La Bioarchitettura è molto più di una tipologia costruttiva, perché è la massima espressione della consapevolezza che siamo tutti parte di qualcosa di molto più grande di ciascuno noi preso singolarmente. Così come l’edilizia tradizionale ha un forte impatto ambientale in termini di emissioni, consumi di energia elettrica e di acqua, sappiamo anche che uno degli obiettivi dell’architettura moderna è quello di progettare edifici nei quali si unisca un minimo impatto ambientale alla massima efficienza energetica. Un principio che si sposa benissimo con la filosofia di Passivhaus (o casa passiva), uno standard edilizio che mira a progettare edifici a consumo energetico pressoché nullo ma con un elevato comfort, grazie all’utilizzo di tecniche costruttive e materiali ecocompatibili e sistemi di tenuta all’aria, grazie anche a tecnologie avanzate di ventilazione meccanica.
Passivhaus: un po’ di storia
Il concetto di casa passiva nasce alla fine degli anni ’70 e, nel 1991, fu realizzata la prima abitazione costruita seguendo questi dettami a Kranichstein, poco più di 200 Km dalla più nota Norimberga. Nel 1999, a Friburgo, viene costruita la prima casa plurifamiliare mentre a Wiesbaden, nello stesso periodo, si realizzò un complesso composto da 21 abitazioni. Pian piano il concetto di Passivhaus si è diffuso anche nel resto d’Europa e nel Mondo, sperimentando diverse tipologie costruttive nei diversi climi.
L’importanza di questo movimento simil-filosofico è molto importante, perché il protocollo Passivhaus non è solo una certificazione “sulla carta”, ma è un vero e proprio approccio progettuale. In Italia arriva nel 2001 grazie al primo software Passivhaus PHPP in italiano, poi successivamente aggiornato e implementato con gli algoritmi per il raffrescamento e per la deumidificazione dell’aria e degli ambienti interni all’edificio.
Cos’è una passivhaus?
È una casa passiva, che consuma al massimo come 30/35 candeline nel giorno più critico dell’anno per il riscaldamento. Si tratta di una casa costruita così bene che a monte c’è un’elevatissima cura di tutti gli aspetti progettuali.
Una casa passiva assicura dunque comfort ed efficienza energetica e la sua progettazione viene svolta in modo accurato: gli architetti studiano l’esposizione ai raggi solari per predisporre i giusti sistemi di ombreggiamento e scelgono con attenzione i materiali per ottenere il massimo livello di isolamento termico. La casa passiva usa le risorse naturali, evitando per quanto possibile di ricorrere a sistemi più tradizionali come le caldaie o i termosifoni. La progettazione dell’isolamento è fondamentale perché consente alla casa di mantenersi calda in inverno e fresca d’estate, evitando le dispersioni di calore.
Gli elementi fondamentali di una Passivhaus sono l’ottimo livello di protezione termica, perché un corretto isolamento termico consente di evitare dispersioni di calore, riducendo i costi;
involucri ad elevata tenuta dell’aria capaci di superare i test di permeabilità dell’edificio all’aria;
l’eliminazione dei ponti termici, grazie a finestre con doppi o tripli vetri;
l’uso della VMC (ventilazione meccanica controllata) con recupero di calore, che permette un continuo ricambio dell’aria in casa.
La casa passiva è costruita in modo da sfruttare al massimo l’esposizione ai raggi solari nei climi più caldi e, viceversa, in quelli più freddi.
Passivhaus e autosufficienza energetica
Il massimo che serve per una casa passiva di 150m2 è una potenza termica di 1,5 kW, che corrisponde, più o meno, al costo di un caffè al giorno. Se poi si installa anche un impianto fotovoltaico, la Casa Passiva diventa il massimo per la sostenibilità dell’ambiente.
L’approccio della Bioarchitettura è definibile come una filosofia del costruire e dell’abitare, che si propone di instaurare un rapporto equilibrato tra l’ambiente e le opere dell’uomo.
È cosa nota che il degrado ambientale e paesaggistico sia dovuto in gran parte all’architettura convenzionale, che non pone attenzione alle forme, ai materiali e alle strutture realizzate. Progettare attraverso la Bioarchitettura significa fornire soluzioni alternative con azioni efficaci per ridurre l’impatto ambientale e l’inquinamento prodotto dalla propria casa.
Quando s’introduce il concetto di Bioarchitettura, si parla anche di maggior cura per sé stessi e per l’ambiente che ci circonda. Ovviamente, per costruire una casa ecosostenibile è necessario utilizzare quanto più possibile solo materiali naturali ed ecologici e, ovviamente, l’uso di fonti rinnovabili per produrre l’energia.
Quando si parla di energie rinnovabili, oltre che accoppiare fotovoltaico e solare termico si passa anche per l’installazione di batterie in grado di trattenere l’energia prodotta e di rilasciarla solo quando serve.
La qualità abitativa
Consideriamo inoltre il fatto che una Casa Passiva assicura un’elevata qualità abitativa e una notevole riduzione dei consumi energetici, fino al 90% in meno rispetto agli edifici tradizionali. È un tipo di struttura studiata e progettata per coprire autonomamente la maggior parte del suo fabbisogno energetico, per il riscaldamento e il raffrescamento ambientale interno, ricorrendo a dispositivi passivi. Queste abitazioni assicurano il benessere termico con o senza una minima fonte d’energia interna all’edificio e non necessitano di alcun impianto di riscaldamento convenzionale, essendo in grado di per sé di massimizzare l’efficienza energetica.
Nella filosofia della Casa Passiva non si usano combustibili fossili, ma sistemi basati il più possibile su energie rinnovabili. Il sistema più utilizzato prevede l’installazione di una pompa di calore che serve a produrre l’acqua calda per usi domestici e il ritocco dell’aria in immissione. Per il condizionamento estivo invece, si può sfruttare l’impianto di ventilazione meccanica controllata con sistema di raffrescamento tramite geotermia orizzontale o verticale per sfruttare la temperatura costante del sottosuolo. Il fabbisogno energetico è estremamente basso e può essere coperto con le risorse già presenti.
La Casa Passiva, di conseguenza, è alla base della protezione dell’ambiente; con questo standard costruttivo non si interviene nella riduzione degli inquinanti con l’aggiunta di filtri o altri sistemi di compensazione, perché si fornisce il massimo contributo alla salvaguardia del territorio e del clima senza generare alcun tipo di inquinamento.
Casa Passiva FATA, ad esempio, non è solo un marchio, ma una filosofia rivolta al futuro, che garantisce un elevato standard abitativo e contemporaneo, garantendo il massimo equilibrio tra comfort, bassissimi costi energetici, stile, sostenibilità ambientale e mantenimento del valore dell’immobile nel tempo, fornendo anche la certificazione Passivhaus, che prevede il rilascio di una garanzia trentennale di buon funzionamento.