La Gran Bretagna protagonista della Cop26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici: il summit aveva lo scopo di portare le emissioni climatiche sul medesimo binario dell’accordo di Parigi. Proprio questa è stata l’occasione di focalizzare l’iniziativa di accelerare l’uscita dal carbone, la limitazione della deforestazione, il favorire il fattore elettrico, per citare soltanto i temi più scottanti e urgenti. Come ha sottolineato il governo inglese, l’uso del carbone sta causando problemi al clima che, giorno dopo giorno, vede aumentare le temperature del pianeta.
Clima: occidente da una parte, alcuni paesi asiatici dall’altra
Molti Stati hanno sottoscritto un accordo che impegna a non finanziare più a progetti sui combustibili fossili. Tra i Paesi aderenti ci sono molti stati occidentali tra i quali l’Italia, mentre c’è l’assenza di Paesi asiatici come Cina e Corea del Sud.
L’abbandono del carbone
La notizia positiva è che molti Paesi hanno deciso di abbandonare il carbone nei prossimi anni, anche se la Cina, l’India e altri non sembrano essere d’accordo. Molti Stati europei sono già usciti dal carbone. Molti Paesi in via di sviluppo hanno deciso di non accostarsi più al combustibile di carbone.
Clima: gli obiettivi
Diciamo che gran parte della società internazionale si è impegnata a ridurre le emissioni fuggitive di metano per poter abbassare le temperature almeno di 1,5 grado, con l’impegno di monitorare regolamentare la situazione.
Va sottolineato che l’accordo affronta anche il tema della deforestazione: gli Stati si impegnano a fermare e cambiare il modus operandi sulla deforestazione nei prossimi anni. Tuttavia, va anche aggiunto che tale accordo non è tanto perfetto visto che manca di trasparenza sulla comunicazione dei concreti risultati, l’assenza della scadenza e il fatto che è un patto che non vincola gli Stati.
La mia opinione sul summit sul clima
Credo che anche questo ennesimo incontro dei governi sia stato un flop, mentre il mondo continua a inquinare e a mettere a repentaglio non solo la natura, ma anche le future generazioni. Non solo, ma il tema del clima doveva essere affrontato dai giovani e non dai capi di Stato e di Governo che, per anagrafe, non avranno modo di vedere fra cinquant’anni come sarà il pianeta.