Palma il Giovane 11, Paolo Veronese 10, Tintoretto 9, G.B. Tiepolo 5, Paolo Veneziano 4, Tiziano Vecellio 3, Sebastiano Ricci 2, Vivarini, Lotto e Cima da Conegliano, Sebastiano del Piombo 1. Non è la formazione di una inedita squadra di calcio, ma il numero delle tele di pittori famosi del lungo campionato della Serenissima che non si possono vedere. Semplicemente perché le porte sono chiuse. Non quelle del calcio, ma delle chiese veneziane. Abbiamo fatto un tour da Castello a Santa Croce, solo per accertarsi che sono 43, una più una meno, le chiese cittadine consacrate chiuse e dove non si può entrare, nemmeno per dire una preghiera.
Un tour per 43 chiese chiuse
Se volete partiamo da Rialto, chiesa San Giovanni Elemosinario, fuori del cancello c’è anche un orario, ma l’edificio è praticamente chiuso ai più. C’è la pala del Tiziano e quella del Pordenone che secondo una leggenda vide i due grandi artisti in concorrenza tra loro.
Nelle 43 chiese chiuse capolavori negati
Facciamo il Ponte di Rialto per vedere S.Bortolomio. C’è scritto visitabile martedì, giovedì, sabato 10-12. Un insulto per veneziani e non. La chiesa ubicata al centro del centro della città non si può di fatto visitare. C’è un Palma il Giovane e un Sebastiano del Piombo. Ma soprattutto è l’edificio dove fra’ Luca Pacioli, inventore della partita doppia, insegnava ai patrizi veneziani che per girare il mondo è importante conoscere il greco, il latino e la filosofia estetica, ma anche i numeri…Era la celebre Scuola di Rialto che non poteva definirsi università per le invidie di Padova. Qualche secolo dopo concepì Ca’ Foscari, ovvero la Scuola Superiore del Commercio. Data la posizione centralissima, meriterebbe maggior rispetto.
Perché nascondere un Tintoretto?
Pochi metri in linea d’aria, più in là del Canal Grande, nella chiesa parrocchiale di San Silvestro, già antica sede del patriarcato di Grado, ci sarebbe un Tintoretto da vedere. Il “Battesimo di Cristo”. Anche qui. Un terno al lotto poterlo ammirare. Girando l’angolo e restando in centro, la chiesa di S.Aponal, sconsacrata, proprietà del Comune, fondata nell’XI secolo dai ravennati secondo la tradizione, è oggi uno scatolone vuoto che serviva come deposito-archivio per l’amministrazione pubblica. Meriterebbe più rispetto. Qui è stata fondata la Scuola grande di San Giovanni Evangelista e a fianco appaiono ancora i bassorilievi della Scuola dei Tagiapiera, ossia i veri costruttori della meraviglia-Venezia.
Tra le 43 chiese chiuse anche S.Tomà
Stessa sorte per la chiesa di S.Tomà di competenza dei frati della basilica dei Frari. Solo raramente viene aperta per le funzioni religiose dei neo-catecumenali. Off limit ai cristiani meno devoti. Il soffitto affrescato da Jacopo Guarana è quindi impossibile da ammirare.
San Cassiano, e siamo sempre nell’area rialtina, dove le scritte riportano, “aperta il sabato e la domenica”, avrebbe ben tre celebri Tintoretto (La resurrezione di Cristo con i santi Cassiano e Cecilia, la Discesa nel limbo, la Crocefissione). Altro Tintoretto negato nella vicina S.Maria Mater Domini, “l’Invenzione della Croce”. E pensare che Jacopo Robusti, piccoletto di statura, e sempre polemico, era gelosissimo delle sue opere e ci teneva all’esibizione. Nella chiesa di San Stae, nuova tabella oraria poco affidabile, difficile ammirare G.B.Tiepolo e Sebastiano Ricci.
Spostiamoci a Cannaregio
E allora con il church-tour ci trasferiamo a Cannaregio. Impossibile da un po’ di anni vedere il portone aperto di San Simeon Piccolo di fronte alla stazione ferroviaria. Stupì con la sua forma circolare e neo-classifica perfino Napoleone Bonaparte (“mai vista prima una chiesa senza cupola, ma una cupola senza chiesa sì!”), sembra avesse esternato il generale francese, formato imperatore, nel 1807, nella sua prima e unica visita a Venezia. S.Andrea della Zirada a Piazzale Roma, vuota, e chiusa da tempo. Continuando a Cannaregio, chiesa delle Penitenti, S.Girolamo e Cappuccine ( con due Palma il Giovane) chiuse. Per vedere “l’Ultima Cena” del Tintoretto a San Marcuola occorre essere fortunati. Aperta per le messe martedì, giovedì e sabato. Ma probabilmente non si trovano preti. Della Maddalena, chiesa esoterica cara a Giacomo Casanova, non ne parliamo. C’è un G.B. Tiepolo con l’Ultima Cena. Ma il portone ha la muffa ai lucchetti. S.Fosca, nella centralissima Strada Nuova, chiusa da mo’.
Continuiamo a cercare chiese aperte
Imbarazzante, giusto poco dietro il ponte, la situazione della chiesa di S.Marziale. Anche qui appaiono gli orari delle messe. Lo scandalo è che c’è un Tiziano, un Tintoretto e un soffitto di Sebastiano Ricci da “non” vedere. Sale l’ansia da porte chiuse nella chiesetta di S.Bonaventura vicino all’ex ospedale (chiuso) Umberto Primo. Poi San Felice sempre in Strada Nova, dove mi confermano: “ma è sempre aperta!”, ma a me non risulta. Così nella piccola e semi-nascosta S.Sofia (c’è un Palma il Giovane…). La rabbia cresce cambiando sestiere a Dorsoduro. Guardo su internet l’orario della chiesa di San Sebastiano. C’è scritto: chiude tra poco… Ma io sono lì, e busso invano. Una volta che vidi uscire qualcuno mi rispose in malo modo un presumibile custode che doveva recarsi in terraferma e non aveva tempo. Mancavano due ore al presunto orario di chiusura. Ah, dimenticavo: S.Sebastiano ha il più importante ciclo al mondo di Paolo Veronese….Un nonnulla.
Continuo a fare il girovago o forestiere “poco” illuminato nei dintorni
S.Angelo Raffaele, più chiusa che aperta. Ognissanti, a fianco dell’Ospedale Giustinian, un terno al lotto trovare il portone aperto. Chiesa delle Eremite, alle Zattere, appare solo in cartolina. La sontuosa chiesa di San Trovaso (altro Tintoretto mancato con “l’Ultima cena”) forse da vedere di domenica. S.Agnese, bisogna chiedere ai Padri Cavanis, chiesetta Santo Spirito alle Zattere, altra cartolina, chiesa Catecumeni di Giorgio Massari? Suore permettendo. S.Gregorio, dietro la Madonna della Salute, sconsacrata da tempo, già laboratorio della Soprintendenza, avrebbe un progetto museale. Ma è pur sempre inaccessibile.
Chiese chiuse? E i capolavori?
Facciamo un salto a piè pari alla Giudecca, per la maestosa chiesa delle Zitelle che la tradizione vuole disegnata dal Palladio, dipinti di Palma il Giovane e Francesco Bassano. Su internet ci avvisano che bisogna prenotare per le visite. Non c’è numero telefonico e risulta chiusa. Perdonateci nel nostro church-tour un nuovo salto, andiamo a S.Fantin. Grazie alla Biennale oggi è aperta, c’è un artista che espone. La maggior parte dell’anno però inaccessibile. Chiesa di San Samuele, con affreschi di Paolo Veneziano, si ammira solo da fuori. Ovvero dal traghetto a fianco di Palazzo Grassi. San Beneto, vicino al rinnovato Museo Fortuny, desolatamente chiusa, nonostante il Tiepolo. Grida rabbia e vendetta la centralissima chiesa parrocchiale di San Luca, di fronte al cinema Rossini. Nonostante l’orario per le messe, impossibile vedere il Paolo Veronese e Palma il Giovane.
Torniamo zona Rialto, e siamo già visibilmente stanchi e scossi
Chiesa di S.Lio, quasi sempre chiusa, nonostante la tabella oraria. La sontuosa tela del Tiziano dedicata all’Apostolo Giacomo, può attendere, così pure il soffitto affrescato da G.B.Tiepolo (Angeli e Virtù). L’organo settecentesco di Gaetano Callido è un vero gioiellino. Peccato. Cinquanta metri a destra, basta infilarsi nella stretta calle per arrivare alla chiesa della Fava degna della trasmissione “Chi l’ha vista?”. Nonostante un altro Tiepolo e un Piazzetta.
Chiudiamo il tour delle chiese chiuse
Ci perdiamo nel sestiere di Castello. Chi conosce l’esistenza della chiesetta di Santa Maria del Pianto alle Fondamente Nuove, alzi la mano. È del Longhena. Appartiene all’Ulss Serenissima. Praticamente un deposito. Chiusa. La desolazione ormai ci perseguita. Fortunati a trovare aperta la chiesa della Bragora (opere di Vivarini, Palma il Giovane, Cima da Conegliano…), quella di San Martino all’Arsenale e di San Francesco di Paola in via Garibaldi (altro Tiepolo e Palma il Giovane). Anche qui ci dicono che mancano sacerdoti… il tour termina a S.Isepo, chiesa assegnata ai Salesiani. Fa parte dell’associazione Chorus. Orari intermittenti.
Chiediamo scusa
Scusateci ancora cari Paolo Veronese (Adorazione dei Pastori e San Girolamo), il permaloso Tintoretto ( con la tela del “senatore Bon in preghiera dinanzi all’arcangelo Michele che scaccia Lucifero”) e l’ennesimo e trascurato Palma il Giovane.
Infine preghiamo laicamente assieme a Ezra Pound, che a Venezia volle morire: “O Dio, quale grande gesto di bontà abbiamo fatto in passato, e dimenticato, Che tu ci doni questa meraviglia, O Dio delle acque?”