Luigi Giuseppin, di Teglio Veneto in provincia di Venezia, è un artigiano terrazziere emigrato in Olanda nei primi anni del secolo scorso. Nel 1929 lo raggiungono all’Aia in Olanda la moglie, incinta del quinto figlio, e i quattro bambini: Enrico, Pina, Leo e Rino. La storia di questa famiglia, che ha attraversato le drammatiche vicende della seconda guerra mondiale, viene raccontata dal nipote, Paolo Giuseppin, figlio di Enrico (1921-1992), attraverso una ricca documentazione. A vent’anni dalla morte del padre, infatti, mentre sta sgomberando la casa di famiglia, trova una vera miniera di lettere contenute in valigette, scatole, cartelle e un memoriale mai concluso.
La ricerca sull’emigrato in Olanda
Paolo, che vive all’Aia, si mette al lavoro, trascrive i documenti, allarga la ricerca con passione per dare un contesto storico alla narrazione e nel 2017 utilizza questo materiale per pubblicare un libro in lingua olandese.
Ora, per il pubblico italiano, l’editore Nuova Dimensione di Portogruaro ha dato alle stampe un’edizione implementata: Paolo Giuseppin, Carissimo figlio. La guerra di un emigrato italiano in Olanda, con traduzione di Stefano Musilli (2022).
Il testo è stato rivisto conservando le lettere nella loro versione originale, errori compresi, e con molte e diffuse annotazioni relative ad alcuni usi, costumi e concetti olandesi a beneficio del pubblico italiano. Nel volume inoltre l’autore illustra e approfondisce anche la situazione dei Paesi Bassi durante la seconda guerra mondiale, rendendo il testo bi-culturale.
Vita di un veneto emigrato in Olanda
Paolo Giuseppin, oltre alla fitta documentazione che ha a disposizione, utilizza anche i ricordi del padre, che amava raccontare alla famiglia riunita a tavola, dopo la messa della domenica, episodi della sua vita.
Ne esce un affresco composito e davvero interessante di un’epoca in cui gli emigranti eravamo noi. Questo libro dunque non si può definire un puro e semplice racconto familiare, ma parla di schiavi e di signori, di migrazione e sopravvivenza e di agonia, di gioia e sofferenza, di senso di comunità ed egoismo. Parla di giusto e sbagliato, di fortuna e sfortuna, di governi e “sudditi”, di ufficiali e “soldatini”, d’amore, di vita e di morte e del «conforto dell’idea che esiste ancora un Dio in questa terra abbandonata da Dio!». (pp. 13-14).
In 272 pagine, arricchite da un’appendice iconografica che dà concretezza ai protagonisti e ai luoghi della loro vita, seguiamo dunque le vicende di Enrico Giuseppin e del suo contesto di relazioni familiari e amicali.
Tutto iniziò con la guerra
Nel 1942 Enrico parte militare, richiamato dall’esercito italiano in quanto l’obbligo di leva riguardava anche i cittadini italiani residenti all’estero. In un primo momento viene mandato in Italia, poi è trasferito sul fronte russo. Durante la tragica ritirata sul Don del 1943 scampa in modo avventuroso al carcere e alla morte. Durante tutto il periodo bellico la sua conoscenza della lingua tedesca gli permetterà di essere utilizzato come interprete e traduttore, salvandolo in più occasioni ma anche permettendogli di aiutare molti commilitoni.
Le lettere del padre Luigi a Enrico sono una fonte preziosa non solo di dettagli storici, ma anche di testimonianza di un affetto profondo che all’epoca non era facile esternare, soprattutto tra maschi.
Emigrato e antifascismo
La parte più “saggistica” del volume testimonia inoltre un sentito e appassionato antifascismo dell’autore, che dedica alcune pagine molto interessanti sull’indottrinamento fascista in Olanda attraverso la Scuola Italiana, obbligatoria per i figli degli immigrati. Così come dà anche conto in merito al NAD (Servizio del lavoro olandese) e della Scuola di polizia Battaglione Schalkhaar, creata dai nazisti in Olanda nel 1941. E dell’OT (Organisation TODT) organizzazione governativa tedesca che costruiva strade, bunker, argini e per la quale Enrico lavorò come interprete dal tedesco.
Chi è l’autore
Paolo Giuseppin (L’Aia, 1949) è un italiano di terza generazione in Olanda. Nel 1986 si laurea in giurisprudenza. Dopo aver lavorato come export manager e come assistente sociale per gli immigrati italiani, negli ultimi 25 anni ricopre il ruolo di senior manager specializzato in diritto di migrazione, a Utrecht. È stato anche per diversi anni caporedattore di una rivista giuridica. Grazie al suo lavoro di assistente sociale ha conosciuto a fondo il mondo dell’emigrazione e le sue problematiche. Carissimo figlio è il suo primo libro.
Paolo Giuseppin, Carissimo figlio. La guerra di un emigrato italiano in Olanda. Traduzione di Stefano Musilli, Portogruaro, nuovadimensione, 2022.