Quella che doveva essere una giornata di festa come gli UEC Gravel European Championships 2024 sull’Altopiano di Asiago si è purtroppo trasformata in una giornata di lutto. Durante la gara master 65-69 ha infatti perso la vita Silvano Janes, colpito da arresto cardiaco a 69 anni. Nonostante i soccorsi immediati, non c’è purtroppo stato nulla da fare. A causa di ciò, la UEC, d’accordo con gli organizzatori di Flanders Classics e di PP Sport Events, ha deciso di fermare tutte le gare alla fine del secondo giro del circuito di 51 km, dando modo solamente ai primi due gruppi della gara Uomini Élite di completare il terzo giro e giocarsi il titolo europeo.
Silvano Janes: 5 europei e 40 maglie tricolori tra strada e mountain bike
Dieci titoli mondiali, 5 europei e 40 maglie tricolori di campione italiano tra strada e mountain bike. Silvano Janes, di Povo (Trento), è stato certamente il ciclista più vincente tra gli amatori in Italia. Se n’è andato pedalando, in bicicletta, dove aveva trascorso gran parte della sua vita.
Ha smesso di correre e partecipava alle gare più importanti. Si era laureato campione italiano gravel
Nel 2015, a 60 anni, aveva di fatto smesso di correre, però continuava ad allenarsi quotidianamente e partecipava a due – tre gare l’anno. Le più importanti. E, infatti, due mesi or sono si era laureato campione italiano master proprio nel gravel.
Giocava a calcio e per un infortunio ha scoperto la bicicletta
Un amore, quello per la bicicletta, sbocciato a metà degli anni ’70: il “Tasso”, come lo chiamavano, giocava a calcio (era piuttosto bravo, visto che sostenne anche un provino con la Fiorentina) e si era infortunato gravemente ad un ginocchio. La riabilitazione lo aveva portato in sella ad una bicicletta e, da allora, non ha più smesso di pedalare. Una breve esperienza tra i dilettanti, ma la pratica non era compatibile con il lavoro e, allora, la scelta di diventare “amatore”. Per modo di dire, però, perché di amatoriale nei suoi allenamenti e nel suo modo di vivere la bici non c’era nulla.
Silvano Janes: “se avesse cominciato a gareggiare da giovane sarebbe passato professionista”
La frase più ricorrente è: “se avesse cominciato da bocia con la bici sarebbe diventato un signor professionista”. Tutto il mondo del ciclismo trentino lo piange perché, pur non essendo mai stato “pro”, i “big” delle due ruote trentini li ha conosciuti tutti, si è allenato con loro, li ha “accompagnati” durante la carriera. E, sono loro stessi a dirlo, Silvano era un punto di riferimento, visto che organizzava allenamenti “lunghi”, uscite tra campioni, a cui partecipavano Fondriest, Simoni, Bertolini, il biker Martino Fruet, Oss, Casagranda e Trentin.
Aveva stabilito il record dell’ora dei master
E, prima ancora, si era allenato con Moser al passo Fedaia, lui preparando il record dell’ora dei Master, poi stabilito al velodromo di Bassano del Grappa. In tanti oggi lo piangono, ricordando la sua inconfondibile risata, con cui accompagnava le battute che, molto spesso, faceva su se stesso.
Martino Fruet: “il Jay se n’è andato come avrebbe voluto: in bicicletta”
“Con lui ho fatto, credo, un quarto di milione di chilometri in bicicletta – racconta commosso il levicense Martino Fruet, terzo al Mondiale Under 23 di mountain bike nel 1999, alle spalle di Marco Bui e Cadel Ewans – e sono stato certamente il “coridor”, come diceva lui, con cui si allenato di più. L’ho sentito giovedì: mi ha chiesto un consiglio su come avrebbe dovuto alimentarsi in vista della gara. Gli ho detto ridendo: guarda che 50 chilometri per te sono uno scherzo, fai quello che hai sempre fatto. E lui mi ha risposto: “Sì, è vero, te g’hai reson”. Il “Jay” se n’è andato come avrebbe voluto, in bicicletta, ma l’ha fatto troppo presto. Stava dietro a Fondriest, che partiva prima degli altri perché voleva far bene la Sanremo”.
Si allenava con i professionisti
Con i professionisti della strada si allenava eccome e non solamente quando questi dovevano “recuperare”. Certo che no, organizzava le uscite “in gruppo” e lui, che di anni ne aveva tanti in più, si metteva davanti a “tirare”. Andava forte e, soprattutto, era un grande motivatore.
Gilberto Simoni: “Jay era un punto di riferimento”
“Jay era un punto di riferimento – gli fa eco Gibo Simoni -, una costante, un gran collante e poi andava forte. Trasmetteva sempre grande entusiasmo, non era mai negativo: chi voleva divertirsi andando in bici lo doveva fare con lui. Aveva una passione incredibile e una costanza d’allenamento pazzesca. Non l’ho mai visto, durante un allenamento, mettersi in modalità “eco”, al risparmio. Anzi, si metteva anche davanti e tirava, tenendo altissimo il ritmo. Quello che è accaduto è incredibile: scherzando, con il nostro gruppo e tra amici, dicevamo che “Jay” se ne sarebbe andato pedalando, visto che ha sempre fatto quello nella vita”.
Le gare ad Asiago di domenica per i titoli europei
I titoli europei sono comunque stati assegnati, e ad alzare le braccia al cielo sono stati la svizzera Sina Frei tra le donne e il ceco Martin Stošek tra gli uomini, che purtroppo però non hanno potuto celebrare a dovere un successo così prestigioso.
Donne: Persico e Arzuffi argento e bronzo
La fortissima biker svizzera Frei, nel secondo ed ultimo giro, è riuscita a togliersi di ruota tutte le avversarie sfruttando le sue doti di grimpeur. Ultime a cedere sono state le due italiane Silvia Persico e Alice Maria Arzuffi, che sono arrivate a giocarsi la medaglia d’argento allo sprint, vinto dall’atleta bergamasca. Decima la trevigiana Soraya Paladino.
Uomini: il ceco Stošek stacca tutti
Tra gli uomini è andata in scena una bella bagarre che ha visto coinvolti biker, stradisti e “gravellisti puri”. All’inizio del terzo e ultimo giro in testa erano rimasti in 6, il ceco Stošek, il tedesco Paul Voß, il russo Aleksandr Grigorev, il britannico Toby Perry e i belgi Jenno Berckmoes e Olivier Godfroid. In salita, poi, Stošek ha dimostrato di averne di più, staccando tutti e ampliando poi il distacco grazie ad una discesa perfetta sullo sterrato. Per il biker Stošek, che di gare gravel ne fa parecchie durante l’anno, ci sarà la possibilità di indossare la maglia di campione europeo per tutta la prossima stagione. La medaglia d’argento è andata a Perry, mentre il bronzo lo ha conquistato il talentuoso stradista della Lotto Dstny, Berkcmoes.
Ordine d’arrivo uomini
1 Martin Stošek (Cechia) in 4h31’30”, 2 Toby Perry (Gran Bretagna) +3’44”, 3 Jenno Berckmoes (Belgio) +4’19”, 4 Paul Voß (Germania) +9’02”, 5 Magnus Bak Klaris (Danimarca) +9’36”, 6 Mathijs Loman (Paesi Bassi) +9’38”, 7 Simon Pellaud (Svizzera) +9’59”, 8 Arne Janssens (Belgio) +10’25”, 9 Adne Koster (Paesi Bassi) +10’30”, 10 Aleksandr Grigorev (Athlètes Individuels Neutres) +11’33”
Ordine d’arrivo donne
1 Sina Frei (Svizzera) in 3h33’23”, 2 Silvia Persico (Italia) +1’26”, 3 Alice Maria Arzuffi (Italia) +1’28”, 4 Letizia Borghesi (Italia) +3’55”, 5 Rosa Maria Klöser (Germania) +4’28”, 6 Ginia Caluori (Svizzera) +4’31”, 7 Axelle Dubau-Prevot (Francia) +5’21”, 8 Debora Piana (Italia) +5’34”, 9 Sabine Sommer (Austria) +8’09”, 10 Soraya Paladin (Italia) +9’29”