“I timori espressi in merito alla scarsa portata del decreto sostegni a fondo perduto destinati alle imprese, si stanno concretizzando in amare realtà”. Così il commento di Roberto Boschetto presidente di Confartigianato Imprese Veneto sulla indiscrezioni che anticipano la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto. “Gli aiuti che le imprese riceveranno rasentano il nulla. Gli 11 miliardi stanziati non bastano. Servono ulteriori risorse. Si doveva investire più su chi dà lavoro (le imprese) che su redditi di cittadinanza e di emergenza. Oltre a dirottare su questo capitolo di spesa, ad esempio, i quasi 5 miliardi di fondi impegnati per il cashback”.
Il presidente Boschetto prosegue: “Bene che sia stata accettata la nostra richiesta di abbandonare il dedalo dei codici ATECO per individuare i destinatari dei ristori. Così come l’esigenza di avere criteri semplici e realistici per calcolarne l’importo. Apprezzabile è anche il tentativo di privilegiare i soggetti con ricavi annui minori, in particolare al di sotto dei 400.000 euro. Solitamente questi numeri sono quelli di attività individuali e di società a conduzione familiare che fanno del loro lavoro l’unica fonte di guadagno”.
Decreto Sostegni, come funziona
Se il calo di fatturato e/o corrispettivi medi mensili del 2020 rispetto al 2019 è di almeno il 30%, allora l’impresa avrà diritto al contributo. Poi, l’importo spettante dovrà essere determinato applicando al calo di fatturato medio mensile tra 2019 e 2020, una percentuale che varia a seconda del volume complessivo di ricavi del 2019. Per ricavi conseguiti nel 2019 al di sotto dei 100.000 euro, la percentuale da applicare sarà del 60%; per ricavi 2019 al di sopra dei 100.000 euro e fino ai 400.000 euro, sarà del 50%. Con ricavi 2019 superiori a 400.000 euro ma inferiori al milione di euro, la percentuale sarà del 40%. E così via fino al tetto massimo di 10 milioni di euro di ricavi. Per i potenziali beneficiari, comunque, la cifra a sostegno non potrà essere inferiore a 1000 euro per i soggetti che svolgono l’attività in forma individuale ed a 2.000 euro per i restanti. La percentuale massima di ristoro a cui si possa ambire è pari circa al 5% del reale calo di fatturato subito tra 2019 e 2020.
Boschetto (artigiani): “Apprezzabili la nuova cassa integrazione”
“Sicuramente apprezzabili – aggiunge Boschetto- le ulteriori 28 settimane di cassa integrazione e la sospensione dei termini di versamento di cartelle esattoriali ed avvisi esecutivi fino al 30 aprile prossimo. Tra i provvedimenti contenuti nel decreto “sostegni” vi è anche il condono degli atti affidati all’Agente della Riscossione dal 2000 al 2010, con tetto di 5.000 euro ciascuno, a favore dei soggetti con reddito imponibile del 2019 non superiore a 30.000 euro. Fatte salve le considerazioni circa la dubbia correttezza della decisione del Governo in termini di giustizia sociale, bisogna anche riconoscere che lo Stato, solo a giugno 2020, aveva un “magazzino ruoli” assegnato all’ente per la riscossione per imposte e contributi non riscossi pari a oltre 987 miliardi di euro; qualcosa come una trentina di manovre di bilancio
annuali insomma. Di cui, circa 405 miliardi già definiti come “difficilmente” recuperabili”.
Bertin (Ascom Veneto): “Bene, ma ci aspettiamo di più”
In merito all’approvazione del Decreto Sostegni, il presidente di Confcommercio Veneto Patrizio Bertin dichiara: “”Diamo fiducia a Draghi. Il decreto contiene novità positive, prima su tutte la previsione, finalmente, degli indennizzi sulle perdite di fatturato. È chiaro che rispetto al danno patito dalle imprese ci aspettiamo di più: confidiamo sul fatto che il presidente sa bene cosa c’è ancora da fare, anche in vista dello scostamento di bilancio. Al Paese serve un cambio di passo e non si può più indugiare. Le imprese hanno bisogno di sentire lo Stato vicino, qui ed ora, per poter andare avanti”.
“E’ evidente che le risorse non sono assolutamente sufficienti ma va sottolineata la dichiarazione del presidente Draghi che ha detto che si tratta di un primo intervento, legato allo scostamento di bilancio approvato dal precedente governo, e che quest’anno “”è un anno in cui non si chiedono soldi ma
si danno”. aggiunge Patrizio Bertin, che è anche presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, non si nasconde che gli indennizzi siano insufficienti e troppo selettivi, ma è fiducioso che un nuovo scostamento di bilancio venga in soccorso alle imprese che necessitano di risorse più adeguate e più tempestive