Anche questa settimana il Diario commenta i piccoli e grandi fatti con arguzia ed ironia. Si parte subito per questo viaggio. Ma pensandoci bene. Può un bacio far saltare una poltrona? Non Italia di certo.
Sconvolgente notizia agita il mondo politico. Ministro della salute costretto alle dimissioni per aver baciato l’amante
Le destre speravano che si trattasse di Speranza, che, però, non è così incosciente da avere un’amante né meno ancora da baciarla in pubblico. Nella trappola della donna che cerca un espediente per far sapere alla moglie della marachella del marito, solo un inglese può cadere. Gli italiani hanno tanti difetti – alcuni non hanno la competenza necessaria per fare politica, altri sono ciarlatani – ma non sono stupidi. Baciano le loro partner illecite lontano dai fotografi. Anzi molte donne lamentano che come latin lover i nostri politici lasciano molto a desiderare. Non sanno neppure baciare.
Un ingenuo Conte in cerca di guai s’incaponisce a sfidare il proverbio che non ammette due galli nello stesso pollaio
Fino a pochi mesi fa era il personaggio più popolare nel nostro squallido firmamento politico. Ora si sta sputtanando Benché alle prime armi, grazie a cultura e saggezza che altri non hanno, era riuscito a governare con due diverse fazioni dimostrando una capacità di mediazione non comune. Ma, come spesso capita pure alle persone intelligenti, l’impari e stupida polemica con Grillo gli farà perdere il credito che aveva accumulato. Perché Conte pensa al futuro del paese, l’altro al potere. Del resto il M5S è suo ed è anche il solo capace di gestire la litigiosa armata Brancaleone in estinzione.
Le 4 motovedette che l’Italia gli ha regalato servono alla Libia per sequestrare i nostri pescherecci con gli equipaggi
Soni i libici a decidere il limite delle acque territoriali. Così, catturano le nostre imbarcazioni da pesca per chiedere, poi, un riscatto per la restituzione. Noi mandiamo ministri per propiziare la pace tra le etnie in guerra. Per il brigantaggio usano il nostro contributo. Se ne servono pure per inseguire le barche dei migranti, sparargli addosso e speronarli. Chissà quante vittime prima che un elicottero della Sea Watch qualche giorno fa filmasse il massacro di almeno una cinquantina di annegati. Ma l’Italia tace. Dopo il pestaggio dei secondini sui detenuti è difficile biasimare gli altri.
La nazionale italiana non è contro il razzismo e neppure a favore. Si sono inginocchiati per solidarietà con i belgi
Piuttosto sibillino l’atteggiamento degli azzurri. Chissà qual è il messaggio che intendono trasmettere nel momento di maggiore popolarità del nostro Calcio. Dopo duemila e ventun anni continua a trionfare l’esempio di Ponzio Pilato. Per non prendere posizione su un problema che divide gli ignoranti, i nostri idoli, cui si ispirano molti giovani, non sono con le vittime né con chi si diverte a violentarle. Sono equidistanti da chi spara e dai più deboli che soccombono. Oggi l’Italia è rappresentata purtroppo da campioni pavidi che scambiano la difesa dei diritti umani per simpatia politica.
Sulle prime pagine si legge che Grillo licenzia Conte, in altri che lo affonda e infine che gli somministra l’ultimo Vaffa
Giannelli disegna addirittura come un burattino l’uomo cui dobbiamo essere grati per averci procurato più di duecento miliardi di Euro dall’Europa. A non aspettarsi questa logica conclusione è Enrico Letta, preoccupato solo che salti l’accordo sull’elezione del Capo dello Stato. Nessuno – né media e TV, né politici – teme il de profundis per i naufraghi del M5S. Dopo l’astuzia della riduzione dei parlamentari, assistono inermi a una polemica che li condanna ancora una volta alla disoccupazione. Nessuna riflessione su quali interessi protegga chi sta distruggendo l’unica risorsa del M5S.
Migrante di 27 anni muore di fatica nel Brindisino. Prima o poi capiterà pure a chi viene sfruttato finché ha energie
Il turnover dei dipendenti di Amazon è del 150% l’anno. I lavoratori non resistono mediamente più di nove mesi. Non ce la fanno a reggere il ritmo. C’è chi lascia il posto dopo poche settimane. È un’attività troppo faticosa. Non sono in tanti ad avere le energie necessarie a sopportarlo. È proprio ciò che il presidente del gruppo auspica. “Più a lungo un lavoratore sta nell’azienda – sostiene Bezos – e meno voglia ha di impegnarsi. Facciamo in modo che ci sia un ricambio frequente. Così le energie sono sempre fresche”. Una volta si chiamava sfruttamento. Oggi è un piano industriale.