Nel 2024, anche se le semine del frumento sono state regolari, si è tuttavia registrata una produzione sotto la norma: la perdita si è attestata al 25% per il mais e al 30% per il frumento, a causa di fenomeni meteo avversi. “Nella nostra area la produzione media per il frumento si aggira sui 75 quintali/ettaro prodotto secco, mentre quella del mais si aggira a circa 120 quintali/ettaro prodotto secco – spiega Antonio Salvan, presidente consorzio maiscoltori di Cona-. Per il 2024 le produzioni si sono attestate a 50/55 quintali/ettaro prodotto secco per il frumento e a circa 100 quintali/ettaro prodotto secco per il mais, a soffrire maggiormente è stata l’area interna rispetto a quella litoranea”.
Semine ritardate di un mese tra bombe d’acqua e caldo torrido, il 10% del mais con micotossine destinato a uso energetico
Cos’ha provocato la perdita di raccolto? “Le perdite si sono verificate, a seguito dell’andamento meteo stagionale che ha reso difficili le cure colturali, durante l’inverno e la primavera a causa dei fenomeni climatici avversi – continua Salvan -. Nello specifico si è registrata una prolungata siccità invernale e poi, a primavera, precipitazioni molto intense con vere e proprie bombe d’acqua che hanno procurato un ritardo di un mese per le semine, riducendo quindi il periodo di presenza in campo dei cereali; durante l’estate inoltre le temperature troppo elevate hanno facilitato l’insorgenza delle micotossine sul mais e hanno reso più complessa l’impollinazione della soia.
Si calcola che circa il 10% del mais prodotto sarà declassato a causa degli effetti delle micotossine e sarà perciò destinato ad uso energetico, questo ovviamente rappresenta un danno per l’agricoltore in quanto il prezzo viene di molto penalizzato. Per quanto riguarda la soia, gli aborti florali, per l’andamento climatico caratterizzato da temperature troppe elevate, hanno inciso maggiormente su quelle varietà che fiorivano in coincidenza dei picchi di calore. Tutti questi fenomeni hanno portato ad una produzione inferiore alla media degli ultimi anni sia per il mais che per la soia.”
Consorzio mutualistico: 7 milioni di ricavi distribuiti tra i soci per i raccolti del 2023
Il Consorzio maiscoltori di Cona, fondato nel 1965 dagli agricoltori per gli agricoltori, comprende attualmente mille aziende associate ed ha scopo mutualistico, perché non fa né utili né perdite e il bilancio si chiude a zero: tolte le spese, si redistribuisce tutto il ricavo tra i soci. L’attività prevalente del consorzio è relativa alla raccolta, essicazione, conservazione e commercializzazione prevalentemente di mais, frumento e soia.
“Nel luglio scorso abbiamo liquidato ai soci i ricavi relativi al raccolto del 2023 per un volume totale delle vendite dei prodotti pari 7.538.814 di euro – aggiunge Salvan. – Il consorzio vende i cereali prodotti alle industrie mangimistiche italiane. Le vendite sono programmate seguendo l’andamento dei mercati e frazionate mensilmente per poter garantire un ricavo medio annuo, evitando speculazioni.”
Nuova Pac, decurtazione dei premi e difficoltà per la rotazione delle colture
Non mancano però le preoccupazioni come sottolinea Stefano Tromboni, presidente di Confagricoltura Venezia: “Per le aziende cerealicole la PAC (Politica Agricola Comune) sta influendo in maniera molto negativa sulle attività agricole, sia per le difficoltà di attuare le rotazioni delle culture richieste, sia per la riduzione dei premi che arrivano con ritardi e decurtazioni inammissibili. Un altro problema è quello rappresentato dall’impoverimento del numero dei mezzi tecnici necessari alle coltivazioni che costringe le aziende a cercare nuovi prodotti sempre più costosi.”
Appello a governo e regione contro la chiusura di un settore che offre prodotti sicuri e di alto valore
“Dal governo centrale e regionale ci aspettiamo che siano chiari nel dirci se intendono che l’agricoltura delle aziende cerealicole continui la sua attività o se stanno facendo di tutto per farci chiudere – rincara Salvan -. E ciò a fronte del fatto che possiamo rassicurare ampiamente i consumatori che la normativa italiana è una delle più attente alla salute pubblica e alla qualità e prevede controlli molto seri e precisi, che noi rispettiamo in pieno. Lo stesso non può dirsi per i prodotti provenienti da altri paesi, perciò raccomandiamo di verificare e di informarsi da fonti serie.”
L’impegno per la sostenibilità e la richiesta di potenziamento della rete idraulica
“Il nostro impegno è massimo anche rispetto alla tutela dell’ambiente – conclude Salvan -. Siamo consapevoli che l’acqua è un elemento indispensabile per una moderna agricoltura, ma va utilizzata con parsimonia e applicando metodi di irrigazione che privilegino l’utilizzo attento e a bassi volumi; vedi per gli impianti a goccia e in bassa pressione. Al tempo stesso però rileviamo che è indispensabile adeguare le strutture della rete idraulica alle nuove esigenze con possibilità di interconnesione tra i bacini idraulici e contenendo la risorsa idrica sul territorio prima dell’allontanamento a mare. Il nostro impegno è quello di ottimizzare i consumi aderendo ai bandi pubblici per abbattere i costi di energia elettrica e di informare i soci assieme alle associazioni di categoria sulle varie opportunità per le singole aziende.”