“Sono la bomba atomica su tela. Scoppiano di luce, di energia e colore. Ogni nuova opera è più vitale della precedente. Le sento così esplosive che mettono in pericolo la sicurezza del mio palazzo. Ogni volta che un americano entusiasta ne porta via una, sento che la mia casa è in minor pericolo. Ma poi Bacci me ne porta una nuova. Ognuna è più meravigliosa, più eccitante e più pericolosa”. Così Peggy Guggenheim descrive nel 1958 l’opera di un pittore capace di trasformare la tela in vibrazioni di luce, un maestro che possiamo ammirare grazie all’evento allestito negli spazi della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia: “Edmondo Bacci. L’energia della luce”.
La luce di una bomba su tela
Bacci dipingeva la luce, ha detto la curatrice Chiara Bertola presentando alla stampa il percorso espositivo, quella luce che per lui era pregnanza delle cose, e da cui deriva il titolo della mostra stessa, una mostra che presenta le fasi più salienti, liriche ed esplosive del percorso artistico del pittore.
Un pittore ospite nella casa di Peggy
Una mostra importante e molto attesa che trova spazio naturale nella casa di Peggy Guggenheim collezionista illuminata e sensibile che intuì subito le potenzialità di un artista dall’animo timido e schivo, ma capace di sconvolgere le fondamenta dell’anima grazie all’energia impressa sulla tela e all’uso del colore come spazio assoluto, pura materia di luce. Circa ottanta opere molte delle quali mai esposte prima, provenienti dall’Archivio Edmondo Bacci, collezioni private e musei internazionali, tra cui il Museum of Modern Art di New York e l’Art Museum di Palm Springs.
Edmondo Bacci (1913-1978) nasce a Venezia
Il suo primo maestro d’accademia è il grande Virgilio Guidi che lo introduce alla lettura della teoria dei colori di Goethe sviluppando la sua sensibilità verso la luce. A formare il percorso artistico di Bacci anche il colorismo luministico di Bellini, Giorgione e Tiepolo. Tramite il gallerista Carlo Cardazzo entra in contatto con il movimento artistico dello “Spazialismo” che trova il suo nucleo propulsore a Milano con Lucio Fontana. Bacci diventerà uno degli esponenti più rappresentativi di questa poetica a livello internazionale. Nel 1948 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia e da quel momento verrà sempre invitato. L’uso del colore così nuovo e intenso incanta totalmente Peggy Guggenheim tanto che Bacci e Tancredi Parmeggiani saranno gli unici artisti italiani da lei sostenuti.
Quel pittore ha trovato finalmente la luce
“Questa mostra ha finalmente trovato la luce” ha detto accogliendo gli ospiti la direttrice del Guggenheim di Venezia Karole P. B. Vail, nipote di Peggy. Giusta metafora di una mostra che era stata programmata nel 2020. Tenuta in sospeso a causa delle vicende pandemiche e che ora sprigiona tutta la sua vitalità, come se le opere volessero uscire dalle tele. Si tratta della più completa personale dedicata all’artista veneziano, un protagonista del Novecento che si colloca nella tradizione espositiva del museo con artisti dal respiro internazionale come Capogrossi, Fontana, Tancredi, Licini.
Peggy e la scoperta della luce di Bacci
Peggy Guggenheim si trasferisce a Venezia nel 1949, in laguna prosegue la sua attività di collezionista e mecenate, ma invece di aprire una galleria come aveva fatto a Londra e New York, decide di sostenere alcuni artisti veneziani. Tra questi c’è appunto Edmondo Bacci, descritto nella sua autobiografia come il suo “secondo protégé”. Ecco cosa scrive nel Catalogo della Biennale del 1958: “C’è una veggenza nel colore, il quale esplode in tutta la sua gioiosa ebbrezza…Potrei suggerire Kandinsky per una uguale potenza poetica”.
La presentazione del pittore della luce
Lo scorso 30 marzo ho partecipato con infinita emozione alla prima per la stampa sulla terrazza di Palazzo Venier dei Leoni, non solo per l’affaccio sul Canal Grande sempre ineguagliabile, ma perché un frammento della vita di Edmondo Bacci l’ho vissuto anch’io.
Il ruolo di professore
È stato mio professore al primo anno di Liceo Artistico. Allora la sede era ospitata nelle sale dell’Accademia di Belle Arti. Noi studenti eravamo decisamente privilegiati, disegnavamo nel cortile palladiano e i professori si chiamavano: Edmondo Bacci, Fabrizio Plessi, Mario Guadagnino, Giovanni Barbisan, Giorgio Zennaro. Una vera bomba atomica dell’arte, grandi talenti e anche bravi insegnanti.
“Edmondo Bacci. L’energia della luce” è uno straordinario viaggio nell’avanguardia del Novecento
Mentre Fontana realizza i suoi celebri tagli, Bacci avvolge lo spettatore con un’esplosione di colore sublimata dalla luce. Il percorso si apre con una gigantografia dell’autore accanto alle sue opere. Incipit quasi in bianco e nero ispirato agli altiforni dell’area industriale di Marghera: Cantieri e Fabbriche, tele realizzate tra il 1945 e il 1953 influenzate dal contatto con il Fronte Nuovo delle Arti rappresentato da Vedova e Pizzinato.
Alba #1 (Avvenimento #14), 1954
Tempera grassa su tela
Avvenimento #21, 1955
Tempera grassa su tela
Avvenimento #247, 1956
Tempera grassa e sabbia su tela
Avvenimento, 1954 c.
Tempera grassa su tela
Avvenimento #31-A (Esplosione), 1967
Tempera grassa e sabbia su tela
Avvenimento #13R (Avvenimento plastico), 1953
Tempera grassa su tela
Avvenimento #7R, 1953
Tempera grassa su tela
La costante ricerca innovativa porta l’artista a realizzare “Albe” e “Avvenimenti”. Questo periodo rappresenta il nucleo più creativo del suo lavoro. Sono molte le opere del giovane Bacci a varcare l’oceano, acquisite negli anni ’50 da molti collezionisti statunitensi. In questa esposizione abbiamo l’occasione di ammirarle per la prima volta in Italia, a casa di Peggy. La mostra è accompagnata da un prezioso catalogo edito da Marsilio Arte, con saggi della curatrice Chiara Bertola, Martina Manganello, Barry Schwabsky, Toni Toniato, Riccardo Venturi.
Un pittore e la capacità di rappresentare la luce
Senza titolo / Untitled
1962 c.
Tempera e carboncino su carta
Senza titolo / Untitled
1969 c.
Legno, tempera e chiodi su tavola
“Le opere di Edmondo Bacci esprimono la sua capacità di rappresentare la luce del mondo, e quella interiore che risiede nelle cose e nell’uomo” ha sottolineato durante la presentazione Francesca Lavazza, Board Member di Lavazza Group, Institutional Patron della Collezione Peggy Guggenheim e sostenitore della mostra.
Un’importante sezione è dedicata a un gruppo inedito di disegni e “Carte bruciate”, provenienti da diverse collezioni italiane e soprattutto dall’Archivio Edmondo Bacci, dove l’artista interpreta su carta le potenzialità proprie del segno grafico e del colore.
La gran chiusura
in comodato
A chiudere la sala un sorprendente olio su tela di Giambattista Tiepolo, Il Giudizio finale, della Collezione Intesa San Paolo, in comodato alla Fondazione Querini Stampalia e prestato per l’evento.
La spazialità dei grandi affreschi, l’esplosione di colore del Tiepolo, elementi che ritroviamo nelle tele del pittore Edmondo Bacci, opere che viaggiano libere nel cosmo come meteore incandescenti. La luce che si manifesta oltre i confini della tela, dello spazio e del tempo.
Edmondo Bacci. L’energia della luce
1° aprile – 18 settembre, 2023
a cura di Chiara Bertola, responsabile programma di arte contemporanea, Fondazione Querini Stampalia
Collezione Peggy Guggenheim
Palazzo Venier dei Leoni 701 – Dorsoduro – Venezia
10 – 18 chiuso il martedì
info@guggenheim-venice.it / 041.2405411
Credits fotografici; Crediti allestimento: © “Edmondo Bacci. L’energia della luce”, 1 aprile – 18 settembre, 2023. Collezione Peggy Guggenheim. Photo Matteo De Fina;
Dott.ssa Elisabetta, ogni domenica c’è una bella sorpresa, un bel racconto che Lei scrive con passione e competenza. Come potrebbe essere diversamente! Si parla di un artista veneziano e rimango sorpreso come questa città abbia tanti cittadini così qualificati, votati al bello e alle arti. Inoltre la Sua conoscenza diretta di Edmondo Bacci, da adolescente, durante la sua formazione scolastica, la rendono partecipe e testimone qualificata. La protezione che gli è derivata dalla stima e dall’ammirazione di Peggy Guggenheim probabilmente ha abbreviato il percorso verso il successo, verso le mostre e la Biennale. Certo quest’arte moderna piena di colori e di spazi indefiniti avranno anche bisogno di un pubblico preparato, però questa mostra sembra aver raccolto un così alto numero di opere che sicuramente il visitatore potrà apprezzare il grande valore artistico di un contemporaneo come Edmondo Bacci. Complimenti.
Presenti con tanto entusiasmo Elisabetta!!!
Vado alla mostra! Grazie
Dottoressa , Lei è riuscita a prendere quella straordinaria luce di Bacci e a trasmetterla , come moltiplicata da mille specchi , fino a portarla nel profondo della nostra anima !
Grazie Elisabetta ! Cosa darei per conoscere una persona come Lei !
Silvana Carloni
Bacci , Morandis, Gaspari i tre amici artisti spazialisti della luce. continuatori della luce veneta dei Tiepolo, ben vengano queste mostre , per capire che cos’è la pittura veneziana…… (la tempera grassa)… brava Elisabetta e grazie
Da profana di arte, appena ho visto i colori di Bacci l’ho subito gemellato a Kandisky, che da ragazza mi colpì per la policromia.
A parte la somiglianza tra i due artisti, voglio ringraziarti, Elisabetta, per aver ampliato il mio lessico artistico, con concetti come “colorismo luministico” e “spazialismo”. Amo la precisione linguistica e possederla, come nel tuo caso, regala un appagamento comunicativo.
Ora che li conosco, questi concetti, li sfoggerò appena possibile.