Quante volte vi è capitato d’essere in auto lungo una strada e vedere da qualche parte un luogo o una costruzione particolarmente interessante? Poi però la frenesia ed il logorio del vivere a 100 all’ora del quotidiano vi fa passare dalla mente quel luogo. Pensate. Magari se rallentaste un pochino, quel posto potrebbe riservarvi delle incredibili sorprese. Chissà quante volte avete percorso quella strada in giro per il Veneto ovunque essa sia, e se ci pensate, chissà quante scoperte vi siete persi!
Le scoperte fatte rallentando
Succedeva cosi anche a me, poi ho deciso che delle volte vale la pena rallentare. Ho poi scoperto che quel rallentare mi aiutava a capire, conoscere e comprendere di più su tante cose. Mi sono reso conto che rallentando in realtà andavo anche più veloce di prima. La velocità non si percepiva nella formula “Spazio/Velocità” bensì nella formula “Sapere/Velocità”. Opsss non volevo entrare in dinamiche filosofiche. La premessa di cui sopra era per raccontarVi come ho scoperto un luogo che in realtà avevo visto molte volte, ma non sapevo esattamente cosa fosse!
Una delle più belle scoperte
Anni fa, per lavoro, mi capitava di percorrere la strada che da Padova porta a Teolo, la via Euganea per intenderci, una strada tra l’altro ricca di storia. Dopo Selvazzano Dentro, all’altezza della frazione di Feriole, guardando sulla destra c’è una piccola collina sulla sommità si scorge una costruzione. Sembrava una Villa Veneta, ma non sapevo cosa fosse. La restante curiosità poi mi ha fatto scoprire Villa Selvatico-Sartori una scenografica villa seicentesca che merita d’essere visitata (quando si può)
Villa Selvatico-Sartori
Di questa bellissima Villa in parte nascosta da alberi secolari, iniziai quindi a prendere informazioni on line. Scoprii che fu progettata da Dario Varotari il Vecchio come ritrovo di caccia nella seconda metà del XVI secolo e che in determinati periodi dell’anno era visitabile!
Ed eccoci qui tra queste scoperte
Con un piccolo gruppo d’amici, in un giorno di maggio di qualche anno fa, abbiamo partecipato alla visita .
La Villa è accoccolata sul colle di Sant’Elena, altrimenti detto Monte dalla stupa per la presenza di una grotta sudorifera. Le fonti storiche ricordano essere stata frequentata sin dall’alto Medioevo per curare malattie e alleviare dolori articolari grazie al calore e alle proprietà delle acque termali che qui sgorgavano spontaneamente.
La grotta di Sant’Elena può essere considerata l’archetipo dei moderni stabilimenti termali: in passato era molto conosciuta sia dai locali che dai viaggiatori, se ne servirono anche illustri personaggi tra cui il poeta Francesco Petrarca, il duca Francesco III di Modena, il filosofo Michel de Montaigne, lo scrittore francese Stendhal ed il poeta tedesco Hainrich Heine.
Un po’ di storia
La costruzione della bella villa, che anticipa i canoni del barocco con elementi architettonici medioevali ed orientaleggianti, ebbero inizio nel 1593.
In seguito, nel 1642, Benedetto Selvatico fece costruire la ripida strada per farla percorrere dalle carrozze.
Poco dopo, tra il 1648 ed il 1650, Luca Ferrari dipinse i grandi affreschi che si possono ammirare nel salone dove, attualmente, si tengono manifestazioni come conferenze o banchetti di matrimoni.
Al centro del salone si innalza la cupola con la rosa dei venti .
Dalla banderuola posta all’esterno, collegata ad un grande ago all’interno della cupola, indicata la direzione dei venti.
Nell’ottagono al centro del soffitto, con un efficace effetto prospettico, il Padovanino dipinse la Gloria del Selvatico.
Tra le scoperte anche un salto nell’oltretomba
Scendendo da una superba scalinata si accede al grande parco.
All’inizio dell’Ottocento infatti, l’architetto padovano Giuseppe Jappelli prese in mano il progetto di conversione del giardino all’italiana in parco romantico, secondo la moda “all’inglese”.
Jappelli riordinò senza stravolgere del tutto il precedente giardino barocco; sfruttando le acque dei tre laghetti termali fece costruire peschiere e boschetti, ispirandosi al VI libro dell’Eneide, dove è narrato il viaggio nell’oltretomba: i temi proposti sono quelli dei “Boschi dell’Eliso, del Tartaro profondo e dei ribollenti stagni del torbido Acheronte”, che – seguendo i dettati dalla teoria del “sublime” di Burke tanto in voga nel periodo romantico – miravano a destare forti emozioni sul visitatore.
Le scoperte dei giardini
Ancor oggi passeggiare nel grande parco risulta essere un’esperienza molto suggestiva per i particolari effetti provocati dagli specchi d’acqua calda in comunicazione idraulica tra loro, che riflettono le fronde ombrose degli alberi secolari circostanti.
Dello Jappelli sono anche le serre, le rimesse e la testata della scalinata e la trasformazione in stabilimento termale frequentato da personaggi illustri come Stendhal e Heine.
Una targa marmorea ricorda che nel 1918 la villa accolse il Re del Belgio Alberto I° e la Regina Elisabetta.
Nel 1901 Emo Capodilista acquisì la villa ed il parco e, dopo la seconda guerra mondiale, la restaurò.
La pianta
La pianta quadrata esterna della villa, si ripropone anche nella distribuzione dei locali interni, che sono quattro al piano terra e quattro al secondo piano, collegati da una scala a quattro rampe.
Le stanze sono dipinte, con affreschi raffiguranti scene mitologiche, di storia familiare, storia romana e decorazioni varie quali putti e fregi.
La camera della vigna ha un soffitto affrescato di un dettagliato pergolato di foglie e grappoli d’uva, mentre sulle pareti è raffigurato un padiglione da giardino con le pareti costituite da piante di vite, al di là delle quali è dipinto lo spazio circostante con architetture e strutture da giardino.
Su un lato sono raffigurate grandi finestre chiuse da tendaggi variamente disposti, su lato Nord è invece raffigurato un grande baldacchino a strisce bianche e blu.
Alle scoperte degli affreschi
A Dario Varotari il Vecchio è attribuito anche l’affresco del soffitto della camera delle ville, una scena che mostra il Tempo e la Virtù che scaccia il vizio.
Che dirvi, come al solito ci sono posti da scoprire anche dietro casa, basta avere la curiosità d’alzare lo sguardo, ed in un momento ritrovarvi di fronte a meraviglie di cui pur vedendole non ne conoscevate l’esistenza!
È possibile visitare la villa la prima domenica del mese, se vi ho incuriosito, questo è il Link al comune di Battaglia terme con i riferimenti per prenotare la visita : https://www.comune.battaglia-terme.pd.it/c028011/zf/index.php/musei-monumenti/index/dettaglio-museo/museo/3