Correva l’anno calcistico 1976/77, siamo in serie B. Un ragazzo appena ventenne di Prato arriva dal Como al L.R. Vicenza come ala destra. Ma il tecnico della squadra berica Giovan Battista Fabbri (meglio conosciuto come GB Fabbri) lo trasformerà in centravanti. Risultato? Vicenza approderà in serie A vincendo il campionato cadetto e quel ragazzo toscano di nome Paolo Rossi vincerà la classifica cannonieri con 21 gol, missione ricompiuta l’anno dopo nella massima serie.
GB Fabbri e Pablito
Quel giovane toscano ai mondiali di Argentina del 1978 esploderà diventando il miglior giovane calciatore del torneo e quattro anni dopo guiderà la nazionale azzurra alla conquista del terzo titolo mondiale e resta uno dei centravanti più forti della storia del calcio tricolore.
GB Fabbri e Bearzot
La carriera di Rossi è segnata soprattutto da due allenatori che purtroppo ci hanno lasciato: Enzo Bearzot e appunto GB Fabbri. Ma è segnata anche da quei tre anni in terra vicentina grazie anche alle intuizioni del tecnico emiliano tra i più innovatori del nostro calcio. Quel Vicenza neo promosso nel 1977 in serie A nel 1977/78 arrivò secondo dietro solo al quella Juventus che aveva sette giocatori cardine della nazionale italiana.
Real Vicenza
Ma ad entusiasmare i tifosi di una delle provincie di ricche d’Italia, non fu soltanto l’inaspettato secondo posto ma la bellezza del gioco espresso, tanto che quella matricola terribile venne soprannominata “Real Vicenza”. Fabbri conservò per sempre un ricordo, a dir poco indelebile: “Ebbi l’onore che Gianni Brera venne in spogliatoio a congratularsi: “Veramente, non avrei mai creduto che una squadra di provincia giocasse al calcio come ha giocato il L.R. Vicenza”, disse. Era come aver ricevuto lo scudetto».
Il rapporto GB e Paolo Rossi
Con Pablito, Gb aveva un rapporto padre-figlio: lo portava a casa sua e lo nutriva a bistecche perché vedeva l’attaccante troppo mingherlino. Ma stiamo parlando di un calcio di oltre 40 anni fa! Fabbri mette in pratica un calcio all’epoca modernissimo: nessun segreto. Come lui stesso raccontava: “Tutti partecipano alla manovra, nessuno sciupa una palla. La filosofia è semplice: il portiere appoggia la palla, il libero e stopper avanzano e i giocatori corrono, devono correre alla fine gli stessi chilometri. “Se il libero Carrera va al cross come un centrocampista, il centrocampista ha l’obbligo di chiudere come un libero. Bisogna distribuire il lavoro”.
Il segreto di GB Fabbri
Il Vicenza è molto unito, possiede spirito di squadra, un gruppo compatto. Nel campionato seguente 1978/79 retrocederà a causa di una serie di infortuni che interesseranno soprattutto i giocatori cardine. Ma la squadra bianco rossa resta ancora oggi una delle provinciali che più hanno fatto paura agli squadroni del Nord Italia.
Gli allievi
Da non scordare che esiste un elenco di tecnici che si ritengono allievi di G.B. Fabbri, o perché hanno giocato per lui o perché a lui si sono ispirati: Capello, Reja, Mazzarri, Delneri, Ranieri, Delio Rossi. Quasi tutti, come del resto il suo giocatore più famoso, hanno mantenuto rapporti con il vecchio maestro quasi fino all’ultimo.
Un bel racconto. Scritto molto bene. Ricordo questo anedotto avevo 16 anni, tifoso scatenato del Vicenza. Una domenica andai a trovare le zie in via Machiavelli 18. Dopo la partita vinta dal Vicenza e ascoltata alla radiolina andai sul terrazzo del condominio. Su una finestra forse del bagno riconobbi il grande gb fabbri in canottiera che fumava una sigaretta. Gli dissi ma tu sei il mister vero? Lui annui bonariamente. Salii nel suo appartamento modesto mi scrisse un autografo su una foto in bianco e nero e rispose alle domande di un ragazzo entusiasta come se davanti avesse un giornalista. Questo è stato gb fabbri. L allenatore del real vicenza