Esiste tutta una serie di anime dedicate alle ragazzine. Con adolescenti che si trasformano, grazie a diversi poteri, in cantanti, maghe, fate e tanto altro ancora. Fino ad arrivare a Sailor Moon che ha fatto piangere intere generazioni. Questa è la volta di narrare le avventure de L’Incantevole Creamy, l’idolo della canzone. Cercavate qualche curiosità? Come diceva la sigla cantata dalla solita Cristina (insieme a tutte le canzoni dell’anime) Pari-pam-pum, ed eccole qua!
L’angelo della magia
A differenza di molte altre serie anime, L’Incantevole Creamy (in originale “L’angelo della magia Creamy Mami”, 1983) non nasce come trasposizione di un manga. Era un progetto originale sviluppato dallo Studio Pierrot, a cui venne affiancato solo a serie iniziata un manga, scritto dallo stesso autore della serie TV, Kazunori Itō. Creamy era il primo anime di maghette dello Studio Pierrot e venne seguito in pochi anni da una sfilza di altre ragazzine magiche: Evelyn e la magia di un sogno d’amore, Magica Emi, Sandy dai mille colori…
Una protagonista. Nessun nome per Creamy
L’anime arrivò a popolare con i suoi 52 episodi i pomeriggi di Italia 1 nell’85, riscuotendo un enorme successo. La serie non subì particolari censure e vennero lasciati al loro posto anche quasi tutti i nomi giapponesi dei protagonisti: Yu, Toshio, Midori. Con alcune eccezioni, però. La rivale di Creamy, Megumi Ayase, divenne Duenote Ayase (una cantante limitata), Shingo Tachibana si trasformò in Jingle Pentagramma, Joe Snake in Joe Serpe. E poi c’erano i signori Morisawa, i genitori di Yu, gestori di una creperia: da Tetsuo e Natsume, divennero Filippo e Candida. Il cambiamento più rilevante riguarda però la protagonista: il nome originale della controparte magica di Yu era in originale Creamy Mami, cioè la dolce Mami. In Italia si è tenuto solo l’aggettivo, Creamy.
Le maghette
Di Creamy esistono quattro OAV, cioè film per il mercato dell’home video, usciti in Giappone tra l’84 e l’86: L’incantevole Creamy – Il ritorno di Creamy, Creamy Mami: Lovely Serenade, L’incantevole Creamy – Il lungo addio, Creamy Mami Song Special 2: Curtain Call. I due con titolo italiano furono trasmessi per la prima volta da Mediaset nel dicembre dell’85 e nel gennaio dell’86. Di entrambi c’è una versione DVD con un nuovo doppiaggio, e le sigle e i nomi originali.
Esistono poi due mediometraggi in cui le maghette dello Studio Pierrot fanno squadra. Adesugata Mahō no san-nin musume, con Creamy, Evelyn ed Emi, e Majocco Club: Alien X – Terrore dalla dimensione A, distribuito anche nel mercato home video italiano, in cui alle tre si unisce anche Sandy dai mille colori.
Il media mix di Creamy
Creamy fu un anime pionieristico dal punto di vista delle strategie di marketing. Qui debuttò infatti il sistema di promozione incrociata noto come “media mix”. L’anime serviva, di fatto, per promuovere una vera idol, una giovane cantante giapponese (Takako Ohta), che nel cartone doppiava Yu e Creamy e interpretava i brani di quest’ultima. La sigla di apertura giapponese, Delicate ni Suki Shite, fu il primo brano inciso da Ohta e la popolarità del cartone la rese famosissima nel Sol Levante.
La stessa strategia è stata replicata più volte in seguito, da varie case di produzione. Ad esempio per Idol Densetsu Eriko (in Italia Ciao, Sabrina. L’idol era Eriko Tamura) o per Idol Tenshi Youkoso Yoko (Diventeremo famose; Yoko Tanaka).
Il cristinaverso
In Italia, invece, non si credette da subito nelle potenzialità discografiche del cartone. Non si realizzò un 33 giri monografico, a differenza di quanto accaduto poco dopo con quello di Kiss Me Licia, che vendette oltre duecentomila copie. Un LP di Creamy uscì alcuni anni dopo per il mercato francese, portando a casa numeri importanti, ma era già l’88 ed era troppo tardi per replicare la cosa anche da noi.
I brani cantati da Cristina D’Avena erano, come per i Bee-Hive, quelli giapponesi, ma con dei testi in italiano scritti dalla solita Alessandra Valeri Manera. Cristina interpretava nella versione italiana anche il brano della rivale di Creamy, Duenote. La sigla italiana, L’incantevole Creamy, era però un pezzo originale, scritto da Giordano Bruno Martelli, il padre di Augusto Martelli.
Pinopino e Creamy
L’altro motivo per cui venne creato l’anime di Creamy, oltre a far decollare la carriera di una giovane idol in carne e ossa, era svuotare i magazzini della Bandai. Il colosso nipponico del giocattolo aveva infatti sul groppone un’enorme quantità di PinoPino, un pupazzetto alieno di colore grigio. Per spingerne le vendite del giocattolo, fu inserito nella storia, accanto ai due “gattini” Posi e Nega, il folletto alieno omonimo, proveniente dalla Stella Piumata.
Fantasmi al microfono
Creamy Mami è figlia artisticamente dell’illustratrice e character designer Akemi Takeda e del già citato sceneggiatore Kazunori Itō. Nella sua poliedrica carriera, Itō ha firmato i copioni di vari film sul mostro Gamera e fondato uno studio con il collega e amico di una vita Mamoru Oshii. I due hanno collaborato in film come Lamù: Only You, Patlabor 2 e soprattutto Ghost in the Shell, una delle pellicole anime più famose e seminali di sempre. Ma c’è traccia dell’amicizia tra Itō e Mamoru Oshii anche in Creamy. Il personaggio di Mamoru Hidaka, il compagno di classe di Yu, è infatti ispirato proprio al regista giapponese. E non poteva mancare il duets della solita Cristina D’avena insieme alla vicentina Francesca Michelin.