Il tratto che colpisce da sempre, nella prosa di Annalisa Bruni, è l’ironia pungente e costruttiva che l’autrice rivolge al mondo. Una casistica variegata di tipi (e tipe) da non frequentare, scrittori pieni di sé come palloncini gonfi d’aria, donne sull’orlo di una crisi di nervi. Nel suo Skyline – appena uscito per i tipi di Cleup, con la raffinata veste grafica di Ludovica Taddeo e l’efficace prefazione di Francesca Visentin – Bruni non smentisce le aspettative, riunendo in volume sedici racconti dedicati a diversi aspetti del vivere moderno: divagazioni fantastiche, a contrapporre un’autrice celeberrima e il suo personaggio; piccoli inferni quotidiani; tradimenti e rocambolesche agnizioni; storie di ordinaria follia o di ordinario razzismo; drammi intimi e pubbliche virtù.
Skyline ed emozioni
Un autentico skyline emotivo, tratto di un paesaggio che ci appartiene, ma che Annalisa si ferma ad analizzare con la visione critica della giornalista e la bella penna di una prosatrice agile.
La vita di oggi
Poco importa che i racconti siano stati, almeno in parte, pubblicati in altre riviste o antologie: insieme raccontano miserie e vizi della contemporaneità, un occhio all’autoanalisi (anche feroce, a tratti) dei nostri limiti e l’altro al panorama socioculturale che ci circonda.
Annalisa e il suo Skyline
Perché Annalisa non scrive a casaccio: i suoi bozzetti (non solo di genere) sono segno di uno scenario molto più vasto, contraddittorio e problematico. C’è chi scrive ponderosi saggi, chi cura inchieste; e c’è chi – come lei – utilizza la narrazione come utile volano (scegliendo la forma breve del racconto, efficace, ma difficile).
Chi è Annalisa
L’autrice, veneziana, per molti anni funzionaria della Biblioteca Nazionale Marciana, ha da sempre il polso della realtà che la circonda: solo l’anno scorso, in Anch’io mi ricordo. Tra Venezia, Mestre e dintorni, sempre edito da Cleup, ha raccontato l’evoluzione della propria città addirittura per pillole, con fulminanti, icastiche rivelazioni.
Ora più che mai, in Skyline, quella cifra ironica (talora irresistibilmente comica) ha il duplice pregio di farci vedere le cose come stanno e di farci ridere di noi. Di questi tempi, un lusso.
Grazie, cara Francesca, per questa tua lettura attenta, profonda e affettuosa delle mie storie.