“A volte è più difficile privarsi di un dolore che di un piacere” (Tenera è la notte). L’ultima parte di settembre è un trionfo di nascite talentuose, quelle che hanno segnato la letteratura del Novecento. Qualche nome prima di entrare in libreria e scoprire quanto sia grande il desiderio di leggere nuovamente questi autori. Francis Scott Fitzgerald – 24 settembre 1896, William Faulkner nato un giorno e un anno dopo, Truman Capote – 30 settembre 1924. Vite che sembrano romanzi. Faulkner ad esempio, Nobel per la letteratura nel 1949, lavorava da ragazzo in un ufficio postale dell’università e consegnava le riviste agli abbonati solo dopo averle lette. Il suo vero cognome era Falkner, l’editore erroneamente aggiunse la u. Allo scrittore piacque e decise di mantenerla.
Entriamo alla Lovat con i grandi
La classifica di questa settimana è ricca di conferme e qualche bella novità come il Premio Campiello da poco assegnato. Leggiamo insieme i dieci titoli nella scaletta elaborata dalla Libreria Lovat straordinario punto d’incontro letterario del nordest grazie alle belle sedi di Villorba (Treviso) e Trieste.
- Corona – Le altalene – Mondadori
- Allende – Il vento conosce il mio nome – Feltrinelli
- Sallusti, Meloni – La versione di Giorgia – Rizzoli
- Gotto – Succede sempre qualcosa di meraviglioso – Mondadori
- Gazzola – Una piccola formalità – Longanesi
- Giannone – la portalettere – Nord
- Murgia – Tre ciotole – Mondadori
- Murgia – Accabadora – Einaudi
- Tobagi – La resistenza delle donne – Einaudi
- Mercadini – La donna che rise di Dio – Rizzoli
Arriva il Campiello
Subito la novità del Premio Campiello 2023, già balzato nel medagliere, vinto da Benedetta Tobagi con La resistenza delle donne (Einaudi), racconta in forma narrativa la storia sconosciuta delle partigiane e di tutte le donne che hanno lottato contro il nazifascismo. Gran Teatro La Fenice con la vincitrice più emozionata che mai: “Ho voluto scrivere un inedito album di famiglia della Repubblica, in cui sono rimesse al loro posto le pagine strappate, o sminuite: le pagine che vedono protagoniste le donne”. Benedetta Tobagi ha aggiunto una dedica particolare: “Voglio dedicarlo a queste donne che non si sono girate dall’altra parte e a tutte le persone che oggi non si girano dall’altra parte e che accolgono chi viene in cerca di futuro, che cercano di contrastare la ferocia e le disuguaglianze che ci sono”.
Isabel Allende
Un’altra donna entra in classifica, ha il volto celebre e molto amato di Isabel Allende: Il vento conosce il mio nome (Feltrinelli). La grande scrittrice non si smentisce mai, riesce a cogliere frammenti di magia anche quando la narrazione è avvolta da eventi tragici, come la storia dei due protagonisti separati in giovane età dalla loro famiglia: Samuel, bimbo ebreo (il padre scompare nel 1938 durante la Notte dei cristalli) e Anita che nel 2019 ha sette anni. Per sfuggire ad un pericolo imminente nella sua terra, il Salvador, cerca rifugio con la madre negli Stati Uniti, ma la nuova politica di separazione famigliare le divide e lei si trova sola in un centro di accoglienza.
Arriva la Premier
Universo femminile sempre in vetta. Nel mese di maggio del 2021 ai primi posti nella classifica delle vendite c’era il romanzo di Giorgia Meloni: Io sono Giorgia, ora che è Presidente del Consiglio ha realizzato una nuova sorpresa letteraria che nasce da uno scambio di auguri con il giornalista Alessandro Sallusti con uno scambio di battute che leggiamo insieme: “Peccato che un presidente del Consiglio in carica non possa pensare di scrivere un libro per raccontare i suoi progetti. E perché non può farlo? Non lo so esattamente, ma ci sarà un motivo se nessuno l’ha mai fatto. Dovresti sapere che fare quello che hanno fatto tutti gli altri non è esattamente la mia specialità”.
Nasce così l’idea di questa conversazione nella quale Giorgia Meloni rivela la sua visione della vita e del mondo affrontando temi che vanno dalla guerra in Ucraina, alla crisi energetica, alla transizione ecologica all’inflazione: La versione di Giorgia (Rizzoli) di Alessandro Sallusti e Giorgia Meloni.
La novità
Ecco l’altra novità in cartellone decisamente interessante: La donna che rise di Dio (Rizzoli) di Roberto Mercadini. Il sottotitolo eloquente ci aiuta a percepire le tematiche del romanzo: “E altre storie della Bibbia”. Lo scrittore ci trascina in una carrellata di prescelti da Dio protagonisti delle Sacre Scritture evidenziando come si tratti quasi sempre della persona sbagliata o assolutamente lontana dai requisiti immaginati per tali imprese. Qualche esempio? Ordina ad una coppia anziana e sterile di generare un popolo, chiama a sé un balbuziente perché diventi un oratore e profeta, mette la giustizia nelle mani di prostitute e ladroni. Non solo, Dio spesso cambia progetto, prende una decisione e in seguito la modifica. Mercadini ci invita a riflettere sulla lezione che nasconde ogni versetto. Ogni impresa anche la più importante e difficile potrebbe rivelarsi alla nostra portata. Nessuno può conoscere la volontà divina e magari Dio potrebbe scegliere proprio te.
Sale Gotto
Siamo sicuri che Succede sempre qualcosa di meraviglioso, prendiamo in prestito il titolo del romanzo del nostro nomade digitale Gianluca Gotto sempre ai primi posti del medagliere per tornare al Premio Campiello perché ben due posti sono occupati da Michela Murgia. La scrittrice, scomparsa il 10 agosto, lo vinse nel 2010 con: Accabadora. Lo sto leggendo in questi giorni e scrive davvero meravigliosamente. In classifica anche“Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi” (Mondadori) che si apre in modo autobiografico con la diagnosi della sua malattia.
Svetta Corona
Torniamo in vetta, con Mauro Corona è indispensabile. Il suo ultimo romanzo resta al primo posto del gradimento di pubblico e critica: Le altalene (Mondadori). L’alpinista scrittore sempre al centro di ampi dibattiti d’attualità questa volta si sofferma su un frammento della sua vita molto drammatico quando allora tredicenne cercò di mettersi in salvo assieme ad altri sopravvissuti dall’onda che raggiunse 250 metri di altezza distruggendo Erto, Casso e Longarone provocando oltre 2000 morti. La tragedia del Vajont, 9 ottobre 1963, sono trascorsi sessant’anni e nessuno deve dimenticare.
Buona lettura!
Dott.ssa Elisabetta ogni settimana aspettiamo Lei e la Libreria Lovat per conoscere quali sono i nuovi ingressi nella classifica dei libri e per conoscere il gradimento dei lettori. Mauro Corona con il suo romanzo porta l’attenzione sul disastro del Vajont, anche se il testo non è un’indagine oggettiva, comunque serve per portarci verso una maggiore sensibilizzazione verso l’ambiente. Le grandi opere saranno sempre più necessarie e questo modificherà sicuramente il territorio, però bisogna ricordarsi anche delle persone che ci vivono. Per esempio il ponte sullo stretto o la tav, o gli ipotizzati raddoppi dei tunnel con la Francia come modificheranno l’ambiente antropico? I tre testi che Lei segnala, con autrici donne, ci portano alla quasi militanza politica. Il racconto di Isabel Allende tocca argomenti che fa vergognare il genere umano. Il premio Campiello a Benedetta Tobagi, con La resistenza delle donne, mi sembra interessante nel momento che forse riesce a far conoscere delle figure di persone coraggiose coperte e sommerse dal clamore maschile che anche nel dopoguerra ha gestito sia la il racconto storico, sia la politica attiva. Infine Giorgia Meloni intervistata da uno dei grandi giornalisti di parte italiani. Per me Alessandro Sallusti, che ammiro per la sua arguzia e intelligenza, è un grande sofista, riesce sempre ad usare le tecniche della retorica per sostenere il suo punto di vista. Sicuramente da queste interviste verranno fuori la personalità e le idee di Giorgia Meloni, il giornalista immagino che avrà reso interessante un libro-testimonianza che di solito questi tipi di libro sono privi di quella vivacità che hanno altri generi letterari. Comunque le donne protagoniste.
E’ vero, come scrive il Dottor Marco Palmolella, donne protagoniste.
Eppure due titoli che mi invogliano alla lettura questa settimana, sono di due uomini: “Succede sempre qualcosa di meraviglioso” e “La donna che rise di Dio”. Nel primo libro c’è la speranza, mi auguro, che in questa vita diventata molto violenta, improvvisamente possa emergere la meraviglia. E nel secondo lo stupore che supera i preconcetti. Non c’è nulla di sancito. E noi possiamo diventare artefici dell’immaginabile. Sempre grazie a Elisabetta e ai suoi lettori
Non sapevo che Corona scrivesse!
Grazie Elisabetta