In viaggio a Ferrara, per la seconda volta su tre, in due settimane, l’ultima ieri. La prima è stata allo stadio, per Spal-Ascoli, la seconda è stata giovedì, in una sala del Paolo Mazza. E’ stato un po’ come sentire Antonio Cassano, quando era al Parma, in chiusura di carriera, parole in libertà. Anzi, no, peggio, il Cassano di oggi, alla Bobotv. Ma quella vera, non le pillole su Rai. “Fabulasso osceno”, era un termine associato a Dario Fo, negli anni ’70, quando ancora era lontano dal premio Nobel. Radja Nainggolan soprannominato Nidja parla come mangia, davvero, altro che spontaneo, ben presto glielo fa notare il ds della Spal Fabio Lupo, un passato da eccellente esterno di fascia sinistra nel Campobasso. “Abitavo vicino a Riccardo Cucchi, quando debuttava a Tutto il calcio minuto per minuto”. Quando i molisani erano in serie B e sfidarono la Juventus in coppa Italia.
Ecco, in questo romanticismo si inserisce un po’ anche il Nidja,così chiamano Nainggolan, arrivato a Piacenza, nel 2005, in B, a 17 anni
“Avevo Stefano Pioli come allenatore e capii che sarebbe diventato un top”. Di Radja il tecnico parmigiano disse: “O diventa un campione o non va oltre i dilettanti”. Sulle domande un po’ così, lontane dalla Spal, glissa. Su Zaniolo, ad esempio. “Parliamo di Ferrara, siamo qua”. Entrambi hanno un carattere molto particolare, fuori dal campo. Della Roma ha parlato lui, citando semplicemente le sue 5 stagioni, il “buttarsi nel fuoco” o qualcosa del genere per i compagni. “E la stessa cosa pretendevo da loro”.
Le domande
A Nainggolan chiediamo anche che atleta si sente a quasi 35 anni, non raccoglie. Un po’ meglio sul Belgio. Ha giocato solo Euro 2016, fra le grandi manifestazioni, con il suo potenziale atletico avrebbe potuto essere titolare, addirittura, da Euro 2008 al mondiale in Qatar. Non scherziamo, il potenziale anche tecnico, la grinta, l’incidenza in zona gol e assist erano da qualche punto nella classifica del pallone d’oro.
Radja, invece, è sempre stato ai margini della nazionale,in tutto 30 partite, anzichè le 100 e passa di tanti centrocampisti bandiera. Sarà per questo che dice: “Ho visto il mondiale. Abbiamo fatto c…”.
Non usa giri di parole nemmeno quando racconta la città di Ferrara, la ricerca dell’appartamento giusto. “Possibile che esistano solo con due camere?”.
Naturale che sia arrivato a Ferrara con Daniele De Rossi in panchina, sono stati assieme per cinque anni in giallorosso
“E’ iniziata quasi per scherzo, con inviti suoi: “Vieni a darci una mano”. Ci ho pensato, avevo altre offerte, mi sono rimaste impresse le sue parole”.
“Da Nuova York, vi parla Ruggero Orlando”, declamava sul Tg2, 40 anni fa, appunto, il corrispondente dagli Usa e dai capelli bianchi. Da lì parla il muscolarissimo Joe Tacopina, che a Ferrara abita in centro, accanto a una bella distilleria, interviene per ringraziare, con la traduzione puntuale di Lorenzo Marchetti e l’organizzazione di Veronica Bon, veneta con lui già a Venezia.
De Rossi, Nidja, la Spal diventa una piccola Roma
“Conoscevo Tacopina dai giornali – dice il calciatore belga -, poi quando ho visto l’immagine a distanza ho ricollegato il volto. A Roma c’era ma non era una figura centrale”. Joe dice che “il campionato inizia ora”. Il ds Lupo potrebbe ritesserare Giuseppe Rossi, classe 1986, contro l’88 di Radja, qualità per portare i biancazzurri fra le prime 8 e poi sperare di risalire in serie A, dopo due stagioni e quelle due salvezze in A con Leonardo Semplici. Che ha guidato Nainggolan a Cagliari. Con il ritorno in serie B, la famiglia Colombarini ha ceduto la Spal a Tacopina, avvocato di vaglia, adesso Francesco e il figlio Simone vanno giusto alla partita allo stadio Paolo Mazza. Qui si è scritta la storia del calcio in provincia, negli anni ’50 e ’60, questa città è del polemista Vittorio Sgarbi e dell’ex ministro Dario Franceschini, è della giornalista Daria Bignardi e di Ruben Buriani, l’ex milanista biondissimo che arrivò anche in nazionale.
Qua si vive per il pallone, dalla presidenza Paolo Mazza, appunto, qui ha giocato a lungo Osvaldo Bagnoli e quel fuoriclasse argentino di Oscar Massei. Qui ha giocato Armando Picchi prima della Grande Inter, qui Fabio Capello ed Edoardo Reja sono stati in gioventù, qui si inseguiva la serie A con Venturato, due finali playoff con il Cittadella, ora ci prova Ddr, con il Nidja. “Mi chiamano così per i tratti del viso da giapponese e per il mio modo di correre, per il tackle a gamba alta, adesso rischio di infortunarmi. Vorrei fare il trequartista, anche segnare, altri correranno per me. Scherzo, mi adatto”.
Nidja nato pronto
Nainggolan è in ribasso, obiettivamente, all’Inter peraltro meritava un trattamento diverso da Antonio Conte, a Ferrara riaprono la campagna abbonamenti per lui. Allo spogliatoio, ai giovani può dare molto. “Al dopo carriera non ho pensato, non so se farò l’allenatore, come Daniele De Rossi”. “Sono nato pronto”.