«Autonomia è un principio di responsabilità e una questione non più rinviabile». A dirlo è il presidente di Confapi Venezia, Marco Zecchinel, che interviene a nome delle piccole e medie imprese di rappresentanza su un tema, quello autonomista, che riguarda da vicino anche il mondo produttivo ed economico regionale.
Zecchinel e l’Autonomia
«Le nostre imprese – afferma Zecchinel – attendono un rilancio anche su questo fronte. In questi anni lo Stato centrale ha drenato sempre più risorse dagli enti locali, con una tendenza inversa rispetto a quanto previsto dalla riforma di cui stiamo discutendo. Oggi facciamo i conti con il cosiddetto “Lover”, ossia Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, che producono il 40% del pil nazionale: il disallineamento tra Nord e Sud è un dato oggettivo che prescinde dalla questione autonomista. E’ una problematica che ci trasciniamo da 150 anni».
Secondo quanto emerso dai dati elaborati per la “Prima Giornata dell’Autonomia” dalla Cgia di Mestre, la spesa dello Stato in Veneto (media 2020-2022) ammonta a 18milioni di euro, al penultimo posto tra le Regioni con 3.703 euro per abitante.
Veneto e Autonomia
«Il Veneto, in proporzione al Pil, è tra i territori che ricevono meno. La riforma autonomista – commenta Zecchinel – non prevede maggiori risorse a favore delle Regioni più evolute, visto che su determinate materie l’allocazione rimane la stessa. La questione federale non è più rinviabile. Basti pensare a quanto accade in altri Paesi europei come Spagna, Germania e Gran Bretagna, che dimostrano di essere sistemi molto efficaci economicamente proprio perché c’è la possibilità, per i cittadini, di valutare come vengono spese le risorse sui territori».
Uno studio della Fondazione per la Sussidiarietà ha dimostrato come un aumento del 10% del livello di decentramento stimoli una crescita del Pil pro capite dello 0,64%.
La chiusura di Zecchinel
Aggiunge Zecchinel: «Le imprese non sono certo immuni dai risvolti di questa riforma. In un momento in cui anche nel nostro territorio si continua a fare i conti con il costo del lavoro e dell’energia che restano elevati, così come la tassazione, una maggiore disponibilità di risorse a livello regionale non può che rappresentare un impulso positivo all’intero sistema delle piccole e medie imprese. La situazione non è più procrastinabile e va risolta nel giro di un decennio: noi abbiamo avuto per tanti anni un sistema per cui, tramite strumenti come la Cassa del Mezzogiorno, si poteva intervenire a favore di queste mancate convergenze tra Nord e Sud. Ma la situazione di bilancio attuale e le regole europee oggi non danno più la possibilità di intervenire in questo modo. Nei prossimi anni i saldi di bilancio consentiranno ben poche politiche di allineamento».