Toccherà a Erica Cipressa rappresentare la scherma veneta alle prossime Olimpiadi di Tokyo. La fiorettista veneziana è, infatti, tra i 24 azzurri che hanno ricevuto la convocazione da parte della Federazione Italiana Scherma per i Giochi che si terranno dal 24 luglio al 1° agosto. L’atleta classe ’96 disputerà la prova a squadre. Erica è figlia di Andrea Cipressa, ex schermidore italiano, vincitore di una medaglia d’oro nel fioretto a squadre con Stefano Cerioni, Mauro Numa e Angelo Scuri ai giochi olimpici di Los Angeles 1984
Erica si allena con la Scherma Mogliano
Per la fiorettista in forza alle Fiamme Oro che si allena con la Scherma Mogliano si tratta del coronamento di un sogno. Messa in guardia dal papà Andrea, ora CT del fioretto azzurro, Erica ha svolto il suo percorso di crescita all’interno della sala trevigiana con la Maestra Federica Berton che, dopo Bebe Vio a Rio, porta così un’altra atleta ai Giochi Olimpici. Dopo un’ottima carriera Under20, per Erica sono arrivate anche le soddisfazioni nella categoria Assoluti con due podi in Coppa del Mondo – un argento ad Algeri nel 2018 e un bronzo a Tauberbischofsheim in Germania nel 2019 – e la conquista nel 2019 dell’oro alle Universiadi di Napoli. Come detto, a Tokyo l’atleta veneta farà parte del Dream Team del fioretto assieme ad Alice Volpi, Arianna Errigo e Martina Batini. Le azzurre saranno in gara giovedì 29 luglio.
Numeri record per la scherma italiana
Dopo un lungo e brillante percorso di qualificazione, la Nazionale italiana ha conquistato il diritto di partecipare a tutte le competizioni in programma ai Giochi in Giappone. Per la prima volta nella storia olimpica, dunque, il tricolore schermistico sarà presente in tutte le 12 gare, sei individuali e altrettante a squadre. L’obiettivo della spedizione azzurra, guidata dai commissari tecnici Andrea Cipressa per il fioretto, Sandro Cuomo per la spada e Giovanni Sirovich per la sciabola, è tener fede a una tradizione di grande blasone, che fa della scherma lo sport che ha regalato più medaglie olimpiche all’Italia, ben 125, di cui 49 d’oro.
Soraya Paladin, la prima trevigiana alle Olimpiadi di ciclismo su strada
C’è anche una trevigiana tra i convocati di ciclismo per le Olimpiadi di Tokyo, la prima ciclista trevigiana a partecipare alle Olimpiadi nella corsa su strada: è Soraya Paladin, 28 anni il 4 maggio, di Cimadolmo, che corre con il gruppo Liv Racing Soraya è in un crescendo di condizione strepitosa tanto che è arrivata seconda dietro la regina del ciclismo femminile tricolore Elisa Longo Borghini al campionato italiano in Puglia. Inevitabile la convocazione per la manifestazione più importante del mondo.
«Ancora non ci credo – racconta Soraya – un’emozione grandissima. Il tecnico Salvoldi mi aveva detto che sarebbe stata decisiva la prova in Francia. È andata bene, ero in grande forma e la convocazione è arrivata. Sicure siamo io ed Elisa Longo Borghini, campionessa italiana su strada e a crono. A Faenza alle sue spalle ho conquistato la medaglia d’argento contro il tempo. Sono felicissima. E due lacrime mi sono scese».
Paladin, famiglia “pane e ciclismo”
Soraya vive in una famiglia che “mangia” pane e ciclismo. La sorella Asja ha smesso di correre da professionista la scorsa stagione. Il padre, Lucio, è stato nel comitato provinciale di ciclismo e adesso collabora attraverso la ASD Ciclistica Provinciale di Treviso che è una società nata per far da spalla al comitato. E’ appassionato delle due ruote e fa parte del gruppo Amicinbici con la moglie Carmen Dal Pos. Soraya proviene dalla scuola di ciclismo femminile di Lucio Rigato, la Fassa Bortolo di Spresiano, e li ha spiccato il volo. Dopo aver vinto diverse gare a livello giovanile, tra cui il titolo regionale juniores nel 2010, passa professionista nel 2014. Con la Alè Cipollini vince la seconda tappa del Giro della Toscana nel 2018 e anche la classifica generale. Nel 2019, ancora con la Alè Cipollini, centra cinque vittorie e si classifica nona al Giro d’Italia, partecipando ai mondiali e agli europei degli ultimi anni.
Il padre Lucio è al settimo cielo: “E’ un sogno meraviglioso. Ho chiuso gli occhi e ho cominciato a sognare. Mi nascono due figlie bellissime Soraya e Asja. Fin da piccole praticano sport, tantissimi sport… adorano gli sport ma si si innamorano del ciclismo e lo fanno diventare la loro scuola di vita. Pian piano con determinazione, impegno, rinunce e successi sono arrivate al professionismo vestendo la maglia della nazionale italiana”.
Asja decide di lasciare le competizioni ma di rimanere nell’ambiente del ciclismo per promuoverlo con più passione di prima e diventa ideatrice del Fan Club di Soraya.
Bertazzo, un ex della Trevigiani su pista
Per le competizioni su pista c’è anche l’ex atleta della Uc Trevigiani, il padovano Liam Bertazzo.
Alessandra Patelli concede il bis nel canottaggio
Grandi emozioni per Alessandra Patelli, che farà parte della delegazione della squadra italiana Olimpica. Per la 29enne una doppia soddisfazione, poiché per lei sarà la seconda partecipazione alle Olimpiadi, dopo Rio 2016. Parteciperà nel canottaggio (Doppio Femminile) con Chiara Ondoli della società Aniene. Una partecipazione che rischiava di sfumare per via del terzo posto alle regate di Lucerna di maggio, ma alla fine Alessandra non si è data per vinta e ha tentato l’ultimo assalto buttandosi sul doppio. Detto fatto, assieme a Chiara Ondoli, è riuscita a centrare una qualificazione che pareva insperata grazie al terzo posto alla Coppa del Mondo di inizio giugno a Sabaudia.
“Quasi non ci speravo più – ammette Alessandra – Io e Ondoli siamo andati sul doppio, cambiando tecnico di voga passando dalla punta alla coppia, quindi con due remi in mano a testa. Grazie all’exploit di Sabaudia siamo riuscite ad essere selezionate come doppio ufficiale per Tokyo. Una grandissima emozione, sarà speciale”.
“Il fatto di partecipare alla seconda Olimpiade è sicuramente bello ma anche strano. – spiega – Arriverò a Tokyo consapevole che le modalità di questi Giochi saranno molto diverse, l’attenzione alla sicurezza sarà massima e quindi verranno meno anche i contatti con gli altri atleti e con i tifosi. Si perderà un po’ l’essenza però comunque il fascino rimane invariato“.
Alessandra volontaria nella lotta al covid
Azzurra della nazionale di canottaggio ma pure medico, Alessandra Patelli era passata in un attimo dal ritiro con la nazionale in vista delle Olimpiadi di Tokyo al lavoro in prima linea nella battaglia contro il coronavirus. Nel 2020 prestato servizio a Pieve di Soligo come volontaria presso la Ussl 2. Si è laureata con 110 e lode nel 2017 all’Università di Padova.