Ecco ancora il Diario a riflettere, a ragionare e a fare ragionare. E questa volta se la prende anche con i politici, i reali, l’allarmismo e quando comportarsi bene era normale, non un’eccezione
Giorgia Meloni perde la pazienza e avverte il centrodestra che senza garanzie è disposta a correre da sola
E molti se la sono fatta addosso. Tranne Salvini che non ha capito la minaccia e suggerisce di avvicinarci a Putin in modo che ci risparmi l’invasione, essendo in vena espandere l’impero. Non lo fece neppure l’URSS, seppure l’Italia fosse il paese europeo col maggior numero di comunisti. Esagerare è la nostra caratteristica in ogni epoca. Eravamo tutti fascisti e da un giorno all’altro diventammo comunisti e al tempo stesso democristiani, il diavolo e l’acqua santa. Chissà adesso, che, avendo stupidamente disprezzato il nucleare, temiamo il razionamento.
Elisabetta teme che, a causa di Camilla, gli inglesi disconoscano la legittimità di Carlo a regnare
Ecco perché in una sorta di dictat testamentario la nomina “regina consorte”. La monarchia non ha bisogno di legati dinastici. Ci sono regole millenarie che regolano le successioni. Tuttavia se avesse dato queste indicazioni in passato, tenuto conto dell’incidente mortale di Lady Diana, avrebbe saggiamente suggerito di saltare una generazione. Così è come se nulla fosse successo. Invece, è successo e i sudditi lo ricordano bene. Per di più suo marito, Filippo di Edimburgo, di famiglia reale, fu principe non re consorte. Perché Camilla, di piccola nobiltà rurale, amante di Carlo mentre la moglie era in vita, regina?
Per evitare che Salvini tra sette anni proponga di nuovo Mattarella, anziché un politico di destra
Meloni presenta un ddl costituzionale che vieta la rielezione del Presidente. Anche lei, però, ha applaudito Mattarella 55 volte come gli altri mille presenti in Parlamento. Lui li ha meritati tutti. Pertini, che ho conosciuto bene e frequentato per anni quasi ogni giorno, è stato il Presidente più popolare e amato. Ma ha ricevuto solo 6 minuti di applausi. Che sono figli dell’epoca e del costume televisivo. Oggi se ne inseriscono continuamente in qualsiasi trasmissione. Allora si applaudiva di meno perché comportarsi bene era normale.
Preoccupante l’approssimarsi di un conflitto, seppure per ora politico, tra le democrazie occidentali e l’imperialismo russo e cinese
Le nuove generazioni credono che la guerra esista solo nelle fiction cinetelevisive o nei racconti esagerati dei nonni. Invece, ancora oggi si combatte in molte parti del mondo e persino a un tiro di schioppo da casa nostra. C’è tanta gente che muore. Altri – peggio ancora – vedono i propri figli morire. Dopo 76 anni di pace molti credono che dalla politica dipenda solo qualche euro in più o in meno in busta paga. Invece, col voto affidiamo la vita a chi ci governa. Pensiamoci quando votiamo o se decidiamo di non votare perché, tanto, sono tutti uguali. Non sono tutti uguali.
Alterando le notizie e diffondendo allarmismo e sfiducia tra i cittadini i media non rispettano più il proprio ruolo
Per vivacizzare e rendere più interessanti i dibattiti dei talk show, persino le reti televisive si accodano al malcostume. Insinuando instabilità di governo e crisi politiche che non ci sono creano incertezza e confusione. Si considerano esagerati persino i pochi giorni per riconfermare Mattarella. Non è per questo che la democrazia è più debole. Anzi. Si è dimenticato che quando l’Italia era un grande paese, per eleggere il Capo dello Stato occorrevano decine di votazioni. Ed era sempre una grande personalità dall’alto profilo morale, come oggi. Un altro grande è a capo del governo.
Quando democrazia e libertà perdono il loro fascino, la guerra può essere molto vicina
Anche gli italiani ne sembrano stufi. E i politici ne approfittano per cercare di togliersi di torno Draghi che li fa sentire tutti più piccini. Perché il solo protagonista è lui. Gli altri scompaiono. Non si rendono conto che l’Europa è un continente autorevole in regime di libertà e diritti civili. Ma non conta più nulla se Putin, dopo la Crimea, decide di invadere l’Ucraina e XI Jinping l’isola di Taiwan. Altro che pensione a 60 anni per poi continuare a lavorare in nero. Speriamo che i giovani non saranno al fronte e noialtri chiusi in casa a cacarci sotto dalla paura.
Meloni non vaccina la figlia perché la possibilità che a 5 anni si muoia dì Covid è pari a quella di essere colpiti da un fulmine
E anche perché – continuando a parlare per slogan – sostiene che si tratti di antidoto sperimentale. Il direttore della Stampa, che la intervistava, ha dimenticato di obiettarle – non era un comizio – che, in attesa del fulmine, non ci sono conseguenze ai polmoni del bimbo. Come, invece, a chi sopravvive al Covid. Per di più, mai come questo, un farmaco è stato testato da quattro miliardi di persone in pochi mesi. E i benefici sono evidenti.