Circa un milione d’anni fa o forse più la scuola organizzo una gita! Credo d’essere stato in prima o seconda media ergo, ere geologiche fa…All’epoca l’idea di partire da Mestre in Autobus con destinazione Padova (a vedere cosa non era importante), era di per se stesso già la gita, di questa uscita rendeva oggettivamente la meta non fondamentale ed infatti fu così! Giusto per capirci, io ero tra quelli che si sedevano negli ultimi posti dell’autobus e questo la dice lunga su molte cose. Nonostante ancora non sapessi che la destinazione era l’Orto Botanico di Padova.
Mettiamola così
All’inizio dell’autobus si sedevano i secchioni, a metà autobus i “normodotati” a tre quarti autobus iniziava la bagarre, nella penultima fila c’era l’atrio dell’inferno, quindi per i 5 posti finali, l’illustre “sommo poeta” ha composto un poema che iniziava più o meno cosi: “Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate!” …con questo ho detto tutto! Io ero li! Detto quanto sopra, però non sono qui per raccontarvi di quei momenti, ma partendo da quest’aneddoto, volevo sottolinearvi come con occhi diversi ed età diverse, si possono vedere le medesime cose ed avere visioni completamente differenti.
L’Orto Botanico di Padova
Giusto per intenderci quella lontana gita mi porto a vedere “L’Orto Botanico di Padova”, ciò che mi ricordo di quell’esperienza fu più o meno sintetizzabile in: NIENTE, se non il “casino” che combinammo “che sia chiaro, nessun danno” ma l’incazzatura dei Prof. Che non riuscivano a contenere il nostro “giubilo” …. mettiamola così. Di quella gita poi come normale che sia gli anni me ne fecero perdere le tracce e la memoria cancello il flebile ricordo di ciò che vidi, tant’è che molti anni più tardi quando “La Ely” propose a tutta la compagnia della piazza d’andare a fare una passeggiata a Padova a vedere l’Orto botanico più antico al mondo, io come molti altri non sapevamo di cosa parlasse.
Ma l’idea poteva essere interessante, anche perché sapevo che in Prato della Valle dove si trovava questo posto “pullulava” di locali per lo Spritz e “belle Padovane” ……. erano pensieri di ventenne ….. tutto s’adatta ai tempi!
Il mio secondo incontro con l’Orto Botanico di Padova
Premesso l’imperituro interesse per i due argomenti su citati “galline padovane e Spritz” questo mio secondo incontro con l’Orto Botanico di Padova ebbe un impatto completamente differente rispetto alla gita fatta a 12 anni!
La Ri-scoperta dell’Orto Botanico di Padova
Premessa: quanti di voi lo conoscono? Quanti di voi ci sono stati? Un “Orto” che in realtà è un giardino delle meraviglie nascosto in una delle più belle città del Veneto!
Prima, un po’ di cenni storici e curiosità
L’orto botanico di Padova, fondato nel 1545, è il più antico orto botanico al mondo ancora nella sua collocazione originaria. Situato in un’area di circa 2,2 ettari, si trova nel centro storico di Padova, nei pressi del Prato della Valle. Dal 1997 è Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.
L’orto botanico di Padova, nasce per la coltivazione delle piante medicinali che costituivano la maggioranza dei “semplici”, medicamenti provenienti dalla natura. Per tale ragione la denominazione primitiva dell’orto era “Giardino dei Semplici” (“Horti Simplicium“).
L’orto botanico e l’Università
L’ateneo padovano, fondato nel 1222, era già largamente famoso per lo studio delle piante, in particolare modo per l’applicazione di queste alle scienze mediche e farmacologiche. Quando l’orto fu fondato (per volere del governo della Serenissima) regnava una grande incertezza circa l’identificazione delle piante usate dai celebri medici dell’antichità: erano frequenti errori e frodi, con gravissimi danni per la salute dei pazienti. L’istituzione di un horto medicinale fu sollecitata su richiesta di Francesco Bonafede, che allora ricopriva la cattedra di Lettura dei Semplici presso l’Università di Padova, per facilitare l’apprendimento ed il riconoscimento delle piante medicinali autentiche rispetto alle sofisticazioni. Nel 1545 un decreto del senato della Repubblica di Venezia ne approva la costituzione: i lavori sono immediatamente avviati.
L’origine
L’orto botanico di Padova è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura. Ha largamente contribuito al progresso di numerose discipline scientifiche moderne, in particolare la botanica, la medicina, la chimica, l’ecologia e la farmacia.
Dopo questa piccola dissertazione storica, torniamo a noi
Sarà che già a vent’anni l’elaborazione del mio amore per Venezia, la Serenissima ed il Veneto tutto era in fase ascendente, scoprire quest’angolo meraviglioso con “radici” ben piantate proprio nelle idee di progresso e sviluppo che aveva la “Serenissima” mi fece apprezzare ancor di più ciò che vidi, tant’è che “finalmente” ne assaporai l’essenza stessa, anche se sempre viziato dagli interessi interconnessi per gli argomenti goderecci che m’aspettavano fuori dal cancello!
Tutta questa “premessa” per venire ai giorni nostri
Da poco l’Orto è stato riaperto al pubblico ed assieme alla piccola di casa (15 anni) abbiamo fatto proprio un giro a vedere l’orto, per lei era la prima volta per me la terza. Premesso che la piccola si è dimostrata ben più matura di quanto non lo sia stato io alla mia “prima volta” devo dire che anch’io ho rivisto l’ambiente con un ennesima visione rispetto alle precedenti mie esperienze finalmente ho guardato tutto l’insieme che oggettivamente rende quest’angolo di Padova entusiasmante!
L’Orto botanico di Padova e le sue bellezze
Nell’Orto sono attualmente coltivate circa 6000 piante di tutti i tipi, di tutti i climi e continenti, contrassegnate da apposite etichette che riportano oltre al nome scientifico della specie, l’iniziale o la sigla dell’autore che l’ha per primo validamente denominata e descritta, la famiglia di appartenenza ed il luogo di origine e, in questo caso, anche l’anno di introduzione oppure di impianto in Orto. Nel primo settore di sinistra, a nord-ovest, un maestoso esemplare di Ginko Biloba, alto ben diciotto metri e piantato nel 1750.
Nel settore a destra, a sud-est, la famosa Palma di San Pietro (Camaerops humilis arborescens), meglio conosciuta come Palma di Goethe perché ispirò al poeta naturalista tedesco in visita a Padova nel settembre del 1786, una teoria sulla metamorfosi delle piante.
La Palma di San Pietro, piantata nel 1585, è considerata la più vecchia dell’Orto, ma a contendere tale primato di anzianità, fuori dal recinto c’è un Agnocasto (Vitex Agnus Cactus) non molto vitale, ma piantato nel 1550.
Sempre in questo settore troviamo anche una bella Magnolia Grandiflora, probabilmente piantata nel 1786 e ritenuta la più antica d’Europa.
Le vasche
Nelle due grandi vasche, in prossimità della porta nord, con acqua mantenuta a temperatura costante (circa 25°) da un pozzo artesiano, profondo 270 metri e lievemente termale, vengono coltivate curiose e pittoresche piante acquatiche. Tra le specie presenti figurano sia esempi di piante ancorate al terreno (papiro, fior di loto, ninfea, ecc.) che di piante galleggianti (giacinto d’acqua, pistia, lente d’acqua, ecc.). Da alcuni anni viene coltivata all’aperto, con ottimi risultati, anche la gigante e rinomata ninfeacea dell’America tropicale: Victoria cruziana.
Le serre e l’arboreto
Usciti dal muro di cinta della circonferenza più antica e procedendo verso destra troviamo entro serre piante tropicali, le orchidee, le piante grasse e le piante carnivore.
L’Orto ospita una ricca collezione di piante medicinali suddivisa in due settori, di cui uno riservato alle piante di impiego attuale. Mentre nel secondo trovano posto i “Semplici” che hanno avuto un certo interesse applicativo nel passato e che ora rivestono solamente un valore storico. Ciascuna pianta è contrassegnata da un cartellino che riporta il nome scientifico e le principali proprietà terapeutiche.
Nell’Arboreto, che fu realizzato dalla seconda metà del Settecento all’esterno del muro circolare, si trovano un gigantesco platano orientale (Platanus orientalis) del 1680 con la sua caratteristica cavità creatasi nel tronco forse a causa di un fulmine, e un cedro dell’Himalaya. Che pur se non ancora albero storico, è importante in quanto rappresenta il primo esemplare di questa specie introdotto in Italia (1828).
Nell’Arboreto si trova anche esposto, adagiato al suolo, un frammento di fusto subfossile di una grossa quercia e precisamente una farnia (Quercus robur). Rinvenuta nel corso di scavi presso Padova e fatta risalire al 700 a.C., a testimonianza delle foreste che ricoprivano un tempo tutta la Pianura padana. Prima della distruzione dei boschi ad opera dell’uomo.
L’orto botanico di Padova giardino delle biodiversità
Nelle serre del giardino della biodiversità ci sono circa 1.300 specie vegetali. Rappresentano le piante del nostro Pianeta, da quelle che vivono nelle condizioni più favorevoli a quelle che vivono nelle condizioni più estreme. Le serre simulano le condizioni climatiche dei vari sistemi ambientali: dalle aree tropicali alle zone subumide, dalle zone temperate a quelle aride.
Che volete che vi aggiunga, indipendentemente dall’età, questo luogo lascerà qualche cosa dopo esservi andati, il mio consiglio…. Visitatelo e gustatevelo, poi se volete comunque proprio fuori dall’orto potrete rimirare una delle “piazze” più belle al mondo, il Prato della Valle, ovvero… tanta roba!
Come raggiungere l’orto botanico di Padova
E’ semplicissimo: si trova a due passi dalla Basilica del Santo, in via Orto botanico,15.