«L’idea per questa nuova mostra al Centro Culturale Candiani dedicata a grandi maestri del Novecento, dopo le prime due “Kandinsky e le avanguardie” e “Chagall e il colore dei sogni”, nasce da due suggestioni», ha affermato Elisabetta Barisoni, responsabile di Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna, e curatrice dell’esposizione, che è stata presentata alla stampa. «La prima è la nota definizione dello storico dell’arte André Chastel sul Midi, il sud della Francia, quale grande atelier dell’arte moderna, e parallelamente la celebre frase di Guy de Maupassant che nel 1885 definì il Mediterraneo “un jardin incomparable”. Ecco dunque da dove ha preso forma il titolo della mostra, “Matisse e la luce del Mediterraneo”, che sarà visitabile nelle sale al secondo piano da questo fine settembre e fino al 4 marzo 2025.
La conoscenza dell’arte moderna attraverso Matisse
Sette sezioni, cinquantadue opere esposte, tra cui dodici sono di Henri Matisse (Le Cateau-Chambrésis, 1869 – Nizza, 1954) cinque conservate a Ca’ Pesaro, le altre concesse in prestito da prestigiose istituzioni: il Philadelphia Museum of Art, la Národní Galerie di Praga, il Musée des Beaux-Arts di Bordeaux, il Musée des Beaux-Arts di Nancy, il Centre Pompidou di Parigi, il Musée Albert-André di Bagnols-sur-Cèze, il Museo del Novecento di Milano.
L’esposizione intende dunque esplorare il profondo legame tra l’evoluzione dell’arte moderna e il Sud della Francia – il cosiddetto Midi – seguendo il percorso di Matisse e degli artisti suoi contemporanei, che diventa il filo conduttore di un viaggio tra i capolavori acquisiti dal Comune di Venezia per la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento il Sud è il luogo in cui gli artisti francesi si recano, cercando una nuova Arcadia, espressione di felicità, quiete ed equilibrio. Ma la mostra si apre, con la prima sezione “La modernità arriva dal mare”, esponendo dipinti che ritraggono le coste selvagge del Nord (l’Anversa di Eugène Boudin, la Rotterdam di Maximilen Luce, ad esempio), per approdare poi a quella luce calda che è propria di un altro mare, l’abbagliante bellezza del Mediterraneo, dei poveri paesini dei pescatori, luoghi ancora non toccati dal turismo, luoghi dove i pittori trovano la gioia di vivere, emozioni profonde, che si traducono e vengono riflesse nei dipinti con colori forti, vivaci, magari innaturali. Luce e colore quindi sono il fulcro di questa mostra, unite all’importanza, quasi un’ossessione, del disegno per Matisse.
Il maestro Matisse
Matisse, maestro e capostipite dei Fauves – le belve, i selvaggi – pittore della gioia di vivere, appunto, e soprattutto interprete della luce che è il centro della sua poetica, dialoga con diversi autori che hanno lavorato sulle qualità interiori della pittura: Henri Manguin, André Derain, Albert Marquet, Maurice de Vlaminck, Raoul Dufy e Pierre Bonnard. Ma le loro ricerche e produzioni pur distinte, creano tuttavia un racconto corale: dall’amicizia tra Derain e Matisse, in viaggio sulla costa mediterranea della Francia nell’estate del 1905, alla centralità di alcuni luoghi, come Nizza, Arles, Saint-Tropez, quest’ultima divenuta icona dell’arte e della cultura del Novecento.
La luce del Mediterraneo; L’età dell’oro; Il Mediterraneo, un paradiso unico; Arabesco e decorazione; Lusso, calma e voluttà: questi i titoli delle sezioni successive, in cui trovano posto riflessioni sul decorativo e sull’ornamento (notevoli le opere di Vittorio Zecchin), il fascino delle linee moresche, le languide figure femminili in veste di odalische (qui è inserito un nudo di Alberto Viani): figure immerse in ambienti che riflettono il gusto di Matisse per l’arte orientale e il decorativismo.
Il catalogo
L’immagine scelta per la copertina del catalogo (Linea d’acqua edizioni) e divenuta logo dell’esposizione, è Icaro, tratto dal libro d’artista intitolato Jazz, pubblicato nel 1947 da Editions Tériade, nel quale Matisse raccolse una serie di stampe di collage a colori. Prorompente la sagoma nera dove si intravvede il rosso del cuore, che si staglia su un blu cosmico, illuminato da stelle. Immagine di tensione, lotta e forte volontà di superare ogni limite.
La mostra si chiude con l’ultima fase, rivoluzionaria anch’essa, di Matisse, nella sezione “Dal colore alla forma”, che vede l’utilizzo dei papiers découpés, fogli di carta colorata ritagliati e incollati, estrema sintesi espressiva del grande Maestro. Qui sono esposti anche dipinti di epigoni di area veneziana, come Renato Borsato o Saverio Barbaro.
Un progetto legato a Matisse
Fa parte del percorso espositivo anche il progetto “Come Matisse”, un’opera collettiva realizzata durante il Summer Camp ”Musei in gioco”. I ragazzi invitati a utilizzare la tecnica del papier découpé: hanno “disegnato con le forbici” ispirandosi alle sagome colorate che Matisse inventò negli ultimi anni della sua attività artistica. Nel corridoio della mostra sarà pertanto possibile vedere il risultato di questo lavoro di gruppo , progettato e ideato da Muve Education per coinvolgere i più giovani, sperimentando questa tecnica.
Info
Mostra “Matisse e la luce del Mediterraneo”, Mestre, Centro Culturale Candiani, dal 28 settembre 2024 al 4 marzo 2025.