C’è un dolce che non può mancare nei menù dei nostri ristoranti: il tiramisù. Uno degli emblemi della nostra pasticceria. La ricetta comprende pochi ma indispensabili ingredienti: uova, zucchero, caffè, mascarpone e savoiardi. Un team che per diventare dream a tavola deve necessariamente essere di alta qualità, soprattutto uova e mascarpone devono essere freschissimi. Possiamo poi trovare varianti sul tema in aggiunta: fragole, lampioni, cioccolata e pistacchio, che ormai è così tanto di moda che lo troviamo dappertutto. Ma il tiramisù, quello classico, ha come protagonisti i cinque titolari citati prima. Se vi propongono poi una sua versione vegana, rispondete subito: “NO, GRAZIE!”.
Proprio in questi giorni il tiramisù è diventato orfano
È morto infatti Ado Campeol, l’inventore della ricetta, nata, come lui stesso ammetteva, per sbaglio, per colpa o merito di un tentativo sbagliato d’inventare un nuovo gusto di gelato da parte del suo chef. Nel suo ristorante, il rinomatissimo “Alle Beccherie” a Treviso, era ed è ancora possibile gustare la più genuina versione del dolce nato alla fine degli anni ’60.
Da quel periodo questa prelibatezza culinaria ha conquistato i palati di tutto il mondo, diventando un’icona delle nostre tavole. Apparentemente facile da preparare, come tutte le ricette semplici vede, però, cadere anche i cuochi più esperti. Così che in ogni famiglia che si rispetti si formano gli specialisti della materia ai quali è deputato il compito di prepararlo nelle ricorrenze più importanti: una vecchia zia, una cugina, una vicina di casa.
Un’accademia per la paternità
Con la morte di Campeol sono tornate a galla vecchie dispute sulla reale paternità del dolce, anche perché il ristorante trevigiano, in totale buona fede, rinviò per anni la decisione di brevettare la sua prelibata invenzione, registrata solo nel 2010. L’accademia del tiramisù, però, nata per tutelare e proteggere questo patrimonio della nostra pasticceria ha subito sgomberato il campo da ogni dubbio, dichiarando che l’origine è proprio nel ristorante di Campeol.
A dar sostegno all’accademia c’è anche il qualificatissimo parere dell’enogastronomo Giuseppe Maffioli, che nel 1981 nelle pagine di “Vin Veneto: rivista trimestrale di vino, grappa, gastronomia e varia umanità del Veneto” sancì che il dolce era stato inventato “Alle Beccherie” dal cuoco Roberto Linguanotto.
Tiramisù; unico al mondo
Il nostro dolce più popolare ha anche dei parenti altolocati all’estero come la zuppa inglese o la crema bavarese. Ma, non vorremmo apparire nazionalisti, la delicatezza del nostro dolce al cucchiaio, unita alla forza del caffè, lo rende unico al mondo.