Con la motivazione “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui svela le radici, gli allontanamenti e i vincoli collettivi della memoria personale”, alle ore 13 in punto di giovedì scorso 6 ottobre l’Accademia di Svezia ha annunciato il premio Nobel per la letteratura 2022 alla scrittrice francese Annie Ernaux (vero nome Annie Duchesne), già vincitrice nel 2016 del premio Strega Europeo.
Annie prima vincitrice francese
Tra l’altro è la prima volta nella storia del Nobel che una donna francese vince il premio per la letteratura, in precedenza la Francia che è la nazione con più Nobel in questo ambito, ben quindici, l’aveva vinto sempre con uomini, l’ultimo in ordine di tempo Patrick Modiano nel 2014 e tra gli altri Simon, Gide, Camus e Sartre nel 1964 che lo rifiutò.
La dichiarazione
Appena appresa la notizia Annie Ernaux, ottantadue anni, è uscita dall’ufficio della casa editrice Gallimard (in Italia viene pubblicata dalla casa editrice L’orma di Roma) e si è recata nella sua abitazione a Cergy da dove qualche ora dopo ha dichiarato con una punta di commozione: “E’ un grande onore, ma forse mi dovrò abituare all’idea”.
Una lunga storia di scrittura alle spalle
Questo la dice lunga sulla grande scrittrice che nel corso degli anni si è resa autrice di romanzi ricchi di eventi e mutamenti legati alla sua famiglia, alla sua adolescenza, al sesso, al mondo del lavoro ed in particolare alle problematiche delle donne. Nata nel 1940 a Lillebonne e cresciuta in un piccolo paese vicino a Yvetot in Normandia, dove i suoi genitori dopo aver lavorato duramente come operai aprirono un piccolo bar adibito anche a drogheria.
Il ricordo
Questo aspetto verrà ben descritto con magistrale sapienza nel romanzo “Il posto”, dove la “penna” della Ernaux si sofferma proprio sulla figura del padre prima operaio e poi gestore di una drogheria aperta alla gente comune.
Lo stile di Annie
Narra con una scrittura molto semplice, diretta senza mai cadere nel pietismo seppur raccontando anche episodi molto forti e indicativi della sua adolescenza. Lei stessa dice “Più tardi, durante l’estate, aspettando il mio primo posto d’insegnante, “bisognerà che spieghi tutto questo”. Volevo dire, scrivere a riguardo di mio padre, alla sua vita, e a questa distanza che si è creata durante l’adolescenza tra lui e me. Una distanza di classe, ma particolare che non ha nome. Come dell’amore separato”.
La grandezza di Annie
Già da queste parole s’intuisce la grandezza di questa scrittrice che per l’appunto finiti gli studi all’Università di Rouen, ottenne l’abilitazione all’insegnamento e iniziò la sua carriera di insegnante di lettere moderne in un liceo.
La sua storia
Si trovò in un difficile passaggio sociale ovvero dalla sua provenienza piuttosto umile all’ingresso nel mondo cosiddetto borghese. Questo passaggio per lei fu un’importante e fondamentale esperienza per quella che è stata tutta la sua scrittura e non a caso successivamente si dedicò anche con veemenza all’impegno sociale e politico. Si sposò nel 1964 con Philippe Ernaux dal quale ebbe due figli e venne lasciata all’inizio degli anni Ottanta dopo circa vent’anni di matrimonio.
Annie. Una donna per le donne
Importanti le sue battaglie a favore delle donne ed in particolare sul tema dell’aborto che fu protagonista del suo romanzo “L’evento” (L’Evènement) che narra di un aborto clandestino diventato anche un film “La scelta di Anne”, che nel 2021 vinse il Leone d’oro a Venezia.
Le sue opere
Quando smise i panni dell’insegnante e precisamente nel 2000, intensificò la sua attività di scrittrice pubblicando degli autentici capolavori come “Gli anni”, vincitore di numerosi premi e a seguire il drammatico “L’altra figlia”, dove immagina una lettera indirizzata alla sorella morta di difterite all’età di sei anni e mai conosciuta. Arriverà anche “Memoria di ragazza”, dove con semplice ma allo stesso tempo cruda realtà ricorda il suo primo rapporto sessuale completo avvenuto nel 1958 e dove scrive testuale “il grande ricordo della vergogna, il più dettagliato, il più intrattabile di ogni altro”. E tornando indietro nel tempo in uno dei suoi primi romanzi “Una donna”, dedicato alla figura di sua madre, leggiamo ancora una volta gli aspetti più profondi che hanno reso grande l’opera della Ernaux.
Per Annie un’infanzia non facile
La miseria contadina, il lavoro pesante degli operai, le ristrettezze economiche, fino alla dura e lunga malattia. Recita così in uno splendido passaggio: “Una domenica fanno un picnic sul ciglio di una scarpata, vicino ad un bosco. Il ricordo di essere in mezzo a loro, in un nido di voci e di carne, di continue risate. Sulla strada del ritorno veniamo sorpresi da un bombardamento, io sono sulla canna della bicicletta di mio padre e lei scende sul pendio davanti a noi, la schiena dritta sul sellino affondato tra la natiche. Ho paura delle granate e che lei muoia. Credo che fossimo entrambi innamorati di mia madre”. Parole dolcissime e allo stesso tempo struggenti che la Ernaux “usa” per interrogare la memoria come mezzo della conoscenza vera della vita.
Il prossimo lavoro
Ora attendiamo con trepidazione l’8 novembre prossimo data in cui uscirà il suo nuovo libro, sempre pubblicato dalla casa editrice L’orma che s’intitola “Il ragazzo” dove narra di un suo amore con un diplomatico russo. In Francia ha già venduto circa 150 mila copie. Applausi in piedi per questa meravigliosa scrittrice che , tra l’altro , non era data come favorita per il Nobel, avendo davanti a lei nel “toto vincitori” l’altro francese Michel Houellebecq e l’indiano-britannico Salman Rushdie.