La pandemia ha determinato effetti devastanti sul settore del turismo. Crollata la ricettività turistica in tutti i comparti nazionali siano essi collegati al turismo vacanziero, culturale, commerciale: ogni stagionalità turistica è stata coinvolta in questa tragedia, estiva o invernale che fosse.
«Il Turismo è uno degli asset portanti del sistema industriale ed economico veneto – dichiara Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto -. Ed è necessario trovare soluzioni per una sua ripartenza veloce, ad iniziare dal comparto del turismo all’aria aperta per poi estendere a tutto il settore nel suo complesso. La via maestra è quella della semplificazione amministrativa e proprio su questo fronte stiamo lavorando con la Regione. L’obiettivo della condivisione in sede di Conferenza Stato-Regioni e con tutte le autorità nazionali responsabili in materia, si dimostrano efficacissime nel far fronte alla calamità dell’eutrofizzazione dell’Adriatico. Altra leva fondamentale è quella di garantire liquidità alle imprese per consentire loro di provvedere alle necessità determinate dal Covid e di non fallire.»
Due le principali proposte individuate per il turismo
La prima è relativa all’introduzione di una autorizzazione unica per la realizzazione dei più rilevanti interventi in tutte le strutture turistiche italiane. Obiettivo: semplificazione degli attuali iter burocratici previsti. Questo senza escludere alcuna autorità competente ma coordinandone le attività al fine di accorciare la tempistica di realizzazione degli interventi di adeguamento.
La Regione Veneto, attraverso il Tavolo delle Sinergie ha condiviso questa istanza presentata da Confindustria Veneto, elaborando una strategia di semplificazione amministrativa che si rifà a quanto messo in atto ai tempi della catastrofe ambientale dell’eutrofizzazione dell’Adriatico, la calamità naturale che all’epoca determinò il collasso del comparto balneare. L’istituzione dell’autorizzazione unica per tutte le Imprese turistiche nazionali, oggi come allora, può consentire al settore di velocizzare i tempi .
«Inoltre – aggiunge Antonello de Medici, responsabile coordinamento turismo Confindustria Veneto – anche per le strutture ricettive classificate si potrebbe applicare la logica del bonus al 110% per l’adeguamento, la sostenibilità e la riqualificazione dell’offerta in chiave di competitività internazionale.»
Semplificare l’iter burocratico per il settore turismo
La seconda proposta è di natura economico finanziaria, da applicarsi a tutela della liquidità di tutte le imprese turistiche italiane. «Sul fronte del Turismo – commenta Assitai l’Associazione Italiana Imprese del Turismo all’aria aperta aderenti a Confindustria – ci troviamo in una situazione di necessaria ripartenza. Per l’immediato, riservandoci proposte successive ai tavoli di concertazione istituiti dal Governo, proponiamo delle misure che non vanno a gravare sulla spesa pubblica. Attualmente le imprese turistiche sono in ginocchio, incapaci di produrre flussi finanziari. E, conseguentemente, di restituire i finanziamenti o far fronte a impegni nuovi o precedentemente assunti. E’ inutile pensare di sostenerle attraverso strumenti che possano gestire le virgole dei fatturati. Non c’è impresa turistica italiana che oggi non sia sul mercato a prezzi di saldo, dall’ affittacamere all’hotel 5 Stelle lusso».
Servono mutui a 25 anni
Come avvenuto in questi giorni in Gran Bretagna si ritiene necessaria l’introduzione di mutui a 25 anni. Prevedendone l’inizio del rimborso dopo 24 mesi dalla sottoscrizione, momento in cui le aziende possano ragionevolmente aver ricominciato una virtuosa attività di cassa. È inoltre necessaria una moratoria dei mutui o dei leasing a breve o medio/lungo termine. Questa moratoria non estinguerebbe il debito: le banche continuerebbero a mantenere il credito, spostandone ad esercizi futuri la riscossione. L’alternativa, per gran parte di questi mutui o leasing, sarebbe solo l’inesigibilità.