la Cina con aspetti inediti ora ci racconta l’Africa in un modo insolito: La speranza africana (Mondadori). Non è una nazione, racconta l’autore, ma un continente immenso. Viene descritta quasi esclusivamente come sofferenza e migrazioni, ma possiede una straordinaria vitalità culturale. New York, Londra e Parigi sono immerse da romanzi, musica, film, creazioni artistiche elaborate da generazioni di artisti africani. Negli Stati Uniti i recenti immigrati hanno dato vita a comunità africane di grande spessore. Secondo Rampini il nostro futuro si giocherà in Africa. È il baricentro demografico del pianeta dove si concentra la crescita della popolazione in questo secolo, mentre altrove avanza la denatalità. Esiste un protagonismo africano afferma Rampini e sbagliamo quando descriviamo il continente soltanto come oggetto di manovre altrui (America, Cina, Russia, Europa). Da testimone in presa diretta il giornalista attraverso questo reportage di viaggio cambia il punto di vista narrando un’Africa nuova, oltre gli stereotipi.
La novità Ardone
L’amore è incomprensibile, una forma di pazzia. Questa frase introduce un’altra novità della classifica: Grande meraviglia (Einaudi) di Viola Ardone. E se scoprissimo che meraviglia è il cognome di un giovane psichiatra? Si chiama proprio così uno dei protagonisti del romanzo, Fausto Meraviglia deciso a portare via dal manicomio la giovane Elba, “perché lui i manicomi li vuole proprio chiudere come prevede la legge Basaglia approvata pochi anni prima”. Così scopriamo in quale periodo si muovono i personaggi narrati dall’autrice napoletana. Al suo attivo romanzi di spessore come: Il treno dei bambini e Oliva Denaro. L’incipit di Grande meraviglia è tutto da leggere: “Il mezzomondo è la casa dei matti, ci stanno i cristiani che sembrano gatti: non hanno la coda, non sanno miagolare, però sono gatti. Gatti da legare”.
Entra il Campiello
Torniamo in vetta con il Premio Campiello vinto a settembre da Benedetta Tobagi ed ora al primo posto del medagliere: La resistenza delle donne (Einaudi), racconta in forma narrativa la storia sconosciuta delle partigiane e di tutte le donne che hanno lottato contro il nazifascismo. “Ho voluto scrivere un inedito album di famiglia della Repubblica, in cui sono rimesse al loro posto le pagine strappate, o sminuite: le pagine che vedono protagoniste le donne”, ha commentato Benedetta Tobagi ricevendo il prestigioso riconoscimento. “Voglio dedicarlo a queste donne che non si sono girate dall’altra parte e a tutte le persone che oggi non si girano dall’altra parte e che accolgono chi viene in cerca di futuro, che cercano di contrastare la ferocia e le disuguaglianze che ci sono”.
Murgia c’è ancora
Dal Premio Campiello 2023 a quello del 2010, sempre al femminile. Lo vinse la scrittrice sarda Michela Murgia scomparsa il 10 agosto scorso. Sul podio in terza posizione: Accabadora (Einaudi). “Acabar”, in spagnolo, significa finire. In sardo “accabadora” è colei che finisce. Il romanzo è ambientato negli anni Cinquanta. Cuore della vicenda, il rapporto tra la protagonista e la sua “fill’e anima” una specie di figlia adottiva che le viene ceduta dalla madre biologica, una vedova troppo povera per poterla mantenere. “Figli d’elezione” un tema molto amato da Michela Murgia e che ha influenzato il suo percorso professionale ed emotivo. Ecco perché la dedica che leggiamo nel libro ha quell’aspetto stupefacente che ti aspetti dalla letteratura: “A mia madre. Tutt’e due”
Si gioca a morra
Tornano gli intrighi avvincenti che coinvolgono i vecchietti del BarLume usciti dalla penna talentuosa di Marco Malvaldi e protagonisti di una fortunata serie televisiva. Questa volta un fatto epocale sconvolge Pineta: La morra cinese (Sellerio). Dopo decenni vince la destra alle elezioni comunali e il neosindaco è noto in paese per “attività sociali a braccio teso”. Ampelio si sfoga così: “dovevo arriva’ a novant’anni solo per vedemmi di novo circondato da’ fascisti”.
Irrompe Galimberti
Nel medagliere un titolo pieno di fascino: L’etica del viandante (Feltrinelli) di Umberto Galimberti. In questa parola così evocativa l’autore cerca un’etica possibile. A differenza del viaggiatore, il viandante non ha meta. Nel suo percorso nomade cammina per non perdere le figure del paesaggio opponendosi all’etica del dominio della Terra e a questo modello di civiltà che appare sempre più senza futuro. Il viandante percorre la terra senza possederla consapevole che la vita appartiene alla natura. Un invito a modificare i nostri passi in sintonia con l’Ulisse dantesco dove tutti gli uomini sono uomini di frontiera.
Corona resiste
Viandante è un termine che si addice molto ad un alpinista e scrittore come Mauro Corona e immaginiamo che il libro di Galimberti gli piacerebbe molto. Sempre tra i primi dieci con il suo nuovo romanzo: Le altalene (Mondadori), Corona emoziona il lettore per il carattere autobiografico di questo romanzo e per l’anniversario imminente del Vajont, 9 ottobre 1963, sono trascorsi sessant’anni.
Lui era un ragazzino a quel tempo e assieme a tanti altri sopravvissuti cercò di mettersi in salvo dall’onda alta 250 metri che distrusse Longarone e gli abitati limitrofi. Una tragedia con oltre 2000 morti. La logica del profitto ignorò l’imminente pericolo più volte annunciato. Nella notte del 9 ottobre 1963 dal monte Tóc si staccò un’enorme frana che precipitando nel lago artificiale della diga appena finita di costruire provocò l’ondata gigantesca. Una forza devastante che in pochi istanti cancellò per sempre la storia, la cultura e l’anima di un intero territorio. Una ferita ancora aperta nel cuore di tutti noi.
Immancabile Ken
Chiudiamo con lo scrittore inglese Ken Follett uno degli autori più amati dal pubblico e diventato celebre con La cruna dell’ago del 1978. Torna in classifica con il quinto straordinario capitolo della saga di Kingsbridge: Le armi della luce (Mondadori). Eroine ed eroi che si battono per un futuro libero dall’oppressore. Non vogliamo svelare gli arcani di questa avventura, ma soffermarci piuttosto su quello che Follett ama raccontare in relazione al suo lavoro. La passione per la lettura è nata durante l’infanzia: “Non avevo tanti libri, e sono sempre stato grato alla biblioteca pubblica. Senza libri gratuiti non sarei diventato un lettore accanito, e se uno non è lettore non può essere neanche scrittore”.
Buona lettura!
Dott.ssa Elisabetta, in questa bella rubrica letteraria ogni settimana ci sono delle novità. Certamente il testo di Federico Rampini La Speranza africana tocca un argomento di estrema attualità, ma appare per il momento troppo ottimista. Infatti non basta il costante aumento della popolazione, che poi scappa in Europa e in altre parti del mondo, per decretare la crescita e l’evoluzione positiva di un continente così vasto e diverso. E’ necessario ritornare in possesso delle proprie ricchezze che oggi sono in mano agli Stati coloniali, come la Francia; oppure in mano alle compagnie petrolifere o anche a delle società di estrazione mineraria per la quasi totalità straniere. Mi è piaciuto il discorso di Giorgia Meloni alle Nazioni Unite il giorno 21 Settembre di quest’anno, quando ha detto a tutte le potenze e agli stessi stati africani che il continente non è affatto povero, ha tutte quelle risorse e materie prime che tutti cercano, ma gli Stati africani in prevalenza sono corrotti, non hanno sviluppato quella autonomia e sono ancora dipendenti del capitalismo occidentale o comunista, come la Cina e in parte la Russia. Anche la Turchia sta entrando in questo gioco e noi Italiani invece mandiamo soldi alla Tunisia e alla Libia perchè sia controllata la fuga di queste persone inadatte ad essere inserite nel mondo del lavoro. La Germania ha preso immigrati, ma ha scelto Ucraini, Siriani e Turchi, persone più preparate per il mondo del lavoro. L’altro libro che mi ha interessato è stato il saggio di Umberto Galimberti che mette in discussione la nostra società, il nostro passato e l’attuale tecnologia. Immagino e condivido che questa attuale evoluzione della società arriverà prima o poi ad un punto di rottura, ma non credo che si concretizzerà mai l’etica del viandante. L’uomo vuole dominare, sia gli altri uomini, sia la natura e l’ideale del viandante rimarrà solo un pensiero cui tendere. Tutti conoscono la differenza tra il bene e il male, ma alla fine prevale come ieri e ancora oggi, l’utile, il conveniente, privo di connotazione etica.