Il nome di quello che è ritenuto da alcuni il maggior poeta italiano di lingua tedesca, norbert c. kaser (con iniziali minuscole, come egli stesso si firmava) probabilmente a molti non dirà nulla. A rendergli giustizia portandolo fuori dall’oblio, giunge un grandioso lavoro biografico che ne ricostruisce la vita, il pensiero e l’opera. Lo scrittore Roberto Masiero, nel volume da poco dato alle stampe da Alphabeta Verlag, intitolato Il mite caprone rosso. Vita breve di norbert c. kaser, ripercorre la vicenda umana e letteraria di questo sudtirolese schivo, controcorrente, anticonformista, morto giovanissimo, a soli 31 anni, nel 1978. Tre decenni intensi, però, irrequieti, vissuti in modo estremo. Tre decenni che per essere raccontati e dal lettore compresi, hanno avuto bisogno di ben 527 pagine.
Il lavoro di Masiero
Un lavoro ciclopico, una ricerca meticolosa e appassionata, che Masiero ha condotto attraverso lo studio di un’imponente mole di lettere scritte da kaser oltre che, naturalmente, i suoi testi in prosa e in poesia. Un lavoro a metà tra romanzo biografico e saggio critico, dove prendono pian piano forma il carattere e la personalità originalissima di questo outsider della letteratura, conosciuto quasi solo post mortem nell’area culturale germanofona e del quale ben poche tracce si ritrovano in quella italiana. Un libro in cui si ritrovano, oltre al recupero di una figura tanto interessante quanto misconosciuta, anche le complesse vicende di un territorio di confine dove si svilupparono, in un infinito dopoguerra, tensioni e gravi atti terroristici.
Il mite caprone rosso si scopre poeta
L’incipit è potente: l’incendio di un maso fuori Brunico, nel 1978, che in passato era appartenuto alla famiglia della madre e che era stato venduto a causa di debiti. Un fuoco che sembra simboleggiare l’incandescenza di una vita consumata tra alcool e scelte improvvise quanto dolorose. Il giovane norbert, sensibile e ribelle, vive di continue contraddizioni: studiosissimo riuscirà a diplomarsi solo al terzo tentativo, prenderà i voti diventando frate cappuccino, ma dopo appena sei mesi uscirà dal convento e diventerà aspramente critico nei confronti della Chiesa.
Militerà nel partito comunista, insegnerà nelle scuole medie pur non essendo laureato mettendo in pratica una pedagogia rivoluzionaria, ma nel 1978 lo ritroveremo svogliato impiegato di un’autoscuola. Scriverà ininterrottamente per tutta la sua breve vita ma pubblicherà pochissimo. Pur stringendo amicizie importanti e profonde, tra queste quella con Alexander Lange, vivrà in solitudine; capace di grandi e travolgenti amori con diverse ragazze, non negò a se stesso un’inclinazione omosessuale.
Masiero riporta alla luce i fatti sconosciuti del mite caprone rosso
Roberto Masiero restituisce con una scrittura avvincente, dalla forma raffinata e curatissima, la sofferta esistenza di un poeta che ha attraversato il suo tempo senza sottrarsi alla necessità di viverlo fino in fondo, nel tentativo non facile di creare un dialogo interetnico pur rimanendo emarginato a causa del suo sguardo schietto e ruvido nei confronti della società e delle istituzioni politiche e culturali sudtirolesi. Ironia, invettive, provocazioni venate spesso da una sorprendente tenerezza sono le cifre della sua opera, che finalmente riappare sulla ribalta letteraria e narrativa grazie al lavoro e alla passione di uno scrittore e studioso infaticabile.
L’autore
Roberto Masiero (Bolzano, 1952), autore di prosa con qualche fuga necessaria nella poesia, ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi Dragan l’imperdonabile (Infinito, 2019), L’illusione che non basta ( Meligrana, 2017), La strana distanza dei nostri abbracci (Meligrana, 2013), e Mistero animato (Mobydick, 2009), finalista al premio Rhegium Julii come opera prima. Collabora alla rivista“ILDIARIOonline”.
Roberto Masiero, Il mite caprone rosso. Vita breve di norbert c. kaser, Bolzano, Edizioni Alphabeta Verlag, 2024.