Ore 09.00 dell’indomani, eravamo già fronte al noleggiatore di E-bike, così puntuali nemmeno al matrimonio lo siamo stati, tant’è che le nostre bici erano già pronte sull’uscio, inforcarle dopo esserci fatti spiegare i dettagli su cotanto mezzo per noi sconosciuto fu un attimo, cosi come un istante fu che partimmo all’avventura lungo il Po. Orbene potrei anche romanzare i 60 chilometri, ma vi basti sapere che fino a tre quarti di tour tutto fu all’insegna del gusto visivo sono stati gli ultimi “dieci passi” come è solito dire Jerry Scotti in caduta libera che lasciarono il segno…almeno al sottoscritto! Andiamo per ordine. Prima della partenza mi ero posto una serie di dubbi che covavano dentro di me ma non volevo fare brutta figura con la dolce metà; nell’ordine mi chiedevo:
Ma parto lungo il Po anche se sono senza allenamento?
Credo che questa sia la scusa più comune che viene tirata fuori ogni volta che si parla di un viaggio in bici. Ad un’attenta analisi post tour, devo confermarvi che per viaggiare in bici non è necessario essere ciclisti professionisti e nemmeno avere un allenamento specifico. La bellezza del cicloturismo è che può essere svolto al proprio ritmo: lunghezza, dislivelli e difficoltà possono essere adeguati a qualsiasi forma fisica. Generalmente si parte con un certo ritmo e distanza e man mano che si prosegue nel viaggio si raggiunge una miglior forma fisica che permette di aumentare velocità e distanze percorse quotidianamente.
La verità è che il viaggio è il miglior allenamento!
La mia esperienza dice che spesso andare piano permette di godere meglio delle località attraversate. Inoltre non è necessario andare dall’altra parte del mondo per trovare località splendide da visitare dal sellino della nostra bici: il Veneto di per se è già stupendo ed offre innumerevoli alternative, come poi anche tutto il resto dell’Italia
Ma alla mia età chi me lo fa fare di andare in bicicletta lungo il Po?
Oggettivamente, credo non esista un’età massima per saltare in sella alla propria bici e viaggiare, specie se si prende una E-bike! Inoltre poi non sono esattamente vecchio, ma solo estremamente pigro!
In ogni caso PARTENZA e VIA!
La mappa era segnata sul navigatore agganciato al manubrio! Un’apposita App scaricata indicava percorso, i pochissimi dislivelli e i luoghi che avremmo attraversato, con ottime indicazioni turistiche e di ristori, cosa assai apprezzata quando a pranzo ci siamo fermati per la spaghettata alle vongole!
Dopo i primi pochi chilometri nei quali abbiamo pedalato lungo la provinciale, abbiamo scoperto come effettivamente il Delta del Po sia perfetto per il cicloturismo.
Tutti gli argini sono predisposti con piste ciclabili che rendono unico il “passeggiare in bicicletta”, alla nostra destra o alla nostra sinistra abbiamo quasi sempre avuto il grande fiume a farci compagnia, correva più o meno alla nostra velocità rendendoci rilassate e piacevole la sua compagnia.
La spiaggia di Barricata: la nostra prima tappa
Si tratta di una bellissima ed immensa spiaggia di soffice sabbia dorata lunga oltre 3 chilometri, vera e propria isola tra il ramo del Po e il mare, ben collegata inoltre al porto turistico di Barricata, con posti barca e bar ristorante. La spiaggia ospita numerosi stabilimenti per tutti i tipi di esigenza. Il mare è molto bello, azzurro, trasparente e con fondali sabbiosi e digradanti, ideale per nuotare e fare il bagno. Una volta arrivati nei pressi, abbiamo attraversato un suggestivo ponte pedonale mobile che ci ha permesso d’attraversare il Po di Tolle.
I chilometri scorrevano sereni, due chiacchiere due sorrisi e qualche pit stop per fotografare il panorama, una cosa molto soft, sicuramente diversa dalla frenesia quotidiana alla quale siamo abituati.
Con il Po ad accompagnarci, la strada dei casoni e la Sacca di Scardovari: la nostra seconda tappa
Premetto, se non ci siete mai stati, almeno una volta nella vita bisogna farci un “salto” magari proprio con una gita in bici. Percorrendo la bellissima strada panoramica che costeggia la Sacca degli Scardovari sull’isola della Donzella, ci si trova istantaneamente immersi in uno spazio immenso, sospesi fra la laguna da un lato e campi coltivati dall’altro.
Un paesaggio suggestivo, nel Delta del Po, dove il mare continua a creare e ricreare incessantemente un ricamo sempre nuovo di terre e di acque. Si perché questi luoghi, che ad una prima impressione paiono quasi immobili, in realtà non lo sono affatto. Qui il mare nel tempo ha cambiato di continuo il loro profilo.
Alluvioni e mareggiate hanno messo a dura prova i pescatori ed i contadini della zona, che hanno tentato faticosamente di riprendersi le proprie terre.
E così, mentre la terra pare proprio abbracciare il suo mare, viene naturale godersi il volo dei numerosissimi gabbiani, cormorani ed aironi, riempiendosi gli occhi di pittoresche immagini di barchette che dondolano dolcemente a fianco dei caratteristici casoni dei pescatori, disposti ordinatamente lungo la Sacca.
Curiosità
I nomi delle località della zona richiamano spesso le casate di nobili cui la Repubblica di Venezia assegnò le terre formatesi a seguito della deviazione del corso del fiume Po nel XVII secolo, con la grandiosa opera idraulica del Taglio di Porto Viro. Il nome “Isola della Donzella” è un omaggio alla figlia del nobile veneziano Farsetti, che aveva appunto possedimenti in questa zona.
Verso la fine della Sacca, c’era ad aspettarci un altro appuntamento, quello con l’Oasi di Cà Mello ed essendo arrivati ad oltre metà percorso, la fame e una certa insofferenza a stare sul sellino, hanno suggerito una piccola pausa per fare due passi all’interno dell’Oasi
L’oasi del Delta del Po
L’Oasi di Ca’ Mello è situata nell’Isola della Donzella, nella parte meridionale del Delta del Po. Si tratta di un’area posta all’interno dei confini del Parco Regionale e del Sito di Importanza Comunitaria (SIC) denominato “Delta del Po: tratto terminale e delta veneto” che, dal 1999, è gestita da Veneto Agricoltura. La zona umida è inserita in un più ampio ambito naturalistico di circa 150 ettari, di notevole valore paesaggistico, che comprende: l’Oasi di Cà Mello, ovvero il relitto palustre della foce del canale omonimo; il biotopo Bonello, relitto di un’antica valle da pesca e oggi sede del Centro Ittico Sperimentale di Veneto Agricoltura; il bosco della Donzella, che con i suoi 80 ettari di estensione rappresenta uno dei più estesi interventi di forestazione attuati nel territorio regionale; e, infine, l’area della pineta di Cassella.
Il Centro Visite, che ha sede nelle tradizionali abitazioni dove un tempo vivevano i contadini del basso Polesine (grata tera, in dialetto locale), è stato recentemente restaurato e ospita una mostra permanente che racconta la storia dell’Oasi.
L’Oasi comprende in sé un bacino palustre di circa 30 ettari di superficie: si estende nell’area un tempo occupata dalla foce dell’antico ramo del Po di Ca’ Mello che, fino all’Ottocento, si staccava dal Po di Venezia per gettarsi nella Sacca degli Scardovari.
Un po’ di storia
Nel 1936 venne realizzato il Canale di Cà Mello il quale fino agli anni Sessanta del secolo scorso, alimentava le ampie valli da pesca: un ambiente molto prezioso per la biodiversità e per l’avifauna.
Dal 1990 furono intraprese diverse opere per ricostituire l’ambito umido scomparso, immettendo nuovamente l’acqua nel Canale di Cà Mello, introducendo nuove specie arboree ed arbustive tipiche degli ambienti di palude, realizzando nuovi bacini di profondità variabile e regimentando l’apporto idrico all’interno dell’Oasi, per consentire l’allagamento temporaneo di estese superfici di canneto. Oggi una rete articolata di percorsi di visita permette di addentrarsi nella zona naturalistica senza arrecare disturbo alla fauna.
Ritornati in bicicletta
Siamo ritornati in sella e abbiamo proseguito per la nostra strada stoicamente sino ad arrivare alla spiaggia del Bacucco.
Meravigliosa!
Tra canneti e lagune, una spiaggia disegnata dal vento e dal mare con un antico faro a fare da cornice!
La Spiaggia di Bacucco si trova all’interno del comune di Ariano nel Polesine, incastonata all’estremità sud del Parco Regionale Veneto del Delta del Po, alle bocche del Po di Goro e di Gnocca. Si tratta di una bella spiaggia di soffice sabbia dorata, suggestiva e dal fascino selvaggio, accresciuto dalla lagune e canneti che la circondano, habitat umido di una ricca fauna locale.
Aiutati dal navigatore abbiamo cercato la prima trattoria nei paraggi e la fortuna ci ha portati in un ristorantino sperso nel nulla: alla Trattoria da Renzo.
O che gioia o che gaudio, una rinfrescata al viso, una rilassante “carega” (sedia) ed una stiratina alle gambe sotto al tavolo fu assai defaticante, per non parlare poi della spaghettata alle vongole di Scardovari!
Il Po è anche enogastronomia
Vongole cosi grandi, carnose e saporite non le avevo mai assaporate, non so se fosse stata la fame o semplicemente la voglia di relax, ma devo essere sincero, sebbene credo che farei fatica a ritrovare la trattoria, ci tornerei, anche per la simpatia dell’oste che vedendo il mio stato ha deciso anche d’offrirmi il dolce come corroborante e carburante per il resto dei chilometri che avevamo da percorrere.
Eravamo ben oltre la tre quarti del Tour, l’altra metà del cielo era pimpante tonica e serena prima di riprendere il cammino io ero in ansia da prestazione, dovevo ancora percorrere gli ultimi 10 chilometri di penitenza. Con una certa dose di santi tirati giù dal paradiso e qualche ettolitro di sudori freddi siamo infine arrivati alla meta ovvero il negozio di noleggio e-bike!
FINE!