Una bella storia quando inizia prende il volo e diventa universale. Se l’arte è un messaggio onirico, Chagall ne è il maestro assoluto, le sue tele abbracciano lo spettatore come una meravigliosa pioggia di colori e sensazioni. Ogni mostra a lui dedicata diventa imperdibile, direi anzi terapeutica. E questo è Chagall
La prima volta del sogno di Chagall
Per la prima volta in Italia, a Palazzo Roverella a Rovigo, una grande esposizione dedicata a Marc Chagall e all’influsso esercitato sulla sua opera dalla tradizione culturale russa. Evento memorabile per la città, inaugurato alla presenza di Meret Meyer, nipote dell’artista.
I capolavori
Oltre cento capolavori provenienti tra gli altri dai musei di Mosca, San Pietroburgo, Parigi, Madrid, Zurigo, con una straordinaria selezione di opere appartenenti agli eredi, accostate a preziose icone e lubki caratteristica stampa popolare russa sotto forma di vignetta.
Omaggio a Chagall
Mostra bella sin dal titolo: “Marc Chagall. Anche la mia Russia mi amerà”. Nella sua autobiografia, “Ma Vie” scritta poco prima di lasciare Mosca dopo la Rivoluzione, l’artista racconta il suo infinito legame con la propria terra e conclude con la struggente frase: anche la mia Russia mi amerà.
Le visioni
Passeggiando o volando tra le sue straordinarie visioni, possiamo ammirare la celebre Passeggiata del Museo di San Pietroburgo, un’icona di tutti i tempi, Il matrimonio della Galleria Tretyakov di Mosca, lo straordinario Autoritratto davanti a casa, incantevoli opere da collezioni private come: Villaggio con sole offuscato, La slitta nella neve, Il guanto nero.
La mostra su Chagall
La mostra indaga in modo esemplare sul rapporto dell’artista con la tradizione popolare russa, tra iconografie e leggende. Un messaggio poetico immerso nella favola, intellettualmente e spiritualmente formato nel mondo ebraico e cristiano ortodosso. Tutta l’opera di Chagall è pervasa da immagini sacre o profane della sua amata Russia, dal realismo delle origini, alle oniriche visioni del suo esilio: animali, case, villaggi, fiori, emergono, rielaborati in filigrana, dalla sua memoria.
Chi era Chagall
Moishe Segal (questo era il suo vero nome, poi trasformato in Chagall nella trascrizione francese) era nato in una famiglia ebrea a Lëzna, presso la città di Vitebsk, nell’odierna Bielorussia, allora parte dell’impero russo, il 7 luglio 1887. Il giorno stesso il villaggio viene attaccato dai cosacchi durante un pogrom e la sinagoga data alle fiamme. Un evento che Chagall rievocherà spesso con le parole “Io sono nato morto”.
Dopo gli studi a San Pietroburgo, nel 1910 lascia la Russia per Parigi, stringe amicizia con grandi nomi della cultura da Apollinaire che definirà la sua opera “soprannaturale”, agli artisti come Delaunay e Léger. Come una pianta ha bisogno di acqua, così la mia arte aveva bisogno di Parigi, dirà in seguito.
Parigi
L’amore per Parigi è una costante, come l’amore per Bella Rosenfeld, (pelle d’avorio e grandi occhi neri), la donna della sua vita, la moglie tanto amata e ritratta magnificamente, conosciuta nel 1909 proprio nel suo paese. Colei che possiede la leggerezza e il dono del volo.
Quando nel 1944 Bella muore in seguito ad un’infezione virale, Chagall cadrà in una depressione profonda abbandonando per molti mesi tele e pennelli. Scriverà: “Poi a un tratto un rombo di tuono, le nuvole si aprirono alle sei di sera del 2 settembre 1944, quando Bella lasciò questo mondo. Tutto è divenuto tenebre”.
La vita di Chagall
Una vita errante la sua, piena di emozioni forti, prende parte alla Rivoluzione d’ottobre, ma successivamente viene osteggiato per la sua arte dalla Repubblica dei Soviet che non gradiscono lo stile fantastico. Una situazione che lo porterà amareggiato a lasciare il paese nel 1922 per tornare a Parigi e vivere l’esilio. Nel 1941, come molti cittadini europei di origine ebraica deve lasciare la Francia in seguito ai rastrellamenti nazisti.
Mia soltanto è la patria della mia anima scriverà, vi posso entrare senza passaporto e mi sento a casa.
La Biennale
Chagall, scomparso nel 1985 a Saint-Paul-de-Vence, è considerato uno degli artisti più completi e di maggior successo del XX secolo, il suo linguaggio supera le avanguardie del Novecento, è contemporaneo. Le cronache dell’arte ricordano il suo passaggio alla Biennale di Venezia nel 1948, la prima allestita dopo la pausa della Seconda guerra mondiale, per fare qualche nome, si potevano ammirare Picasso, Braque, Kokoschka, Dalí, Kandinskij, Mondrian. Chagall vinse il premio della Presidenza della Biennale come incisore straniero.
Con questa preziosa mostra, Rovigo diventa fulcro importante dell’arte internazionale, mi fa pensare alla bellezza che provai, da ragazzina, quando vidi la mostra che Palazzo Pitti dedicò a Chagall nel 1978, incantesimo che non ho più scordato. Un dono.
Marc Chagall. Anche la mia Russia mi amerà.
19 settembre 2020 – 17 gennaio 2021
Rovigo Palazzo Roverella
Curatrice – Claudia Zevi
Promossa da Fondazione Cariparo, Comune di Rovigo, Accademia dei Concordi.