Frutto della ricerca tecnologica e innovativa Wiwell (Polcenigo, PN) e di due scienziati italiani, Salvatore Chirumbolo (Università di Verona) e Umberto Tirelli (Tirelli Medical Group, Pordenone) è stato appena pubblicato, sulla prestigiosa rivista “Scientific Reports” (Nature) https://www.nature.com/articles/s41598-023-31464-4, un articolo che dimostra la capacità di una pellicola fotocatalitica al diossido di titanio (TiO2) di ridurre l’inquinamento microbico in un qualsiasi ambiente chiuso, semplicemente attaccando la pellicola su una qualsiasi parete illuminata da normale luce diurna.
Il principio è tanto semplice quanto ingegnoso
La luce, sia solare che artificiale (da lampade), colpisce il foto-catalizzatore TiO2 presente sulla pellicola (che può essere attaccata come un semplice adesivo) e in tal modo, producendo radicali liberi e acqua ossigenata dalla luce e dall’acqua presente come umidità ambientale, danneggia e uccide batteri e virus presenti nell’ambiente stesso, abbassando la carica batterica dell’intero volume interno in cui si vive.
La pellicola
La fotocatalisi da diossido di titanio è usata per sanificare l’acqua ma tale principio non era mai stato provato per sanificare ambienti relativamente chiusi e abitati. Salvatore Chirumbolo, che lavora al neo Dipartimento di Ingegneria per la Medicina d’Innovazione (DIMI), dell’Università di Verona, autore di oltre 300 lavori scientifici, e il professor Umberto Tirelli, nome molto noto e autore di oltre 600 pubblicazioni scientifiche, avevano già pubblicato, insieme all’eccellente perizia tecnica di Luca Berto, coautore anche in questo studio, un precedente lavoro su Journal of Photochemistry and Photobiology, in cui la pellicola Wiwell risultava efficace nel ridurre significativamente l’inquinamento microbico in cabinati di autobus di linea nelle tratte di Pordenone, Treviso e Venezia.
È la prima volta al mondo che una pellicola fotocatalitica viene adoperata con successo per sanificare ambienti umani. La fotocatalisi è un processo noto e poco tempo fa è stata anche usata per distruggere il COVID-19 presente nell’ambiente con il nostro stesso metodo, in un lavoro sempre pubblicato su Scientific Reports da ricercatori giapponesi.
Come funziona la pellicola
I ricercatori italiani, attivi nel Triveneto, stanno svolgendo molti altri studi sull’applicazione della pellicola WiWell. Cioè sull’abbattimento di nano-particolato, polveri sottili, composti organici volatili (VOC) e odori. La fotocatalisi è in grado di abbattere enormemente, fino ad oltre l’80%, il nano-particolato inquinante, il famoso PM2,5. La cui presenza è oggetto di approfonditi studi nella ricerca sulla prevenzione dei tumori al polmone (e non solo) da inquinamento indoor. Teniamo presente che passiamo molto più tempo, solitamente, in luoghi chiusi, in ufficio e nelle nostre abitazioni. Dove il nano-particolato, può avere effetti significativi sulla nostra salute quotidiana.
È chiaro che se, affermano gli scienziati, dovessimo pubblicare altri dati sulle capacità della pellicola di abbattere il nanoparticolato inquinante PM2,5, la pellicola WiWell contribuirebbe molto al miglioramento delle condizioni di igiene sul luogo di lavoro. Nonché sulla salute pubblica e delle comunità.
La riduzione della carica batterica
La novità della pellicola fotocatalitica WiWell, che lo studio di Chirumbolo e Tirelli ha riportato, mostra che la tecnologia riduce la carica batterica del 95% già entro la prima ora. E’ a lunga durata (anche anni) ed è molto più efficiente di una pulizia chimica. in quanto ha un’attività microbicida continuativa. Pur essendo un prodotto eco-sostenibile (green), atossico e anallergico, e non contenendo biocidi.
WiWell piazza Plebiscito 6/1, 33070 Polcenigo (PN) email lucio.t@wiwell.eu