Metti una sera nella splendida “cornice” offerta da uno dei luoghi più belli del mondo quale l’Arena di Verona. E metti un’incredibile “ciliegina” su questa torta costituita dalla presenza di un grandissimo artista come Riccardo Cocciante: il risultato è “magia” allo stato puro. Un concerto unico e irripetibile (non c’era un solo posto libero) organizzato per i cinquant’anni dell’uscita del famoso album “Anima” che conteneva la celeberrima canzone “Bella senz’anima” e altre come “Quando finisce un amore”, “Lucia” e “L’odore del pane”.
Lontano dalle scene
Riccardo Cocciante era da circa quindici anni che non saliva sul palco per un suo concerto, se non per le famose opere “Notre Dame” (che tra l’altro compie vent’anni) e “Giulietta e Romeo”. Domenica sera è tornato per il suo pubblico, per i suoi fans che non l’hanno mai dimenticato e a quasi settantotto anni ha cantato senza una minima interruzione per tre ore dando vita ad una “esibizione” senza precedenti e dove la sua voce graffiante, struggente, arrabbiata è arrivata fino in cielo, creando emozioni e brividi a tutti i presenti.
Cocciante e il suo ritorno sul palco
Sì è presentato puntualissimo alle 21, elegantissimo con un completo bianco. Accompagnato da un’orchestra composta da diciassette elementi tra musicisti e vocalist, ha iniziato partendo da molto lontano ovvero con la canzone “Uomo” tratta dal suo primo album del 1972 intitolato “Mu”, quando ancora si faceva chiamare “Richard Cocciante”. Sarà lo stesso artista a rivelare che all’inizio volevano lanciarlo come Riccardo Conte, poi Richard ma alla fine lui scelse il suo vero nome Riccardo). Era un album difficile “Mu”, legato alla leggenda dell’antico continente stesso con tematiche filosofiche e religiose.
Cocciante e il suo pianoforte
Il concerto sale di ritmo man mano che arrivano le canzoni che hanno fatto la storia di questo cantante/poeta. “Stiamo attraversando momenti difficili, il nostro mondo è in difficoltà, ma anche noi siamo responsabili di tutto questo che sta accadendo” – dice nei rari momenti di pausa – Riprende a cantare ed è arrivato il momento di sedersi al pianoforte. “Non ho studiato musica e men che meno il pianoforte, sono un autodidatta” – racconta – “ però col passare del tempo e degli anni il pianoforte è diventato per me un amico insostituibile, mi accompagna sempre e non posso farne a meno”.
E arrivano direttamente al cuore canzoni come “Quando finisce un amore”, struggente al punto da far scattare in piedi tutto il pubblico dell’Arena. Un fiume in piena che prosegue alternandosi tra il pianoforte e brevi passeggiate da una parte e l’altra del palco. All’improvviso annuncia l’arrivo di una brava e giovane cantante. Entra in scena Elodie, elegantissima, fasciata in un lungo abito nero con la quale duetta la canzone “E mi arriva il mare” dedicata a Nelson Mandela.
Cocciante e la musica
“Non avrei mai pensato di fare il cantante, non avevo il fisico e invece il canto è diventato un tutt’uno con me” – racconta – “non canto per vivere, ma vivo per il canto e non posso farne a meno. Non so parlare bene e riesco a esprimermi attraverso il canto e le mie canzoni. Sono stato molto tempo via dall’Italia, ma ora ho deciso di tornare e continuare a cantare con questa meravigliosa lingua che è l’italiano”. E intona la canzone “La nostra lingua italiana” e subito dopo una dedicata al figlio.
Arriva un momento istituzionale con l’ingresso sul palco del sindaco Damiano Tommasi e Gigliola Cinquetti che verrà premiata per i sessant’anni della sua canzone “Non ho l’età” e Cocciante chiede al pubblico d’intonarla. Finisce questo siparietto e si prosegue con la splendida “Poesia” cantata in duetto con il chitarrista. Il pubblico però lo reclama al pianoforte ed ecco “A mano a mano”, prima di cantarla non manca di ricordare Rino Gaetano col quale aveva fatto una tournee assieme al gruppo Perigeo e in quella occasione Gaetano cantò “A mano a mano” e Cocciante la meravigliosa “Aida” dello sfortunato cantautore calabrese.
Un’emozione che cresce
E’ un susseguirsi di emozioni con “Celeste nostalgia”, “ Non è stato per caso” fino a “Era già tutto previsto” canzone che fa parte della colonna sonora del nuovo film di Paolo Sorrentino intitolato “Parthenope”. C’è ovviamente spazio anche per le sue opere teatrali “Notre Dame” e “Giulietta e Romeo” con brani eseguiti assieme ai vocalist, tra questi Fabio Gismondi, interprete del ruolo di Romeo e con loro si unisce anche la splendida Elodie.
E’ tempo d’illuminare l’Arena quando decide di cantare “Se stiamo insieme”, brano che vinse il Festival di Sanremo nel 1991 in quella che fu la sua unica partecipazione in gara. Tutti in piedi ad accompagnare la canzone con il telefonino acceso. Un tripudio e non può mancare “L’alba”, iniziata con voce bassa, ritmata fino all’ingresso del giovane cantautore Irama che duetta con lui al punto che non si capisce chi è più “arrabbiato”. Un vero spettacolo nello spettacolo.
Quelle canzoni che mancavano
“Io canto” e poi “Cervo a primavera”, però sono in attesa di qualcosa che ormai è nell’aria, si respira il profumo di queste due canzoni. Torna al pianoforte e intona “Bella senz’anima”, come e forse più forte di una volta. Dallo schermo gigante si vede il suo volto trasformarsi quasi in una maschera ensoriana. C’è tutta la sua rabbia, ma allo stesso tempo la sua dolcezza, la sua poesia che arriva con “Margherita”, il brano che l’ha reso celebre in tutto il mondo. Non è finita, ecco “Cervo a primavera”, “Io canto” esce e chiama con sè tutti i componenti dell’orchestra, ma è solo per un attimo. Rientra e invita tutto il pubblico a cantare assieme “Questione di feeling”, un brano eseguito all’epoca assieme a Mina. Coinvolge veramente tutti e fa proseguire la canzone con una serie di virtuosismi incredibili che alla fine la faranno durare per quasi dieci minuti.
Tre ore con Cocciante
Tre ore dalle nove di sera a mezzanotte con trenta canzoni e immagini che rimarranno nella storia dell’Arena di Verona. Il pubblico chiede anche “Il treno”, “Lucia”, “E’ passata una nuvola” “Ancora”. Siamo sicuri che Cocciante le avrebbe cantate tutte ma ce le portiamo dentro lo stesso. Questo piccolo grande uomo ha dato una dimostrazione di cosa significa essere un vero artista anche a distanza di tanti anni. Ora, speriamo (così ha detto in una recente intervista) che a breve esca un nuovo album per continuare a farci sognare!
Foto di Margherita Ruglioni