Il giovane Ferruccio Gard, ottant’anni e qualche spicciolo di tempo, ha colpito ancora: l’Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa – con il sostegno di Cris Contini Contemporary – lo festeggia con una splendida mostra negli spazi della Galleria di Piazza San Marco, fino al 10 aprile. Un’ampia retrospettiva, con opere che vanno dal 1969 ad oggi.
Mitico Gard
Il giovane Gard – il Gard cinetico, come lo ha definito il grande Gillo Dorfles – è uno dei maggiori artisti optical della pittura italiana, uno che ha fatto della propria ricerca un miracolo di coerenza e dedizione. Rischiando, provando, comunque procedendo con ostinazione e raziocinio. Classe 1940 (ma è solo un’illusione, sostiene lui), piemontese, trapiantato felicemente dal 1973 in laguna, è stato giornalista RAI, storico inviato negli stadi per l’indimenticabile 90° minuto di Paolo Valenti. Lo ricordo, io alle prime armi, come collega gentile e disponibile. Lo conosco come scrittore di travolgenti thriller d’ambientazione veneziana, tra la satira politica, l’ironia e la disillusione (anche se qualche idea, su come risolvere la diatriba sul MOSE, Ferruccio l’avrebbe).
Il pittore
Tuttavia, davanti ai suoi quadri optical, animati di vita propria, che coinvolgono a tal punto lo spettatore da farlo quasi entrare in quel tripudio intricato di linee e tinte, non si può che ribadire, e con forza, che Gard è un pittore. Grande, impegnato, pervaso da un azzardo formidabile. Ferruccio, che ha partecipato a sette Biennali d’Arte, due d’Architettura, all’XI° Quadriennale di Roma nel 1986 e ad innumerevoli mostre internazionali sull’arte cinetica, alla vernice veneziana era commosso come un’esordiente. Una meraviglia d’esordiente.
Gard e l’optical
In lui riconosco una libertà interpretativa, per cui la pratica quotidiana non si riduce mai a meccanica ripetizione. La sua fiducia nel potere rivoluzionario dell’arte optical gli consente infinite possibilità di declinazione.
Il giudizio di Dorfles
Del resto, lo stesso Dorfles – che ha dedicato a Gard una nota critica rivelatrice – sottolinea l’importanza politico-culturale dell’arte programmatica e cinetica: «Nata alla fine degli anni Cinquanta – la prima mostra fu realizzata a Milano dalla Olivetti nel 1962, con la presentazione di Umberto Eco – rappresentò l’ultima stagione rivoluzionaria dell’arte europea. – scrive – I suoi adepti, che anziché artisti preferivano essere definiti ricercatori, innamorati dei vari aspetti riguardanti la percezione visiva, che affrontavano con metodi quasi scientifici, realizzarono opere all’insegna del movimento …». Un’arte per tutti, dunque, non più privilegio di una ristretta cerchia di collezionisti, spesso realizzata con materiali di riciclo.
Il Gruppo 8+1
Proprio a Mestre, per trent’anni (dal 1978 al 2008), si è svolta l’esperienza fondamentale del Gruppo Verifica 8+1 – a cui anche Ferruccio ha preso parte – tutta dedicata al lavoro di artisti programmati e cinetici. Un’autentica fucina artistica e culturale, con una naturale propensione alla didattica, a cui la stessa Bevilacqua La Masa ha dedicato nel 2017 una retrospettiva, sia pur parziale.
Gard, per decenni, ha continuato a credere in quella visione mobile, pervasiva, interpretandola a modo proprio.
Gard poetico
Credo ci sia qualcosa di profondamente poetico nella ricerca umana della perfezione, della totale armonia. Ferruccio stesso lo ha dichiarato: «Ci si prova, ma è impossibile da raggiungere». Eppure, nella sua consapevolezza, c’è già tutto: l’opera acquista un valore unico dalla pervicacia della ricerca stessa, dalla cura quotidiana. La bellezza penso stia nel percorso che l’artista compie, ancor prima che nel lavoro ultimato.
Le proporzioni. Oltre la geometria
Ciò che conta, e molto, nella texture incredibile dei quadri di Gard, nelle intersezioni geometriche (e cromatiche), è l’integrità delle proporzioni: proporzione come relazione tra misure ma, nel suo caso, anche come bellezza intellegibile.
Atto materiale e morale: l’iterazione dei moduli, di opera in opera (qualche volta anche riprendendo griglie del passato, per sperimentare nuove applicazioni), non degenera in facili clichés. In Ferruccio è necessità intrinseca, vitale. E tutto senza ricorrere ad inutili metafore, facendo di continuo i conti con il proprio statuto disciplinare, con l’ordinamento matematico.
Trasformare la matematica in poesia
La matematica, in questo artista – ed è ciò che lo rende unico, a prima vista – si fa poetica. Strettissimo è il nesso tra linguaggio ed esperienza. Quella del cinetico Gard è, soprattutto, una stupenda utopia conoscitiva; iter mentale in cui immaginario e logica coincidono. Nell’intento di realizzare una concreta armonia, Ferruccio progetta e crea nuove forme, pensa a sculture cinetiche realizzate in plexiglass, osa l’astratto puro come una libera, giocosa licenza.
L’euforia
Eppure, se fosse solo questo, non si comprenderebbe l’irresistibile euforia che la vista dei suoi lavori suscita. O meglio, lo comprenderebbe il cervello, ma non il respiro che accelera, l’effervescenza delle cellule. Esistono altri artisti cinetici, ma nessuno scuote i sensi come Gard, ubriaca, sorprende.
Forse il segreto è altrove: bisogna cercarlo al di là di ogni ragione concettuale
Alla ricerca del seme
Sara Campesan, la decana del Gruppo Verifica 8+1, artista rivoluzionaria ed autonoma, mi disse tanti anni fa, parlando proprio di Ferruccio: «Cerca in fondo, cerca il seme. Cercalo nel centro». Mi è tornato in mente, di fronte ai suoi lavori esposti in Piazza San Marco: così assoluti, così inclusivi.
Scopro, così, che c’è davvero un seme, al centro di ogni opera
Un punto in cui la prospettiva si azzera in lontananza, anamorfosi, figura geometrica rotante, macchia frattale. Tutto il movimento – dalle primissime prove alle ultime, sontuose Opere del compleanno – finisce per essere assorbito in quel seme di senso. Forse sta lì, nel cuore dei quadri, la forza invisibile della realtà. La forza che ti attira: nel colore, anzi nell’esercizio del colore che si declina pressoché all’infinito.
La chiave di Gard
È la chiave magica, la passione incandescente di Gard: una funzione concepita come bellezza e, allo stesso tempo, una bellezza concepita come funzione. Sta lì, il segreto della sua giovinezza.
Il Gard cinetico. Sono solo 4 x 20
Galleria di Piazza San Marco, 71/c, 30123 Venezia
dal 26 febbraio al 10 aprile 2022
dal mercoledì alla domenica, dalle 10.30 alle 17.30
Ingresso libero
Per informazioni:
e.mail: info@bevilacqualamasa.it
tel.: 0039 041 5208879 – 0039 0415237819
Cara Francesca, hai scritto una lectio magistralis sull’arte cinetica e sui miei lavori.
Hai saputo mettere a fuoco ed entrare in profondidità su quello che faccio, penso e voglio comunicare come nessun altro.
Farò incorniciare il tuo testo e lo appenderò fra i miei quadri.
Ti ringrazio molto, con TANTISSIMI complimenti.
Un forte abbraccio.
Ferruccio.
Magnifico testo Francesca e magnifica mostra Ferruccio Gard! Non é facile far incontrare matematica, poesia e euforia!
Grazie mille, cara Myriam, gentilissima. Ferruccio.