La sopravvivenza del settore lattiero caseario italiano è seriamente minacciata dall’incredibile aumento dei prezzi dei combustibili e delle materie prime. Il grido di allarme si leva dall’intera filiera agroalimentare colpita da un’emergenza che sta facendo sentire tutta la sua gravità anche in Veneto. Emblematico il caso di Latteria Soligo che da circa 140 anni opera grazie al lavoro dei soci produttori di latte impegnati affinché ogni giorno le famiglie possano consumare alimenti buoni, sani e genuini, dal latte fresco a svariati tipi di formaggio. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Brugnera, presidente della Latteria Soligo.
Dott. Brugnera, come sta agendo la Latteria Soligo all’impennata dei prezzi?
“Una sicurezza alimentare che oggi rischia di venire meno a causa dell’impennata generale dei prezzi come, ad esempio, quello delle materie prime per l’alimentazione animale, in media del 50% per mais e soia. Per non parlare del prezzo del gas naturale salito addirittura del 500% (da o,25 euro al mq a 1,25) e l’energia elettrica più che raddoppiata. Una situazione ormai insostenibile ma che, come latteria sociale, stiamo cercando di fronteggiare”.
Come riuscite?
“Ad esempio attuando rapidi interventi di efficientamento dei processi di produzione, con una riduzione del consumo di energia per ogni reparto e per ogni lavorazione. Ma i costi stanno, purtroppo, superando nettamente i ricavi e i nostri soci si vedono costretti a chiudere le proprie attività. Per essere ancora più chiari prendiamo un’azienda con una stalla di 120 vacche, ognuna delle quali produce mediamente 32 litri di latte al giorno. Il costo dell’energia per la mungitura che nel 2021 era di 0,017 euro al litro è oggi di euro 0,047 con una differenza di più 3 centesimi per ogni litro di latte. La fattura mensile di energia è passata da 2200 euro a oltre 5500. All’aumento del costo energetico si aggiunge il costo alimentare per ogni bovina, aumentato di almeno 2 euro al giorno. I conti sono presto fatti”.
Un rincaro pesante anche per la Latteria Soligo
“Oggi produrre un litro di latte in stalla costa quasi 20 centesimi in più rispetto ad un anno fa. Accanto ai maggiori costi vi sono poi gli ulteriori costi dell’energia a carico dei caseifici e delle centrali del latte”.
Su questo Latteria Soligo stima che quest’anno l’incremento della spesa energetica sarà di 4 centesimi al litro di latte lavorato al quale dovrà aggiungersi il rincaro del 25% del vetro, del 70% della carta, del 15% dei trasporti. In totale di 14 centesimi per litro latte lavorato.
Che rischi corre la Latteria Soligo?
“E’ comprensibile che se le nostre stalle saranno costrette a chiudere dovremo importare il latte dall’estero a costi maggiori e senza controlli. A fronte di questo scenario è indispensabile una forte collaborazione della Grande Distribuzione. Produttori e distributori hanno la stessa responsabilità nei confronti dei consumatori e non si può pensare che solo chi produce debba farsi carico degli esagerati aumenti degli ultimi mesi. Riconoscere a chi produce qualità un piccolo aiuto significa evitare la sua morte economica che, a sua volta, si tradurrebbe in una notevole diminuzione proprio di quei prodotti Made in Italy che il mondo ci invidia e che la distribuzione cerca”.