E’ partita la serie B, senza il Chievo. Ricomincerà con le giovanili, grazie a Sergio Pellissier, che sta dando il massimo per costruire una nuova società, con la certezza di ripartire dalla terza categoria e portarla subito in serie D.
Chievo e Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del presidente Luca Campedelli, dopo l’impugnazione dell’ordinanza del Tar che nell’udienza collegiale aveva bocciato il reclamo della società confermando il giudizio negativo del Collegio di Garanzia del Coni e l’esclusione dalla serie B.
Anche il grado superiore della giustizia amministrativa ha quindi condiviso la linea originaria della Figc che a metà luglio non ha accettato l’iscrizione per la mancata documentazione relativa alla rateizzazione dell’iva.
Chievo fuori
E’ stata di nuovo considerata inammissibile la linea del Chievo, che aveva concordato con l’Agenzia delle entrate un accordo per i versamenti, in tempi emergenziali, per cui quel documento richiesto della Covisoc non poteva essere prodotto per la sospensione delle cartelle esattoriali.
Un ultimo disperato tentativo
Il Chievo non si fermerà, è deciso a ricorrere alla Corte di Giustizia Europea, chiede la partecipazione alla B in sovrannumero. Nel frattempo ci sono svincolati tutti i calciatori, piazzati in particolare in serie B e C, solo due sono saliti in A, Joel Obi alla Salernitana e il portiere Semper al Genoa, e una decina ancora devono trovare collocazione. Il più noto si è ritirato, Emanuele Giaccherini ha detto basta a 35 anni, paga infortuni ma avrebbe potuto tranquillamente trovare spazio in C.
Ora il calcio veronese ha l’Hellas in A, la Virtus Vecomp e il Legnago in C.
Pellissier e il Chievo
“Avevamo regalato momenti importanti – racconta Sergio Pellissier, ora ds al Rovigo, in Prima categoria -, soprattutto quando il Verona era in A e noi in A, tenevamo alto il blasone della città. Ciascuno pensava al proprio orticello”.
Ipotesi fusione
Il Bassano si è fuso con il Vicenza, il presidente Luca Campedelli non ha pensato neanche per un attimo alla fusione. “Non aveva proprio senso un’ipotesi del genere. Ho creato il Chievo 1929 proprio per mantenere il nome, sarebbe bello se con il nuovo Chievo si potesse realizzare un’altra storia”. In effetti il LR Vicenza Virtus da febbraio è diventato LR Vicenza, rinunciando al nome Virtus, l’unico legame con Bassano. “Una fusione con il Verona farebbe scomparire prima o poi definitamente il nome del Chievo, anche se è già scomparso ai massimi livelli. Inoltre nessuna delle due società credo apprezzerebbe la cosa, è giusto che ciascuno abbia i propri tifosi”.
I grandi del Chievo
Il Chievo ha avuto grandi giocatori, i portieri Sorrentino e Julio Cesar, poi campione del mondo con l’Inter. Barzagli nel 2003-04, poi iridato con l’Italia, Acerbi nel 2011-12, ora campione d’Europa con Mancini, Nicola Legrottaglie in due momenti. Un altro campione del mondo è Simone Perrotta, per 4 stagioni, Eugenio Corini per un totale di 7 campionati, e poi Simone Barone, pure in campo al mondiale del 2006, fu gialloblù per due annate, all’inizio del millennio.
In avanti, Marazzina, 6 campionati con 48 gol, Bernardo Corradi, impiegato da Trapattoni all’Europeo del 2004, e pure il francese Thereau, 4 stagioni in avvio dello scorso decennio.
Pellissier
“Io arrivai al Chievo già nel 2000 – argomenta Pellissier -, cominciai a giocarci nel 2002. Non so come sarebbe stata la nostra carriera, magari avrei smesso a 32 anni anziché a 40”.
I derby
Il derby di Verona è stato per un paio di volte il quinto della serie A, quando si giocarono tutti. Per calore, forse, il primo è a Genova, poi Roma, Milano e Torino, mentre Atalanta-Albinoleffe andò in onda solo in B.
I ricordi del Chievo
“Gli ultimi derby finirono in parità, una vittoria a testa, nel 2017-18, quell’anno ci fu anche una sfida in coppa Italia, vinta ai rigori dall’Hellas”.
In tutto furono 10 derby in A e 8 in B, il bilancio è in perfetta parità, con 7 vittorie a testa, il resto pareggi.