Confagricoltura riconosce a 9 aziende italiane super tecnologiche i premi per l’impegno alla realizzazione della “nuova” agricoltura. Da un innovativo processo produttivo che utilizza i vinaccioli dell’uva per la produzione di farine di semi di uva gluten free per produrre dolci e pasta, alla produzione di insalate ed erbe aromatiche in fattorie verticali. Da piattaforme digitali per contrastare danni biotici e abiotici del vigneto (gli stress per le piante possono essere ricondotti a due categorie: stress biotici, indotti da un altro organismo vivente e stress abiotici, indotti da carenza o eccesso di un fattore di natura ambientale), all’allevamento sostenibile di suini, senza alcun uso di antibiotici e per l’ampio uso di energia da biogas ed energia solare.
Le magnifiche 9
Sono alcune delle innovazioni applicate nel settore agricolo delle nove aziende premiate da Confagricoltura, alla presenza del Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e di altre personalità, anche del mondo accademico.
Si tratta di nove realtà di diverse province italiane, che dimostrano come la digitalizzazione nelle aree rurali, la tecnologia, la robotica, l’economia circolare, possano permettere di migliorare le produzioni, risparmiare risorse naturali preziose, ma anche favorire il benessere aziendale, sociale ed economico, sempre con un occhio attento alla sostenibilità.
Il premio
Il Premio, nato pochissimi anni fa, vuole valorizzare quelle realtà del settore primario che si sono distinte in termini di tecnologie applicate in agricoltura, ma anche il ruolo centrale degli imprenditori agricoli, promotori dello sviluppo economico del territorio e del Paese.
Le 9 vincitrici
Le nove aziende vincitrici sono: C.i.vit – Consorzio innovazione vite (Trento), Tenuta Colle degli Angeli (Bologna), Planet Farms Italia (Milano), Arnaldo Caprai (Perugia), Madonna della neve (Cremona), Azienda agricola Davide Magni (Mantova), Agricolt Brandoni (Ancona), Birla (Mantova), Judeka (Catania).
Giansanti e le 9
Di seguito, quanto dichiarato dal Presidente di Confagricoltura Giansanti e del Ministro Patuanelli: “La partecipazione del ministro Patuanelli evidenzia il suo impegno e la condivisione delle nostre priorità, per un’agricoltura al passo con i tempi – ha detto Giansanti – e fondamentale è stato il suo lavoro per l’Agricoltura 4.0, da noi proposta durante il precedente governo, quando era a capo del Mise”. “Riguardo al Premio i risultati delle selezioni di questi mesi rafforzano la convinzione che sia indispensabile sostenere i processi innovativi che possono generare un miglioramento degli standard produttivi in tutte le imprese, grandi e piccole“.
Patuanelli
“La sfida dei prossimi anni sarà quella tra cibo naturale e cibo sintetico. Dobbiamo far sì che l’innovazione accompagni la produzione di cibo naturale in questa grande sfida – ha detto il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli – Questo premio va in questa direzione, quindi la capacità attraverso l’innovazione di processi e di prodotti di essere competitivi producendo cibo naturale, di qualità in un contesto di sostenibilità ormai ineludibile. Credo che ci siano le condizioni perché l’agricoltura sia trainante per il processo di innovazione e sostenibilità per l’intero Paese. C’è un ritorno alle aree interne che sono nel nostro Paese aree rurali. In questo percorso sostenere i processi di digitalizzazione è un dovere per il Governo. Dobbiamo fare sì che questo avvenga ma nei tempi giusti: né troppo lenti, né troppo veloci per non lasciare indietro nessuna delle aziende agricole. I giovani devono tornare ad aver voglia di tornare sui campi che non significa avere un trattore o un pezzo di terreno ma vuol dire sfruttare appieno le nuove tecnologie”.
Vertical farming (fattoria verticale), nuova frontiera della ricerca
Il vertical farming potrebbe essere una nuova frontiera della ricerca agraria. Infatti, l’agricoltura tutta e in particolare il comparto orticolo, affronterà nei prossimi decenni importanti sfide, principalmente associate al cambiamento climatico e alla crescente scarsità di risorse. Al contempo, la crescita demografica e l’espandersi delle aree urbane richiedono soluzioni alternative per garantire sicurezza alimentare e stabilità sociale.
Le 9 e l’emissione di gas serra
Ad oggi, i sistemi alimentari sono responsabili per un terzo delle emissioni di gas serra globali, nonché di elevati impatti in termini di consumi idrici, di suolo e nutrienti minerali. Alle tecniche di coltivazione intensiva sono spesso associati impatti ambientali legati all’utilizzo indiscriminato di prodotti fitosanitari, con effetti sia nell’eutrofizzazione e acidificazione dei corpi idrici che relativamente al rilascio di gas serra ad alto potenziale di riscaldamento globale.
In questo contesto, lo studio di tecniche di produzione innovative che si adattino al cambiamento climatico, assume una notevole rilevanza. L’agricoltura verticale utilizza sistemi di coltivazione a elevato contenuto tecnologico, avviene in celle climatiche isolate dall’ambiente esterno, opache alla luce solare e con utilizzo di illuminazione artificiale a Led.
Pro e contro
Se da un lato le potenzialità di questi sistemi sono spesso associate al notevole risparmio di risorse idriche e minerali, alla possibilità di ridurre gli interventi fitosanitari o al risparmio di suolo consumato, i grandi interrogativi da risolvere riguardano principalmente gli elevati costi di installazione nonché i consumi energetici e l’impatto ambientale associati all’illuminazione.
Le migliori 9 guardano al Mondo
Mentre assistiamo a un rapido sviluppo di queste tecnologie in Nord America, Asia e nel Nord Europa, le applicazioni nel Mediterraneo rimangono limitate, nonostante siano ormai numerosi gli studi che attestino quanto i principali vantaggi di questa agricoltura possano essere osservati in ambienti caldi, nei quali le tradizionali tecniche di produzione in serra devono confrontarsi con più limitate disponibilità idriche e maggiori costi energetici per il raffrescamento degli ambienti coltivati. Ne consegue la necessità di validare queste tecnologie in Italia, in termini di produzioni ottenibili per le diverse colture e nella quantificazione delle risorse impiegate.
Bologna e lo studio sulle vertical farm
Il Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna, sta realizzando la prima vertical farm sperimentale in Italia, nella quale mette a punto sistemi di coltivazione verticale e tecnologie per l’illuminazione ad alta efficienza energetica e identifica specie e varietà più adatte a questi sistemi. Sarà, quindi, possibile identificare le principali fonti d’impatto e definire tecnologie e protocolli di gestione sostenibili in termini economici e ambientali.
Anche se il vertical farming è tuttora da validare, a fronte della notevole variabilità di efficienza e produttività tra le diverse tecnologie presenti sul mercato, è certo che in determinati ambiti questa tecnologia possa integrare l’agricoltura tradizionale, specialmente laddove le conseguenze del cambiamento climatico saranno più marcate.