“L’Area Metropolitana ha grandi potenzialità sotto l’aspetto logistico, ma poco è stato fatto negli ultimi 20 anni”. L’imprenditore da sempre nella logistica Damaso Zanardo e oggi impegnato in un importante progetto di riqualificazione di una grande area fronte Aereoporto di Treviso “OPENDREAM” ed è presidente della “Fondazione Its Marco Polo”, commenta la situazione nazionale e internazionale. “I nostri concorrenti hanno fatto balzi da gigante, i nostri vent’anni sono i loro tre anni”.
Presidente Zanardo, cosa manca alla logistica del Nordest e all’Italia per competere ad armi pari con gli altri Paesi?
“Io continuo a sostenere che la vera “pandemia” sial’amministrazione pubblica, inadeguata ad affrontare l’evoluzione del mercato. Per quanto riguarda Venezia o meglio l’Area Metropolitana esempio qualcosa è stato per sviluppare una logistica portuale nell’entroterra. Ma è molto marginale rispetto ad esempio a quello che viene fatto in una qualsiasi portualità del Mediterraneo. Non c’è coerenza tra Piani di sviluppo e azioni conseguenti in burocrazia e investimenti. Le cose da fare si sanno, ma poi non si realizzano e le “generazioni – non anni “ passano.Se guardiamo alle autorità portuali che sono 6 in Italia, secondo me sono ancora troppe”.
Cosa occorre fare?
“Ci dobbiamo rendere conto che siamo piccolissimi, se paragonati a quello che accade nel resto mondo: bisogna cominciare a ragionare come un sistema. Anche la riforma dei Porti che pur riducendoli a nr 15 Autorità Portuali Venezia sono troppi! Esiste e permane una insana concorrenza tra ex Trieste e Venezia , ma anche con gli Interporti del retroterra. Padova ha saputo accogliere le “disgrazie” di Venezia a suo tempo e poi evolversi Come raccolta o distribuzione dei Porti Nord Europa o Tirreno, sviluppando modelli di logistica e di lavorazioni, ma oggi è ampiamente satura come spazi. Verona sta nella dorsale del Brennero E anch’essa è satura. Marghera e Chioggia invece restano al palo e soffrono”.
Zanardo, qual è la sua opinione sulla Marittima di Venezia?
“Prima si decide dove farla e meglio è! Perché restare nel vago non aiuta nessuno:non aiuta gli armatori, che devono decidere e programmare le rotte delle loro navi, non aiuta l’indotto e non aiuta la città. Le soluzioni credo che ormai ci siano: da quelle meno costose come ad esempio utilizzare Chioggia, collegandosi poi con Venezia con aliscafi elettrici, fino al porto fuori al Lido oppure a Porto Marghera. Ora è tempo di decidere, ma anche poi di fare”.
Come valuta la situazione del porto di Chioggia e quali prospettive?
“Chioggia secondo me ha grandi opportunità. E’ stata avviata una importante bonifica di una discarica di rifiuti urbani, una delle più grandi d’Italia, che era lì dal 1961. Completata la bonifica si raddoppieranno gli spazi del Porto e intervenendo sull’escavo del limitato canale di accesso Chioggia può essere una valida soluzione per le Grandi Navi Passeggere. Sicuramente oltre per il Porto la Città di Chioggia e tutta l’area turistica da Sottomarina ad Albarella che necessita di intervenire sul piano del trasporto ferroviario e sulla realizzazione di un tratto di Romea Commerciale da Dolo a Chioggia. Guardi che parliamo di limitati investimenti rispetto a altre soluzioni e sopratutto di tempi rapidi se si vuole!”.
Zanardo, qual è la situazione di Marghera?
“Ricordo che quando ero bambino scendevo in bicicletta dal cavalcavia che la collega con Mestre e vedevo una distesa di imprese, alcune di grande valore, tipo la Galileo. Oggi quando lei scende a parte il palazzo della Figc c’è il deserto dei Tartari. Si è passati da 70 mila a 5 mila occupati in qualche decennio. Ma è un’area ricchissima di infrastrutture , tra i pochi interventi la ferrovia è stata elettrificata, ci sono ampie aree dismesse, è inserita tra le zone economiche speciali, ciò nonostante fa fatica a decollare” E tutto questo perchè ? Perchè non c’è coordinamento tra i vari enti competenti che dovrebbero mettere a realizzo un piano interventi con i tempi certi per le Imprese che vogliono investire”.
E il tema formazione in un settore così strategico?
“Devo dire che 20 anni fà il primo Master di Logistica in Italia lo facemmo con un accordo tra l’Università di Venezia e Trieste.Da allora sia Istituti che Università hanno introdotto temi o esami inerenti il settore. Ma anche qui sono in ritardo rispetto le tecnologie e i processi che la logistica attua per essere al passo con i tempi. Veda esempio del Covid come la logistica è diventata uno strumento per bio singolo Cittadino!Comunque a Venezia 5 anni fa abbiamo avviato l’ITS Marco Polo, una Fondazione che ogni anno forma oltre 60 allievi da introdurre nel mondo della logistica o anche nella conduzione dei treni”.