Anche loro, i Novaxiani, sono stati invasi da un virus senza nome ma virulento, quello – per intenderci – che li rende alieni alla maggioranza dell’umanità vaccinata: sono così barricati in sé medesimi, che non lasciano spazio alla ragione: sono i buchi neri dell’anima che non riceve e non dà luce. Si direbbero Alieni provenienti da un mondo parallelo, avanguardie di una rabbia cosmica che, fra orgoglio e vanagloria, li rende minacciosi e pronti a invaderci. Le loro apparizioni potrebbero essere usate in commedia, come comparse in un film di Spielberg se visti con occhio fantascientifico, o forse e meglio in un’opera melodrammatica e tendente al comico firmata dal grande Fellini: in chiave di grottesco.
Pronto soccorso
“Non c’è logica che possa fare breccia in un cervello innamorato della paura… che è pur sempre un’emozione”. Lapidaria, la frase è uscita dal computer di una grande scrittrice, Dacia Maraini, e merita una nostra segnalazione perché ci coglie in questo momento storico di un vivere compresso nell’ombra minacciosa del Virus. Dalle mie parti, in campagna si dice che la paura “è una brutta compagnia”. Già: nessuno è escluso dal suo odore e dallo spasmo di silenzio che invade i pensieri in certi momenti della vita, e questo presente è uno di quei momenti. Paura vissuta, dunque. E c’è chi se la porta addosso come una malattia di cui si vergogna; e chi ci convive…
Come togliersela di dosso, però, è la domanda che dobbiamo farci. Servirebbe uno speciale Pronto soccorso – così odiato dai bestioni fascistici di Roma – aperto alle anime ferite da questo male. Azzardiamo: se le paure del virus, prima, e del vaccino, poi, sono frutto al 90 per cento di scarsa informazione o pregiudizio, allora il pronto soccorso si chiama fuga consapevole dal malessere o, meglio, volontà di conoscenza. O no? Capire è indispensabile…
Dal diario di una giovane
“Nell’isolamento, le nostre parole hanno un’eco nuova,
e vorrei dire un diverso valore.
Per chi voglia comunicare veramente, questa è la buona ’occasione. Penso e immagino che le parole possano diventare terapeutiche qui dove siamo trincerati e a rischio di diventare più deboli e vulnerabili.
Anche questo flagello fa parte della complessità (l’abbiamo capito che ci sono tipi diversi di coronavirus in circolo).
Certi disagi, mi consolo, sono sensibili al suono di una voce amica. Ma quando verrà per me?” (Aprile 2020).
Ecco, noi oggi, a distanza di relativa sicurezza da quei giorni neri ma ancora sotto attacco virale, possiamo commentare quella paginetta così: certe situazioni problematiche o addirittura angosciose cominciano a trasformarsi, e diventano soltanto … ricordi. Più o meno innocui. Infatti, dice il saggio: “Il tempo guarisce molte ferite”. Chissà se quella ragazza è stata raggiunta dalla voce che si aspettava.
Un gioco da ragazzi
Quando si è parlato, già tempo fa, della necessità di vaccinare “tutti gli italiani”, dai più piccoli ai più grandi (di età, sottinteso), mi sono ricordato di un libretto destinato proprio ai nostri ragazzi, una guida alla conoscenza del mondo inferiore (scala microscopica) di batteri, microbi e virus. “Sapere per capire” sarebbe il motto di ogni lettore, e il libro Virus game, edito da Mondadori, è stato scritto per questo (ma coinvolge i genitori). L’autore è noto: la professoressa Antonella Viola, che intende evitare “le trappole della disinformazione e delle fake news”, e preparare i giovanissimi lettori vaccinandi a schivare “le insidie dei no vax e delle ideologie deliranti dei negazionisti”.
Paure
(Poesia)
Paura che altri ci veda dentro
la refurtiva,
forse il delitto pensato,
la fedeltà mai esistita.
Paura di quanto può succedere
da un momento all’altro,
attraversando la strada.
Paura del giorno e della notte:
che l’involucro si rompa
come giocattolo
e la maschera
ti cada per via…
David Maria Turoldo
Da O sensi miei… (Rizzoli 1990)
Bravo Ivo.
Complimenti