Ieri, dopo anni, nella splendida cornice del Teatro La Fenice, è stato assegnato il Premio Campiello giunto quest’anno alla 60° edizione. Presidente della giuria dei letterati Walter Veltroni che ha sottolineato come la scrittura sia sinonimo di libertà. Veltroni ha ricordato l’anniversario con un pensiero al primo vincitore, Primo Levi con La Tregua. Il vincitore è il giovanissimo Bernardo Zannoni, ventisette anni, autore di I miei stupidi intenti edito da Sellerio.
Chi è Zannoni
Zannoni (27 anni) ha ricevuto la ‘vera da pazzo’, simbolo del prestigioso riconoscimento letterario promosso da Confindustria Veneto. “Ero talmente convinto che non avrei vinto, che non avevo nemmeno preparato il discorso”, sono state le prime parole dette con commozione da Zannoni. “Vengo quasi dal nulla e ringrazio chi ha creduto in me. E’ la mia prima opera pubblicata ed ho già fatto un casino”. A consegnare il premio il presidente della Giuria dei Letterati, Walter Veltroni: “Sono onorato di premiare un giovane di 27 anni in un paese che spesso non è un paese per giovani”.
Il Campiello dei Campielli
Il Premio Campiello ha voluto festeggiare i 60 anni con “Il Campiello dei Campielli”. La Giuria dei Letterati ha deciso di indicare un’opera, tra quelle premiate nel corso degli anni, che racconti e rappresenti la storia del Premio Campiello. È stato scelto il romanzo “La tregua” di Primo Levi – il vincitore della prima edizione del Premio Campiello nel 1963 -, “per l’importante testimonianza civile e per la straordinaria qualità letteraria dei suoi testi”.
Le parole di Veltroni
“Noi abbiamo voluto riconoscere in Primo Levi che ha vinto due volte il Campiello, la prima volta con ‘La tregua’ e poi nel 1982 con ‘Se non ora quando’. Abbiamo voluto riconoscere il valore della testimonianza civile e anche il valore letterario della sua opera. In qualche modo Levi ci è sembrato rappresentativo della storia di questi 60 anni e quindi premiando lui, abbiamo voluto premiare il Premio e coloro che lo hanno vinto.I premi letterari e la letteratura sono la saga della liberà. La libertà è il segno che caratterizza il Premio Campiello”. La figura di Primo Levi è stata ricordata con un videomessaggio della senatrice a vita Liliana Segre. “Primo Levi ha avuto la capacità di mettere in prosa l’indicibile, la tragedia della Shoh. La tregua per i sopravvissuti era assolutamente necessaria”.
Zannoni e la cornice del Gran teatro La Fenice
La sessantesima edizione del Campiello è stata festeggiata anche con il ritorno nella storica sede del Gran Teatro La Fenice di Venezia. Lasciata a causa del Covid per due anni, spostandosi prima nel 2020 in Piazza San Marco e poi nel 2021 all’Arsenale di Venezia. Condotta da Francesca Fialdini, volto noto di Rai1, alla cerimonia hanno assistito un parterre di circa 1.000 invitati tra ospiti istituzionali, rappresentanti del mondo imprenditoriale, della cultura e delle case editrici. Tra gli ospiti il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto.
Dott.ssa Elisabetta, che bello leggere queste notizie intorno ad uno dei premi letterari più importanti d’Italia. Lo svolgimento della manifestazione nel Teatro La Fenice, con la partecipazione di un pubblico così numeroso, ha dato lustro all’evento, un modo per promuovere sia la cultura letteraria, sia i monumenti simbolo della Città lagunare. E’ stato bello ricordare Primo Levi come autore simbolo al premio Campiello. Sapere che un ragazzo, alla sua prima esperienza importante, lo scrittore Bernardo Zannoni, abbia ottenuto il primo premio fa ben sperare sui giovani e sul suo futuro letterario di Bernardo Zannoni, evidentemente i suoi intenti non erano così stupidi. Complimenti.