Dopo la Pasqua torna il Diario Liberale. Sempre attento e pungente. Riflette e fa riflettere. Punge come un’ape e vola come una farfalla da notizia a notizia. Dall’attrice maltrattata ai disabili maltrattati dai turisti.
Ci ha lasciato una grande attrice che ho conosciuto e amato
Non ne parlo per il suo fascino, la classe e il talento. Né per la sua bellezza e portamento. Ma perché, nonostante il successo raggiunto sin da giovanissima, Catherine Spaak ha molto sofferto per le ingiustizie che allora le donne potevano subire. Sposata 16enne con un giovane della buona società, ebbe una bambina che le fu tolta quando si separò dal marito e con cui non si è mai ricongiunta. Nella causa per l’affidamento il giudice sentenziò che essendo un’attrice era una donna di dubbia moralità. L’evento traumatico le ha condizionato l’intera esistenza e forse provocato la lunga malattia e la precoce dipartita a 77 anni.
L’Ucraina è un pretesto. Russia e Cina vogliono togliere la supremazia agli Stati Uniti che fingono di non capire
Lo ha detto chiaramente il portavoce del Cremlino. Secondo l’ambasciatore cinese a Mosca è stupido provocare Putin con sanzioni e insulti. È esploso lo scontro epocale che si deve risolvere con un accordo equo o con la fine del mondo. Inutili le mediazioni in Turchia. Le crudeltà in Ucraina non sono gratuite, ma il segnale che siamo alla resa dei conti tra le due grandi potenze. L’Europa, che è più coinvolta, non dovrebbe lasciare la gestione del problema agli USA, ma sollecitare Biden a incontrare con umiltà Putin. Solo loro possono decidere sul futuro dell’umanità.
Siamo diventati così stupidi da considerare il territorio in cui viviamo, dove crescono i nostri figli una pattumiera
Non abbiamo ancora capito che l’ambiente è casa nostra. Dovrebbe essere istintivo curarlo come la nostra stanza da letto, come il salotto o il tinello dove mangiamo e trascorriamo la giornata. A casa non calpestiamo le sigarette per terra, gettiamo cartacce e bottiglie di plastica nel contenitore. Invece, strade e giardini sono cosparsi di rifiuti. L’esemplare iniziativa di volontari dei Fratelli della Costa, tavola di Mozia, sul litorale marsalese ha recuperato un quintale di robaccia di tutti i tipi. Persino un gruppo di delfini, che si era accostato alla riva, se n’è andato indignato.
L’Ucraina come una donna da penetrare, recita un twitter cinese. È come morta e stuprata, aggiungono a Mosca
L’Occidente risponde con la voce del Papa. Com’è possibile simpatizzare con la Russia? Con la volgarità la guerra assume pericolosi profili. La benedice Cirillo, accusato di eresia, e si profila uno scisma nella Chiesa ortodossa. Quando aumenta il peso delle parole, si allontana la capacità di mediare. Dall’Europa si leva solo la voce di Macron, che invita a abbassare i toni. Finlandia e Svezia, tradizionalmente neutrali, vogliono entrare nella Nato. La Russia si sente accerchiata e può finire male. Purtroppo non ci sono più i politici che per 80 anni ci assicurarono la pace.
Forse gli Stati Uniti hanno abusato della supremazia, ma sono un paese democratico e degni di rispetto
Anche se le vicende storiche li hanno indotti negli ultimi 80 anni a comportamenti non sempre esemplari, gli stessi americani li hanno deplorati, avendo libertà di critica, oltre che di voto. Non si simpatizza, per questo, con chi vuole togliergliela con prepotenza anziché con conquiste economiche e scientifiche, culturali e sociali, come avveniva persino ai tempi dell’URSS comunista. È giusto che ci sia rivalità tra i popoli. L’antagonismo è un utile sprone. Ma lo scontro deve essere un confronto per migliorare le condizioni del proprio paese, non violenza per sete di potere.
Fingiamo di biasimare la guerra in Ucraina, ma c’è tanta violenza anche in tempo di pace, vittime i deboli
Era il ritorno dalla gita di Pasquetta. Un esodo dalla Riviera presa d’assalto nella splendida giornata. Non son potuti salire a Genova sulla carrozza riservata di un treno per Milano ragazzi con gravi handicap e i loro accompagnatori. L’avevano occupata un gruppo di turisti che, nonostante l’intervento dell’impotente polizia ferroviaria, si sono tutti rifiutati di lasciare il posto a chi ne aveva diritto. Poi Trenitalia predispose un pullman sostitutivo. Solo il biasimo per l’indifferenza dei prepotenti, rimasti comodamente seduti. Nessuna sanzione. Che tristezza quest’Italia razzista.